Biblioteca comunale di Aiello Calabro (Cs), inaugurazione il 29 giugno 2024

Inaugurazione Biblioteca Comunale
via Luigi de Seta (ex casa del fascio)
Sabato 29 giugno 2024, ore 19

Introduce e presenta
Angelica Artemisia Pedatella

Intervengono:
Il Sindaco Luca Lepore
l’assessore alla cultura Olga Terranova
il vice presidente del Consiglio regionale della Calabria Franco Iacucci
Il Prefetto di Cosenza Vittoria Ciaramella

Stragi in mare. Laghi: «Basta morti nelle acque del Mediterraneo»

«Le stragi di migranti che continuano a registrarsi nelle acque del Mediterraneo sono una ferita troppo profonda per la dignità umana». Ad affermarlo è il Consigliere Regionale Ferdinando Laghi, capogruppo di “De Magistris Presidente”, a margine di quanto sta accadendo, ancora una volta, nel mar Ionio, dove a Roccella continuano a essere recuperati cadaveri – tanti i bambini – dell’ennesimo disastro di disperati.
«È incredibile – sottolinea Laghi – che a distanza di poco più di un anno dalla strage di Steccato di Cutro, l’Europa resti ancora a guardare senza attuare azioni concrete. Come assuefatta a queste scene di ormai quotidiana disumanità. Come cittadini – sottolinea ancora Laghi – non solo non dobbiamo abituarci, ma non dobbiamo più tollerare che questi massacri continuino sotto i nostri occhi e, da Calabresi, che si compiano di fronte alle nostre coste. Serve una immediata presa di posizione e, soprattutto, iniziative efficaci affinché si metta fine, in maniera seria e concreta, a questa strage di innocenti. Esprimo – conclude Laghi – il mio profondo cordoglio per quanto accaduto e sono vicino ai sopravvissuti e alle famiglie delle vittime per le quotidiane barbarie che sono costretti a subire».
Ufficio Stampa

‘A vì, l’autonomia differenziata. “Fatica ‘e notte, vrigogna ‘e juornu”

Dice Geniale che è geniale, che l’autonomia differenziata ha vita breve “pecchí ccu llu referendummu la Scancelliamo”. Nel frattempo però, aggiunge riferendosi alli nordisti del nordo: “si vuliti nu litru e uogliu du suddu, o suppressate, un milione di gheuri. Si vuliti venire a mare, o alla Sila, o a bbidere i Bronzi, tre milioni di gheuri a testa. Chissa è l’ugna, si voliti ferrare. Pue, tutti i professionisti del suddu bravi che vivono al nordo se ne vengono al suddo, tutti i prodotti del nordu alli supermercati ci devono mucare”.
Così Geniale Adacquacerze, che era sbuttutu assai e mandave jestigne alli parlamentari del suddo che si fanno mpapocchiare da quelli del nordo.

Laghi incontra gli operatori sanitari dello spoke del Pollino: “situazione esplosiva”

Il consigliere regionale ha incontrato nuovamente medici ed infermieri dell’ospedale di Castrovillari in vista della definizione dell’Atto Aziendale da parte dell’ASP di Cosenza, partendo dai dati allarmanti di un nosocomio depauperato di risorse e possibilità.

Bistrattato, impoverito e sempre oggetto di ulteriori depotenziamenti. L’ospedale di Castrovillari appare così. Nonostante si tratti di uno spoke con tutte le carte in regola e con una “storia” di ben nota e apprezzata efficienza, è quello con sempre meno risorse.
Ad affrontare il tema, esposto agli operatori sanitari del nosocomio del Pollino, è stato il consigliere regionale Ferdinando Laghi che, insieme alla dottoressa Paola Montagna, ha incontrato medici ed infermieri nella sala convegni dell’ospedale.
“E’ una situazione semplicemente esplosiva. – commenta Laghi al termine dell’incontro. Sono venuto ancora una volta tra gli Operatori sanitari a recepire le loro istanze, nello specifico, in un momento estremamente delicato a livello organizzativo: è in corso, infatti, la ristrutturazione della rete ospedaliera, a cui dovrà seguire l’Atto Aziendale. Ancora una volta l’Ospedale di Castrovillari risulta impoverito rispetto agli altri spoke”.
“Qui non si fa la lotta a nessuno – continua Laghi – si cerca di sostenere il bisogno di salute dei cittadini dell’area centro settentrionale della Calabria. Un diritto che, in queste condizioni, è sempre più difficile garantire”.
“Seguiranno altri incontri – conclude Laghi – per dare e avere informazioni e condividere le iniziative che verranno messe in atto per la tutela del diritto alla salute di oltre 100.000 persone, che vivono nell’area Pollino-Esaro-Sibaritide”.

Ufficio stampa

“I figghioi della Casa di Carità di Limbadi”. Una mostra a Milano, il 18 giugno, per i 79 anni di Franco Magli

I figghioi della Casa di Carità di Limbadi negli anni ’50
Incontro con Francesco Magli, in occasione dei suoi 79 anni (oggi, 17 giugno), con la partecipazione di amici e colleghi che hanno maturato l’esperienza degli artefici di Brera negli anni ’70.

Evento Facebook

La penna scrive da sola sull’autonomia differenziata!

di Carmelina Sicari
La penna scrive da sola. Proprio così. Per l’indignazione. Il delirio di una possibile scissione in due parti dell’Italia sembra compiersi sotto gli occhi e l’indifferenza dei più. Quousque tandem abuteris, Catilina patientia nostra? Si chiedono alcuni. Perché il Sud non reagisce? Sarà colpa delle dominazioni che si sono succedute nel tempo e che sono tutte concluse.
Ma la penna scrive da sola…
La muove l’indignazione per il tradimento del Risorgimento, del giuro manzoniano che proclamava l’Italia una d’arme di lingua, d’altar…
La muove l’indignazione della falsificazione della Questione meridionale divenuta in nome del profitto questione settentrionale, il tradimento delle generazioni di meridionalisti che denunciavano l’esproprio dei diritto, le disuguaglianze, il sacrificio di intere generazioni.
La muove l’indignazione per lo sfruttamento l’abbandono.
La penna scrive da sola anche per celebrare i pochi eroi che combattono per il Sud. Stranamente sono i vescovi.
Uno di essi, l’arcivescovo di Reggio Calabria, Fortunato Morrone. protagonista di un convegno sul Mezzogiorno si è collegato all’opera di un suo precedessore, mons. Lanza, arcivescovo della stessa città, autore di una lettera pastorale sul Mezzogiorno che può considerarsi la Rerum novarum del Sud. Il Sud non è solo faccenda politica, sociale antropologica ma religiosa e morale.
Gli hanno fatto eco gli altri protagonisti del convegno come l’ambasciatore Antonio Morabito, allievo come Mons. Lanza del collegio Capranica di Roma.
E di lontano ma dopo aver dichiarato la sua partecipazione ideale sulle pagine del Quotidiano, Anna Rosa Macrì.
La penna scrive da sola ricordando uno dei punti fondamentali dell’intervento di Mons. Morrone: l’Unità. L’Unità è assunto religioso e non solo storico e sociale. È l’elemento costitutivo di quello che si definisce il Regno ed è la caratteristica dello Spirito Santo. Andare contro l’Unità è dunque blasfemia, empietà.
Antonio Morabito ha ricordato le tappe del pensiero sociale della Chiesa ed il forte richiamo della lettera di Mons. Lanza all’impegno concreto per lo sviluppo del Mezzogiorno.
La penna scrive da sola. L’attuazione del progetto dell’autonomia differenziata è suicida. Non solo per l’anatema incluso nel tradimento ma per le proporzioni del fatto. Generazioni e generazioni bandiranno e proclameranno la maledizione e così come nel Credo, il nome di Pilato viene esecrato da millenni così, la divisione sarà oggetto di ludibrio e di maledizione. Non importa che il Sud sembri indifferente e subisca, la sua memoria sarà lunga, lunghissima.

Valico Crocetta e San Fili, 15 giugno 2024

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Escursioni tra moglie e marito al valico della Crocetta, a raccogliere fraVule sotto una favolosa faggeta (purtroppo in alcuni punti guastata da subumani incivili). Breve passeggiata sul sentiero CAI, con vista poco prima di incamminarci (nei pressi della fontana di San Francesco di Paola) di un capriolo! In ritirata, passaggio dalla chiesa di San Fili all’interno del Cimitero. Perché fa sempre bene aver presente che la Vita è breve e bisogna assaporarla giorno per giorno. Buone cose da LaVuretta e Geniale

Reggio Calabria. Un convegno sulla lettera pastorale del 1948 di Monsignor Lanza

L’11 giugno si è svolto nei locali della Curia metropolitana di Reggio Calabria un convegno organizzato insieme alla Diocesi dall’associazione Nuovo umanesimo sulla Lettera pastorale di Mons. Lanza arcivescovo di Reggio Calabria fino al l950 e morto giovanissimo.
La lettera pastorale riguarda il Mezzogiorno e Mons. Lanza, proprio nel cuore della questione meridionale, il 1948, vi propone il problema del Sud come problema religioso e morale oltre che politico e geografico. Anzi vi indica il primato della religione al riguardo.
Una lettera rivoluzionaria, dice Carmelina Sicari, presidente dell’associazione nell’introdurre il convegno, dopo Mons Sergi che ha ricordato i nomi dei vescovi meridionali firmatari della lettera e tra gli altri mons. Sorrentino.
Paragonabile alla Rerum Novarun di Leone XIII con un lungo orizzonte d’attesa perché ha raggiunto noi rivelando una straordinaria attualità,
Nel momento in cui il Sud sembra subire un ulteriore abbandono, la lettera propone dal punto di vista morale l’urgenza di interventi.
L’attuale arcivescovo Mons. Fortunato Morrone ha con l’apporto di fonti bibliche come S. Paolo insistito sul tema dell’unità e sottolineato la denuncia di Mons. Lanza sulla volontà di relegare la Chiesa ad un ruolo di conservazione.
Il relatore principale Antonio Morabito, allievo come Mons. Lanza del collegio Capranica, ha analizzato con cura gli aspetti della lettera. La condizione di opulenza per pochi e di miseria per molti non è più tollerabile, dice Lanza. La lettera segna un nuovo meridionalismo con uno slancio nuovo.
Il documento di grande spessore teologico e sociale sostenuto dal cardinale Montini ebbe una forte risposta anche da parte di altri come Mons. Sorrentino di cui parla don Denisi, già suo segretario che lamenta all’interno della Chiesa stessa talora una questione nella questione,
Antonino Piazza storicizza il momento in cui nasce la lettera, il papato di Pio XII.

Ospedale di Castrovillari: un tracollo annunciato e forse voluto!

L’Ospedale di Castrovillari è l’unico presidio sanitario dell’ASP che svolga brillantemente, ormai da anni, la complessa e delicata procedura relativa alla prevenzione delle infezioni ospedaliere e all’antibiotico-resistenza, che rappresentano sempre più un rischio-salute non solo in Italia, ma anche a livello globale. Un grande merito che però, come al solito verrebbe da dire, non trova l’ASP di Cosenza compiaciuta di quanto si fa nel nosocomio del Pollino, che continua ad essere trattato con un misto di indifferenza e preconcetta ostilità. “Mentre la Broncopneumologia è in gravissima crisi di organici sanitari -esordisce il Consigliere Regionale Laghi, Capogruppo di “De Magistris Presidente”- l’ASP non trova di meglio che sottrarre l’attività ambulatoriale all’Unità Operativa, che l’aveva sempre svolta, e destinarvi un unico Specialista esterno per 2 turni a settimana, per un totale di 6 ore, del tutto insufficienti. Si pensi piuttosto – continua il Consigliere Laghi- a integrare gli organici sanitari in maniera corretta e definitiva, avendo il dovuto rispetto per chi ha compiuto e compie giornalmente sforzi sovrumani per garantire sanità pubblica ai cittadini. Né si immagini che la prevista riduzione dei posti letto dell’unica struttura specialistica di Broncopneumologia della provincia possa passare sotto silenzio. All’Ospedale di Castrovillari si vogliono tagliare posti di Reparti attivi promettendo, in cambio, nuovi Reparti di cui si parla da oltre trent’anni e che tutti sanno bene essere solo uno specchietto per le allodole. La situazione della Gastroenterologia –aggiunge ancora Laghi- è simile: un unico medico in organico, con un altro che fa solo qualche turno a settimana, impedendo, anche in questo caso, una pianificazione del lavoro adeguata. Inutile continuare un elenco interminabile di criticità – la Neurologia su tutte, attualmente praticamente azzerata- conclude Laghi- e con l’estate ormai iniziata, il collasso dello spoke di Castrovillari è una realtà sempre più probabile e, forse, voluta.

Castrovillari 12 giugno 2024 | Ferdinando Laghi, Consigliere Regionale Presidente del Gruppo “De Magistris Presidente”

Potame e Carolei, 8 giugno 2024

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Oggi, sabato 8 giugno 2024, per escursioni tra moglie e marito, tappa a Carolei e Potame. Un po’ di arte, un po’ di natura, qualche fragolina di bosco, un mazzetto di vitarbe, una bevuta alla fontana di San Giovanni, ed unA ottima paninazzA con le solite birricelle al bar Tre Monti di Potame (Domanico). Buone cose a tutti da LaVuretta e Geniale

Escursionismo naturalistico e culturale per tutti, torna “In cammino nei Parchi”

Sabato 8 e domenica 9 giugno Club alpino italiano e Federparchi organizzano oltre 70 escursioni sui sentieri delle Aree protette di tutta Italia per promuovere la conoscenza del territorio montano, il rispetto per la natura e l’attenzione alle tradizioni locali.

Milano, 6 giugno 2024
Torna la giornata nazionale “In cammino nei Parchi”, arrivata alla 12esima edizione, con la quale Club alpino italiano e Federparchi promuovono la realtà naturalistica e culturale delle montagne e dei Parchi d’Italia, da scoprire camminando sui sentieri.
Sabato 8 e domenica 9 giugno sono in programma oltre 70 escursioni ed iniziative in 16 regioni, rivolte a turisti, visitatori ed escursionisti interessati alla conoscenza del territorio montano delle Aree protette del nostro Paese, alla cura e al rispetto per la natura e all’attenzione per le tradizioni locali, dalle Alpi agli Appennini.
Tutti gli appuntamenti avranno al centro i sentieri: dall’escursione conoscitiva all’uscita di manutenzione del fondo dei percorsi o della segnaletica, fino ad arrivare all’inaugurazione di un tracciato ripristinato.
«La giornata nazionale “In cammino nei Parchi” promuove l’escursionismo naturalistico e culturale per tutti, mettendo al centro i territori e le popolazioni che li abitano», afferma Filippo Di Donato, coordinatore del Gruppo di lavoro del Cai “Parchi e Aree protette”. «Lo slogan dell’evento è “Sentieri per conoscere”: invitiamo tutti a scoprire i paesaggi e le meraviglie delle montagne e dei Parchi d’Italia camminando in liberà e incontrandosi sui sentieri, per condividere un’appagante giornata in ambiente, partecipando anche da protagonista».
Simbolo di questa giornata è il Sentiero Italia Cai che, partendo da Santa Teresa Gallura in Sardegna arriva a Muggia, in provincia di Trieste, dopo aver percorso la dorsale appenninica e l’arco alpino, toccando il territorio di tutte le regioni italiane. «Il Sentiero Italia Cai attraversa gran parte dei Parchi Nazionali del nostro Paese e un buon numero di Parchi Regionali, con i quali il Cai ha sottoscritto intese, oltre a siti Unesco e territori che rientrano nella Rete Natura 2000», evidenzia Di Donato. «Con questa giornata intendiamo promuovere inoltre l’armonizzazione della segnaletica dei sentieri su base nazionale utilizzando lo standard del Cai (segnavia rosso-bianco-rosso), per renderne più agevole la percorrenza».
«La giornata dedicata alle escursioni nelle Aree protette, che i soci del Club alpino italiano frequentano tutto l’anno, assume un significato più profondo edizione dopo edizione», dichiara Mario Vaccarella, delegato ai Parchi del Comitato direttivo centrale del Cai. «L’acquisizione della consapevolezza di frequentare e vivere in aree di pregio ambientale deve avere come conseguenza la comprensione da parte di tutti, dagli amministratori ai cittadini, dell’importanza di tali territori, ricchi di biodiversità e di ecosistemi da tutelare, che vanno difesi dagli attacchi scriteriati a cui spesso assistiamo e valorizzati realmente e maggiormente. L’organizzazione, da parte del Cai, di un secondo Master sulla gestione delle aree protette insieme a Touring Club Italiano e a Fondazione Campus, vuole rappresentare un ulteriore contributo del nostro Sodalizio a questo settore strategico».
Coordina le iniziative il Gruppo di lavoro del Cai “Parchi e Aree protette”.
Le singole escursioni sono organizzate dalle Sezioni, dai Gruppi regionali e dagli Organi tecnici territoriali del Cai.

Per tutte le informazioni: www.cai.it/in-cammino-nei-parchi-2024

In Calabria ==>

Lunga notte delle Chiese, la IX edizione a San Domenico, Cosenza

È giunta alla sua IX edizione la Lunga notte delle Chiese che anche a Cosenza si terrà venerdì 7 giugno 2024, nella chiesa di San Domenico retta dai Missionari Oblati di Maria Immacolata. L’iniziativa è nata nel 2016 nella diocesi di Belluno-Feltre, e in poco tempo ha raccolto numerosissime adesioni; lo scorso anno (il tema era “Dove sei?”) oltre 130 diocesi italiane, 150 chiese, la Chiesa Valdese Metodista e la Chiesa Protestante hanno aderito; 40 mila persone vi hanno preso parte; e quest’anno, dicono gli organizzatori, saranno molte le chiese e le città a partecipare, da tutta Italia. Nella provincia di Cosenza oltre alla chiesa di San Domenico, nella città capoluogo, hanno già fatto pervenire la loro adesione il Museo del “Codex” di Rossano e la chiesa dei Santi Pietro e Paolo a Morano Calabro.
Ma cos’è questa lunga notte delle Chiese: «è una giornata di concerti, esibizioni artistiche, visite museali, iniziative per i bambini, testimonianze, riflessioni, e tanto altro. Un mosaico di esperienze da vivere insieme come comunità; tutto gratuito e a ingresso libero» dicono gli organizzatori. Un grande festival che ha l’obiettivo di dare un segno della presenza della Chiesa nelle comunità, di apertura verso l’esterno; un’occasione d’incontro con persone spesso distanti dalla Chiesa; un confronto tra diverse confessioni; risvegliare l’interesse verso iniziative culturali e sociali delle chiese; presentare la Chiesa come parte importante della vita pubblica e far scoprire ai più giovani la Chiesa come spazio vivo.
Il tema nazionale di quest’anno è una parola che suona come un invito: “Trovami“ e gli organizzatori cosentini hanno voluto aggiungere “…con i tuoi sensi”;. Diverse sono le iniziative programmate; si parte alle ore 20 con un “apericena missionario” per sostenere le attività missionarie giovanili; alle 21 iniziano le “visite sensoriali”, percorsi (della durata di mezz’ora) alla “scoperta di Dio” nella bellezza che ci circonda, a partire dai nostri sensi: vista, udito, olfatto, gusto…
La chiesa di San Domenico a Cosenza offre a chi sa “guardare e vedere” con attenzione, spaccati di storia, arte e spiritualità davvero unici: dal medioevo, al barocco, dall’unico vero “rosone” cosentino alla cappella ottagonale, alle opere d’arte (quadri, affreschi, statue…), per finire a un luogo aperto e spiegato solo per l’occasione il putridarium. Un’occasione da non perdere.
E alle 23,15 una “dolce buonanotte” con un buffet di dolci e tisane, ma non mancano le meditazioni da ascoltare «nel fascino notturno della chiesa barocca con i suoi giochi di luce e di ombre per scoprire i volti di Cristo attraverso una belleza a tutto tondo». Durante il corso della serata sono previste una serie di esecuzioni musicali a cura degli studenti del Conservatorio . Ci dice padre Fabio Bastoni, il superiore della chiesa di San Domenico: «Quest’anno grazie alla collaborazione con il Conservatorio musicale “Stanislao Giacomantonio” di Cosenza, in particolare al direttore Francesco Perri, e con l’interessamento dei proff. Cardi e Butterin, i nostri visitatori saranno accolti dalla musica che gli studenti ci proporranno… e poi tornerà a suonare dopo decenni l’organo settecentesco dell’oratorio del Rosario. Un’occasione unica da non perdere».

Info | padre Fabio Bastoni, omi (Missionari Oblati di Maria Immacolata) – Chiesa di San Domenico – piazza Tommaso Campanella, 30 – COSENZA – tel.: 0984 28179

Maniero di Ajello, un breve resoconto delle giornate dei castelli su Orizzonte Savuto

Come di consueto, ringraziamo per l’ospitalità Orizzonte Savuto, periodico del Comune di Altilia, diretto dal collega Piero Carbone.

Orizzonte Savuto, anno II, n° 5 – 1 giugno 2024, pag. 15

224 candeline per Rafele

Ecce Homo, Raffaele Aloisio, 1870, Castrovillari
“Il Cristo, a mezzo busto, è incoronato di spine ed ha le mani legate, mentre alle sue spalle uno sgherro lo percuote assistito da un personaggio in turbante”.
Da Catalogo generale Beni Culturali

Oggi, 29 maggio, è il 224esimo compleanno dell’artista di Aiello Calabro, nato nel 1800. Auguri Rafè!

CivicAmica inaugura la sede nel Centro storico di Cosenza

L’Associazione “CivicAmica” inaugura la sede nel Centro storico di Cosenza. “È con grande emozione – è scritto nell’invito rivolto agli amici della Biblioteca Civica di Cosenza – che vi invitiamo a prendere parte all’inaugurazione della sede di 𝗖𝗶𝘃𝗶𝗰𝗮 𝗔𝗺𝗶𝗰𝗮 𝗮𝗽𝘀, il prossimo 𝟮 𝗴𝗶𝘂𝗴𝗻𝗼, dalle 𝟭𝟵:𝟯𝟬 in poi, al 𝗰𝗶𝘃𝗶𝗰𝗼 𝟲𝟵, 𝗖𝗼𝗿𝘀𝗼 𝗧𝗲𝗹𝗲𝘀𝗶𝗼.Dopo ben sette lunghi anni di attività, troviamo casa nel cuore del centro storico di Cosenza, dove tutto è iniziato e tutto converge. L’associazione si è trasformata, ma lo spirito che l’accende è quello di sempre: accogliamo tutti, discutiamo con tutti, progettiamo e sosteniamo idee e intuizioni a beneficio del presente, affrontiamo le metamorfosi cercando di coglierne il senso”.

Acquappesa, 25 maggio 2024

Oggi, sabato 25 maggio 2024, per escursioni tra moglie e marito, siamo stati a Birrappesa … ops ad Acquappesa (paese natale di Luigi De Seta al quale Aiello ha dedicato il corso per via della bonifica d’u Mariciellu). Giretto in paese, e paninA (olive schiacciate e caprino) con le due birricelle consumate sulla spiaggia.
Accenno di cuda e sifune.
Buone cose a tutti, LaVuretta e Geniale

P.s. Auguri a padre Pio che oggi compie gli anni

P.p.s. Acquappesa è inoltre il paese dove si sposò giovanissimo l’Aiellese Geniale Bruni, morto come partigiano a Mauthausen nel marzo 1945).

Album foto

Emigrazione, “Ricordi della mia giovinezza” di Nicola Ianni. Presentazione all’Università di Lussemburgo

Sarà presentato oggi, martedì 22 maggio 2024, il libro di Nicola Ianni, ospite della “Facoltà di scienze umane, scienze dell’educazione e scienze sociali”, dell’Università di Lussemburgo. “Ricordi della mia giovenizza“, curato da Gisa Guidoccio, racconta la vita da fanciullo ad Aiello Calabro e la sua esperienza di emigrato, prima in Francia e poi in Lussemburgo.

Don Carlo De Cardona spiegato agli alunni di Castiglione Cosentino

Conversazione sul sagrato della chiesa madre con gli alunni delle Scuole medie ed elementari sull’opera sociale di don Carlo De Cardona e l’importanza delle banche di credito locale.


Gli alunni della Scuola media e delle classi quinte di Castiglione Cosentino, lunedì 20 maggio 2024, hanno presenziato a un’interessante iniziativa per ricordare e far conoscere l’opera sociale di don Carlo De Cardona. Al prete fondatore di numerose iniziative a favore dei contadini e artigiani calabresi, il Comune di Castiglione Cosentino, amministrato da Salvatore Magarò, ha voluto dedicare uno slargo con un cartellone in cui viene evidenziata la vita e le attività, molte delle quali svolte anche a Castiglione Cosentino e San Pietro in Guarano.
All’iniziativa hanno partecipato il sindaco Magarò, Demetrio Guzzardi, rettore dell’ Universitas Vivariensis, che da anni studia il pensiero decardoniamo e il presidente della Banca di Credito Cooperativo (BCC) Mediocrati, Nicola Paldino.
Demetrio Guzzardi ha parlato ai ragazzi, prima nello “slargo don Carlo De Cardona” e poi sul sagrato della chiesa, di don Carlo De Cardona, un prete che agli inizi del Novecento, ha dato vita alla Lega del lavoro e alle Casse rurali; tanta la passione trasmessa da Guzzardi nel raccontare ai giovani uditori le importanti opere realizzate da don Carlo De Cardona, la sua vicinanza e solidarietà ai poveri, tenendo sempre alta l’attenzione degli alunni, che con grande interesse hanno ascoltato questo meraviglioso racconto storico che ha portato alla nascita della Banca.
Il presidente Paldino ha ricordato che la BCC Mediocrati è l’unica banca ancora in vita delle 150 fondate da don Carlo De Cardona e ha sottolineato l’importanza di avere un istituto di credito locale, che opera convintamente per contribuire allo sviluppo economico e sociale del territorio dove opera.
Una bella lezione all’aperto che ha arricchito gli alunni e per la quale, il personale docente, anche a nome della dirigente scolastica, Alessandra Morimanno, hanno ringraziato il sindaco Salvatore Magarò, che ha voluto la partecipazione della Scuola a questo evento.

Domenica 26 maggio 2024 – ore 11 – Chiesa Madonna di Lourdes a Roges di Rende. Nella celebrazione della Santa Messa verrà ricordato don Carlo De Cardona con la partecipazione dei soci della BCC Mediocrati.

Castrovillari, visita alla città e un po’ di Cammino per la Francia, 19 maggio 2024

Domenica 19 maggio, per escursioni tra moglie e marito serie “trekking”, siamo stati ospiti (un privilegio) della terza tappa inaugurativa del Il Cammino di San Francesco di Paola “La Via per la Francia. In realtà ne abbiamo fatto un pezzetto da Castrovillari a monte S. Angelo e ritorno (8 km totali). Ma prima di seguire il Sole ed unirci al gruppo degli Escursionisti Paolani, che proveniva da Cassano, abbiamo visitato in mattinata le chiese aperte, il castello aragonese da fuori, ecc. Abbiamo assai scarpinato (almeno altri 8 km).
Buoni passi a tutti e viva San Francesco di Paola!

Percorso Wikiloc

Album foto visita di Castrovillari

Album foto escursione da Castrovillari a Monte S. Angelo e ritorno

Il saluto alla Calabria da Monte S. Angelo
Ormai disposto ad accettare la volontà di Dio, frate Francesco insieme ad altri tre confratelli partirono diretti al Castello di Plessis-lèz-Tours, dove risiedeva il Re moribondo. Prima di partire, Francesco impiegò un po’ di tempo per definire l’organizzazione della famiglia religiosa e per congedarsi dai tantissimi amici che aveva. Le fonti storiche non dicono nulla in merito alle modalità di viaggio fino a Napoli. La tradizione, invece, concorda nel ritenere che questo tratto sia stato compiuto a piedi, in compagnia di un asinello e che ovunque passasse la santa comitiva avvenivano grandi prodigi. Arrivato nei pressi del massiccio del Pollino, secondo alcuni su Monte Sant’Angelo, Francesco, consapevole che non avrebbe più rivisto la sua terra, si raccolse in preghiera e si voltò verso la Calabria, benedicendola per l’ultima volta. Sulla pietra dove si erano posati i suoi piedi rimasero miracolosamente incise le sue ‘pidicate’. Le pietre con l’impronta, successivamente asportate dalla montagna, sono oggi conservate una nella chiesa della Maddalena a Morano e l’altra (vedo foto sotto) nel Convento di Paterno.

Il misterioso campanellino di Babbo Natale, il nuovo libro di Gisa Guidoccio

Durante il periodo natalizio la piccola Elisa e la sua mamma si recano a casa dei nonni per addobbare come da tradizione l’albero di Natale. La bambina s’imbatte in un bellissimo campanellino di bronzo apparentemente insignificante, ma poi il nonno racconterà alla nipote la storia straordinaria di come lo ha avuto in regalo direttamente da Babbo Natale. Elisa rimane affascinata dalla storia e vorrebbe portarsi a casa il campanellino, ma non è possibile, esso deve essere meritato. E in qualche modo Elisa riceverà il suo. Età di lettura: da 4 anni.

Per acquisti online

A Monte Scuro senza limbergini, 18 maggio 2024

Oggi per escursioni tra moglie e marito niente paesi e città ma un po’ di bosco.
Dopo che abbiamo approfittato di una fontana sotto monte Scuro per dare una sciacquata alla macchina sabbiosa, una breve camminatella e poi non paninA ma pizzetta e calzone, due birricelle e due splendidi cannoli alla ricotta (ci siamo riforniti al panificio di Casole).
Buone cose a tutti da LaVuretta e Geniale

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Aiello. La villetta di via Aricella sarà intitolata agli Aiellesi nel Mondo

La villetta comunale di via Aricella (dal 2005 un tratto si chiama via Giovanni Solimena) sarà intitolata agli “Aiellesi nel Mondo”.

“L’amministrazione comunale – è scritto nella delibera di Consiglio Comunale n° 30 del 29 aprile 2024 – vuole fortemente che questo luogo di comune frequenza venga dedicato agli: “Aiellesi nel mondo”, a coloro che hanno subito nel corso degli anni il dramma dell’emigrazione. Tanta gente è sfuggita letteralmente alla fame prendendo la valigia per andare a trovare fortuna e miglior vita in posti economicamente più forti”.

Inoltre, a questa iniziativa si deve associare anche il fatto che il 2024 è l’anno dedicato alle Radici Italiane nel Mondo, così come disposto dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, attraverso la Direzione Generale per gli Italiani all’Estero e le Politiche Migratorie (DGIT), al fine di sostenere e promuove il progetto “Turismo delle Radici” quale opportunità per valorizzare le storie di emigrazione, sacrificio e successo degli avi degli italo-discendenti nel mondo e preservarne la memoria.

Il Comune di Aiello nei mesi scorsi aveva presentato un progetto chiamato “Scoprirsi Aiellesi” “che ha il fine – prendiamo le motivazioni sempre dalla delibera citata – di preservare e potenziare la cultura calabrese locale e di promuovere attività culturali partendo dalla valorizzazione del territorio e della comunità e che mira ad incentivare il ritorno degli aiellesi nel mondo attraverso attività volte alla riscoperta della terra natia al fine di riallacciare e rafforzare i legami tra questi e il nostro Paese, e che, infine gli aiellesi nel mondo con la loro costante e quotidiana opera hanno mantenuto alto il nome del nostro Paese nel mondo dandogli lustro e che è pertanto doveroso dedicare loro uno spazio del paese come riconoscenza per il contributo e per il legame che anche da lontano non hanno fatto mai mancare”.

Copiamo e incolliamo dal Blog degli Aiellesi nel Mondo, online da giugno 2007, qualche cenno su demografia ed emigrazione relativi ad Aiello Calabro.

A partire dal 1861, data in cui si realizza l’Unità italiana, il paesino conta 3.831 abitanti, come si evince dai dati del Censimento di quell’anno. Dieci anni dopo, scendono a 3.230 e nel 1881 si attestano sui 2.286. Dal 1901 sino al 1951, la popolazione cresce costantemente. Dai 3.515 dell’inizio del secolo passa ai 5.578 del 1951. Poi, la curva comincia a scendere nuovamente. Il 1961 segna 5.559; mentre nel 1971 arriva a 3.282. Scende ancora nel 1981 (2.852); per risalire di poco a 3.079 nel 1991. Nel 2001 gli abitanti erano 2.446.
Come tutti i piccoli e grandi centri soprattutto del Meridione, Aiello non è sfuggita alle grandi emigrazioni verso terre lontane in cerca di lavoro e miglior fortuna.
Tanto per dare una idea della consistenza dei flussi migratori, sappiamo che nella sola provincia di Cosenza, secondo i dati dell’Annuario statistico dell’emigrazione italiana dal 1876 al 1925, quelli che partirono per esempio nel 1905 furono circa 22 mila contro 4 mila rimpatri. Una cifra che rimane più o meno tale per tutti gli anni precedenti alla Prima Guerra Mondiale.
«Nel decennio prebellico oltre centodiecimila emigranti della provincia di Cosenza – scrive Vittorio Naccarato nel libro Le Scuole Rurali agli inizi del ‘900 (Edizioni Klipper) – non ritornano nei paesi di ori gine. Anche se non tutti si sono stabiliti definitivamente all’estero, negli Usa ed in Argentina mette radici una colonia di cosentini talmente ampia e solida, che permetterà nel dopoguerra, malgrado le drastiche restrizioni imposte dal governo statunitense, un flusso migratorio meno intenso, ma pur sempre significativo alimentato dagli atti di richiamo del capofamiglia “americano” ormai a tutti gli effetti. Diversamente l’ondata migratoria avrebbe assunto i ritmi degli anni precedenti il conflitto come dimostrano le quasi ventiduemila partenze del 1920».
Per il Circondario di Paola, citiamo ancora Naccarato, «emigra un numero di lavoratori superiore a quello della media provinciale: nel quinquennio 1901-05 partono 328 persone su 10 mila abitanti, contro i 270 dell’intera provincia. Tra i paesi di massima emigrazione nel biennio 1904-05 si trovano Amantea con 755 emigrati su 10 mila abitanti; S. Pietro con 880, Terrati con 750 e Serra con 620. Queste sono cifre da capogiro, perché sconvolgono nel volgere di pochissimi anni la vita, le abitudini e la mentalità di un buon terzo della popolazione di questi paesi, la quale stabilisce con gli USA e gli stati del Rio de la Plata rapporti molto più intensi e diretti – di natura economica, epistolari, di vivo interesse per gli avvenimenti politici – di quelli allacciati con lo Stato italiano in quaranta anni di vita unitaria».
Per quanto riguarda Aiello, facendo riferimento sempre ai dati riportati da Naccarato, registriamo un notevole flusso di emigrati. Le cifre si evincono dai dati dei diversi censimenti a partire da quello del 1861 ad arrivare a quello del 1951. Lo scarto tra la popolazione residente al momento del rilevamento e quella presente va dai meno 170 (4,4%) del 1861, a livelli più consistenti come quelli del 1911, anno in cui ben 474 Aiellesi (popolazione 4016), maschi adulti che partono da soli senza le famiglie, pari al 12% della popolazione, partono per gli Stati Uniti e l’Argentina. Non sono da meno le partenze del 1921 (313 emigrati su 4184 pari al 7,4); del 1931 (463 su 4943 pari al 9,3%); 1951 (545 su 5578 pari al 9,8%). In anni successivi, come è noto, l’emigrazione continua a spopolare il paese. Non saranno più principalmente le mete transoceaniche che gli emigrati scelgono per trovare lavoro, ma gli stati europei come Belgio, Francia e Germania; e poi le grandi città industriali del nord Italia.

Frutta di stagione, per Geniale ci vuole il provologo

Frutta di stagione al supermercato | Mi dice Geniale Adacquacerze che secondo lui, dopo aver comprato frutta al supermercato, e non sapendo di niente, è necessario istituire la figura del provologo che assaggia la frutta e se sa di acqua mbischcata ccu zucchero, intima ai gestori di orbicarla come fumíeri. Se invece i cerasa sano di cerasa, e priccocche di priccocche e via di seguito, allora si potranno vendere (ma a giusto prezzo).

Incontro a Rende con Mons. Staglianò della Pontificia Accademia di teologia

L’Associazione Mediterraneo Europeo, la sezione cosentina dell’Unione giuristi cattolici italiani, il Convegno di cultura “Maria Cristina di Savoia” di Cosenza e l’Universitas Vivariensis, hanno organizzato un incontro con mons. Antonio Staglianò – vescovo originario di Isola di Capo Rizzuto (Kr) – e presidente della Pontificia Accademia di teologia. L’incontro si terrà nella sala convegni dell’Hotel San Francesco a Rende (CS) venerdì 17 maggio 2024, con inizio alle ore 17.30. I lavori saranno introdotti dal presidente dell’Associazione Mediterraneo Europeo, Francesco Capocasale, sono previsti i saluti di Maria Pia Galasso, presidente della “Maria Cristina di Savoia” e dell’arcivescovo di Cosenza-Bisignano mons. Giovanni Checchinato. Intervengono: Enzo Ferraro, Mariella Chiappetta e Sandro Principe; modera Fabio Liparoti dell’Unione giuristi cattolici. Le conclusioni saranno di mons. Antonio Staglianò, che parlerà del rapporto tra fede e ragione, riprendendo i temi del suo ultimo libro “Ripensare il pensiero, a 25 anni dalla Fides et ratio”.

La Riserva Pedemontana di Castrovillari promuove economia e lavoro e blocca solo la speculazione

La proposta di legge 219/XIIa, a firma del Consigliere regionale Ferdinando Laghi e del Presidente della Commissione Ambiente, Pietro Raso, riguardante l’istituzione di una Riserva naturale regionale a Castrovillari, in zona pedemontana, è stata oggetto, nell’ultimo periodo, di critiche da parte di qualche esponente politico locale che ha espresso il timore di un blocco di ogni attività produttiva, compresa quella di un progetto per un impianto fotovoltaico in località “Petrosa”.
“Una Riserva naturale nella nostra Regione significa attivare un flusso importante e continuativo di finanziamenti nazionali e comunitari con ricadute lavorative ed occupazionali durature e non solo tutelare la biodiversità –esordisce il Consigliere Laghi. Nessun blocco delle attività, dunque, ma, al contrario, grande sviluppo.
A venire bloccati sono solo i tentativi di speculazione, come quello che stiamo subendo nella Petrosa, a danno delle popolazioni che vivono sui territori e con vantaggi economici solo per un pugno di persone – faccendieri e prenditori -, a tutto danno della Comunità – continua il capogruppo di “De Magistris Presidente” a Palazzo Campanella.
E risulta assai strano che quelli che oggi si scoprono sostenitori dello speculativo progetto del fotovoltaico, che si estenderebbe addirittura per 34 ettari del nostro territorio, ieri abbiano votato contro questo progetto, in Consiglio Comunale.
Anche quelli che cercano di ostacolare, con ogni mezzo, la PL di istituzione della Riserva di Castrovillari (che comporterebbe il blocco del folle progetto fotovoltaico), sono rappresentati in Regione da Consiglieri Regionali che invece hanno votato favorevolmente la proposta che, infatti, è stata approvata all’unanimità al termine dell’iter in Commissione Ambiente.
Questa proposta di area protetta – conclude Laghi- fa parte delle 12 finora depositate in Consiglio Regionale -diverse delle quali già approvate-, da Consiglieri di maggioranza e opposizione, nel corso di questo solo primo scorcio di legislatura. Per una Calabria più bella e più ricca e per vantaggi concreti e importanti non soltanto riservati a pochi ma per tutti i Calabresi.

La Calabria al Salone del Libro di Torino 2024

Salone Libro Torino, la vicepresidente inaugura lo stand Calabria: “Offriamo un’immagine nuova della nostra regione nel panorama nazionale e internazionale”

Fonte sito Regione Calabria
“Da oggi, e per altri quattro giorni, rappresenteremo la Calabria al Salone internazionale del libro. Racconteremo la cultura della nostra terra legata alla storia, all’arte, all’archeologia con un programma fittissimo di oltre 200 appuntamenti comprendenti 85 incontri e con la presenza di oltre 220 autori, editori, giornalisti, rappresentanti istituzionali. Con la nostra presenza a questo importantissimo appuntamento letterario, nel quale troveranno spazio 41 case editrici e 20 autori calabresi, vogliamo rappresentare e veicolare i valori della nostra terra anche alle nuove generazioni. Per questo oggi inauguriamo lo stand della Regione Calabria ospitando i bimbi dell’Istituto scolastico Gino Strada di Torino, che sono il nostro presente ma anche, e soprattutto, la nostra speranza. Consegniamo ai bambini di questo importante istituto comprensivo, diretto da Oscar Maroni, che rappresentano virtualmente tutti i bimbi calabresi, il presente e il futuro della nostra bellissima regione”.
Lo ha detto la vicepresidente della Regione Calabria, con delega all’istruzione e alla cultura, alla cerimonia di inaugurazione della XXXVI Edizione del Salone Internazionale del Libro, in programma a Torino fino al prossimo 13 maggio, che ha registrato grande partecipazione e forte curiosità allo stand della Regione Calabria. Il padiglione, con una capienza di oltre 200 metri quadri, ospiterà i corners di accoglienza del pubblico, un ampio spazio incontri, il bookshop in cui ogni casa editrice avrà un adeguato spazio personalizzato, l’angolo per l’ascolto degli audio libri, uno spazio relax, videowall su cui si potranno seguire gli incontri in diretta e visionare brevi video prodotti dalle case editrici.
Uno stand con un concept stilistico che lascia predominare il blu (colore istituzionale dell’ente Regione) alternato ad altri colori caldi e intensi rappresentativi della Calabria.
La kermesse si è aperta con la presentazione del libro di Pier Vincenzo Gigliotti “Aria d’estate” (La Rondine Edizioni).
“La Regione Calabria – ha evidenziato inoltre la vicepresidente – si candida ad essere ancora una volta protagonista del Salone, superando anche i numeri già lusinghieri della scorsa edizione. Esploriamo l’incanto della Calabria. La partecipazione della Regione al Salone di Torino è una presenza consolidata nel tempo che fa della Calabria una delle principali protagoniste tra le presenze istituzionali. Voglio ringraziare tutti quelli che, insieme a me e al presidente Roberto Occhiuto, hanno contribuito a realizzare tutto ciò con la convinzione che la Cultura riveste un ruolo fondamentale nel programma di governo della Giunta regionale e con l’obiettivo di contribuire tutti insieme ad offrire un’immagine nuova della Calabria nel panorama nazionale e internazionale”.


La Madonna del Rosario di Rotonda (Pz) di Raffaele Aloisio

Sul web, nelle pagine del catalogo dei Beni Culturali, dal momento che è l’8 maggio, giorno della Supplica alla Madonna di Pompei, cerchiamo immagini inedite o poco conosciute della Madonna del Rosario dipinte dall’artista Aiellese Raffaele Aloisio, ed ecco queste due che si conservano a Rotonda (Pz). Copiamo ed incolliamo la descrizione dei due dipinti. Inseriamo anche i link alle pagine da cui le abbiamo estrapolate.

Dipinto 1 (LINK)| Il dipinto è evidentemente della seconda metà dell’Ottocento, ispirato nella composizione generale ed in quella delle singole scene a opere tardo- cinquecentesche. E’ probabile che l’autore sia lo stesso Raffaele Aloysio, attivo nella chiesa della Natività nel 1871-72, che nelle sue opere note presenta caratteri affini con quelli del nostro quadro. L’artista si rifà sempre a schemi manieristici e cerca una purezzadi forme, tornite e chiaramente definite. Il miglior confronto lo si può effettuare fra il Rosario, della nostra chiesa e l’omonimo dipinto dell’Aloysio conservato nella Natività. In entrambi ricorrono lo stesso schema compositivo, con poche varianti, delle tipologie simili ed un modo uguale di impostare rigidamente le figure.

Dipinto 2 (LINK) | Questo dipinto è ispirato nell’impianto a composizioni di gusto tardo manieristico ed è probabile che un simile dipinto tardo cinquecentesco esistesse nella zona, perchè ad esso potrebbe essersi ispirato un altro quadro di uguale soggetto, conservato nella chiesa del Rosario, anch’esso ottocentesco. Alla semplificazione e riduzione dell’impianto non corrisponde una alta qualità coloristica, in quanto si nota un gusto accademico nel voler rendere l’evidenza delle forme, a volte usando di accostamenti tonali piuttosto crudi.

Il Club alpino italiano al Salone Internazionale del Libro di Torino

Milano, 6 maggio 2024
Anche quest’anno il Club alpino italiano avrà il proprio stand al Salone Internazionale del Libro di Torino, in programma a Lingotto Fiere da giovedì 9 a lunedì 13 maggio (Padiglione 2 – Stand J161).
I visitatori troveranno tutte le pubblicazioni edite e co-edite dal Sodalizio: dalla manualistica alle guide, dalla cartografia ai saggi e alla narrativa, per adulti e ragazzi. Allo stand sarà inoltre distribuito materiale informativo e promozionale sulle attività del Cai e sui vantaggi derivanti dal tesserarsi.
Attenzione al mondo della scuola | Nella giornata di giovedì 9 maggio, un’attenzione speciale sarà riservata al mondo della scuola, con i referenti del Gruppo di lavoro Cai-Scuola che metteranno a disposizione di scolaresche e insegnanti i materiali illustrativi con le novità relative alle progettualità del Sodalizio rivolte al mondo della scuola.
«Presenteremo il nuovo video promozionale che mostra le molteplici sfaccettature delle nostre iniziative che proponiamo a docenti e alunni degli istituti di ogni ordine e grado e il nuovo portale Cai-Scuola, in fase di ultimazione», afferma Giacomo Benedetti, Vicepresidente generale del Club alpino italiano con delega al Cai-Scuola. «Allo stand metteremo inoltre a disposizione delle scolaresche dei visori con i quali ragazzi e ragazze potranno immergersi negli ambienti montani che i loro coetanei hanno visitato insieme agli Accompagnatori delle nostre Sezioni in tutta Italia».
Presentazioni editoriali | Il Cai proporrà inoltre due presentazioni nella “Sala della Montagna”, allestita nello stand Trentino (Padiglione Oval) e gestita da Trentino Marketing in collaborazione con il Trento Film Festival.
Venerdì 10 maggio alle 19:30 Andrea Zannini, dialogando con Enrico Camanni, presenterà il suo Controstoria dell’alpinismo, edito da Laterza in collaborazione con il Club alpino. Nel saggio l’autore illustra un nuovo punto di vista sulle Alpi e sulla storia della frequentazione dei territori montani, ricostruendo decine di salite compiute tra Seicento e Ottocento da cacciatori, raccoglitori di cristalli, artigiani, garzoni di monasteri, notabili di villaggi e religiosi. L’obiettivo di Zannini è mostrare come l’alpinismo non sia stato inventato «né dai curiosi illuministi settecenteschi né dalle borghesie europee in ascesa, ma trova le sue radici nella cultura e nella società alpina, e i suoi “inventori” nelle popolazioni che hanno abitato le nostre Alpi».
Sabato 11 maggio alle 11:45 toccherà al volume Le ossa della Terra. Primo Levi e la montagna, pubblicazione del Museo nazionale della montagna di Torino che accompagna l’omonima mostra attualmente in esposizione. Oltre ai testi dei curatori e alle immagini dei documenti e delle opere esposte, il catalogo accoglie contributi di Enrico Camanni, Massimo Gentili Tedeschi, Giuseppe Mendicino, Alessandro Pastore, Marco Revelli e Domenico Scarpa.
Il Salone Internazionale del Libro di Torino | Il Salone del Libro riunisce ogni anno a Torino tutta la filiera del libro (case editrici, scrittori, librai, bibliotecari, agenti, illustratori, traduttori e lettori), dando vita a un grande festival internazionale della cultura: quest’anno sono previsti 2.000 ospiti da ogni parte del mondo per un totale di 1.200 eventi, con i quali coinvolgere la comunità di lettrici e lettori di ogni età che incontreranno autrici e autori italiani e internazionali, e avranno modo di scoprire le opere delle case editrici presenti.
Per tutte le informazioni: www.salonelibro.it

“Ciellini ad Arcavacata” al Salone del Libro

La notizia dell’apertura della fase testimoniale della causa di beatificazione di don Luigi Giussani, fondatore di Comunione e Liberazione, rappresenta un’occasione per rivisitare la storia del movimento e delle sue comunità, diffuse non solo in Italia. Una presenza originale e incisiva quella di CL, guardata con sospetto e aperta avversione dalla stampa laica e di sinistra, negli anni Settanta e Ottanta attraversati dal terrorismo, da violente contrapposizioni ideologiche, da imponenti moti di contestazione.
Il libro di Mario De Filippis, Ciellini ad Arcavacata, (Cosenza, Editoriale progetto 2000, pagine 152, molto illustrato), ricostruisce la formazione di una vivace, combattiva comunità ciellina nel cantiere dell’Università della Calabria, che inaugura il suo primo anno accademico nel 1972. Alcuni giovani ricercatori, appartenenti al movimento di don Giussani, giungono in Calabria per partecipare alla nascita di questo importante centro di ricerca e formazione, istituito dopo un acceso dibattito nazionale tra le migliori menti della politica del tempo (Riccardo Misasi, Giacomo Mancini, Beniamino Andreatta), con il proposito dichiarato di condurre la regione fuori dalla sua arretratezza storica. L’Università della Calabria sorge con un impianto di campus anglosassone, il primo del genere in Italia, dotato di un Centro residenziale che ospiterà studenti e docenti, e servizi di mensa e trasporto. Un luogo che per la prima volta riunisce i giovani di questa regione, riducendo sensibilmente l’emigrazione verso le tradizionali città universitarie, un esperimento sociologico e culturale di grande portata.
Anche il mondo cattolico si interessa al progetto, papa Paolo VI sceglie un suo amico personale, mons. Enea Selis, come arcivescovo di Cosenza, nella cui diocesi ha sede il nuovo ateneo, per seguire con un’attenzione particolare questa importante realtà giovanile.
Nelle pagine di Ciellini ad Arcavacata si ripercorrono questi anni così fecondi e carichi di promesse, attraverso il racconto della vita della comunità, un gruppo di giovani in un percorso di fede, di testimonianza, di lettura della realtà. Si tratta di giovani, a volte baldanzosi come tutti i ragazzi, a volte impreparati alle sfide poste dal dibattito politico e culturale. Nel contesto di un campus in crescita, in una regione interessata da un processo di trasformazione non sempre governato nel modo migliore.
Un ricco apparato di documenti, foto e schede accompagna e aiuta il lettore a entrare in anni ormai così lontani: chi erano i primi ciellini (1976-1989) che ad Arcavacata portarono il verbo di don Giussani? Come facevano a conoscere tutto del Samizdat russo e del sindacato polacco Solidarność? Perché venivano preferiti i canti alpini a quelli goderecci silani? Dove erano i luoghi della caritativa cosentina? Cos’era il raggio e chi vi partecipava? E la diaconia? Come si traduceva l’esperienza del movimento in un contesto come quello calabrese?
Dopo quasi quarant’anni, un recupero della memoria di una presenza significativa all’Unical. Il volume di Mario De Filippis, è suddiviso in otto capitoli, con schede e illustrazioni. Oltre alla presentazione l’editore Demetrio Guzzardi ha firmato dei testi, pubblicati in appendice, in cui ricorda l’esperienza di solidarietà verso i terremotati dell’Irpinia e il recupero della figura di don Carlo De Cardona, il prete cosentino che nei primi anni del Novecento, fu l’animatore intrepido del Movimento sociale cattolico, nato dopo la promulgazione
della Rerum novarum di Leone XIII.
L’AUTORE DEL VOLUME | Mario De Filippis è nato a Cosenza nel 1961, si è laureato in Storia all’Università della Calabria. Docente di materie letterarie nella scuola superiore. Ha già al suo attivo diversi volumi sulla storia politica del Novecento cosentino. Con l’Editoriale progetto 2000 ha pubblicato «Una provincia fuorilegge?». Momenti dello scontro fra Destra e Sinistra in Calabria Citeriore (1999) scritto a due mani con Carmen Ambriani e Storia, società, istituzioni, fede e pietà popolare a Marano Marchesato. La Chiesa parrocchiale di Santa Maria del Carmelo (2000). Giornalista pubblicista, collabora con quotidiani, periodici e siti online.

Salone internazionale del libro di Torino (Lingotto Fiere) – Stand della Regione Calabria (padiglione Oval, U138-V137), domenica 12 maggio 2024, ore 19.00, presentazione del volume Ciellini ad Arcavacata, introduce e coordina Demetrio Guzzardi (direttore Editoriale progetto 2000), intervengono: Carmen Ambriani (Universitas Vivariensis), Rino Giovinco (direttore Biblioteca comunale di Bisignano), Andrea Gualtieri (giornalista la Repubblica), Mario De Filippis (autore del saggio).
L’incontro lo si può seguire in diretta sulla pagina facebook del Sistema Bibliotecario Lametino.

Decollatura e Soveria Mannelli (di passaggio), 4 maggio 2024

Album foto (telefoniche)

Nel mentre LaVuretta e Geniale si mettono in macchina per dirigersi verso qualche paese di Calabria da visitare, a Geniale viene in mente una immagine un po’ ridicola: pensa che gli abitanti di questi paesi, dal momento che è sabato, e che sanno che i due esponenti di escursioni tra moglie e marito stanno per partire, siano tutti “arremurati”. “Verranno da noi?” si domandano. “E se fosse proprio il nostro paese tappa del loro peregrinare sabatale? C’hame fare trovare armenu nu paniniellu e na birricella frisca? E sinnò, po ne critichenu”. E così, questo pensiero Geniale lo racconta a LaVuretta, e via sch-caccate de risa ‘ntra a machina…
Fatto il non necessario preambolo, andiamo al sodo: “ma a Decollatura ci siamo mai stati? No. E allora andiamoci”, si dicono i due. Scelgono la strada più curvosa, che passa da Motta S. Lucia, già visitata. Arrivati a Decollatura (sul perché si chiami così ci sono diverse ipotesi), un caffè al bar (più treccia alle noci) e chiacchierata con il barista della piazza principale. Poi visita alla chiesa di San Bernardo, e un giro per il paese. Pur essendoci la chiesa di S. Chiara e il castello Cianflone pure da vedere, non riescono, perché a piedi sono un po’ distanti e poi perché c’è una leggera pioggerellina e anche perché non si sono ben documentati (sul sito che consultano solitamente non c’è Decollatura ma nemmeno Soveria Mannelli!). Dunque, fanno la paninA con un bel caso caprino (per Geniale anche schiacciata) e le solite due birricelle che consumano al sole (ma poco prima schicciuliave). Non resta che ritornare a Cosenza, ma questa volta fanno la strada per Soveria Mannelli dove entrano nella chiesa di San Giovanni Battista. Proseguono per Coraci e poi via verso casa.
A voi le foto della mattina. Buone cose a tutti
LaVuretta e Geniale

Giornate nazionali dei castelli a Vibo. Tra le relazioni, quella sul castello di Ajello

Sabato 11 e domenica 12 maggio si svolgeranno a Vibo Valentia le Giornate Nazionali dei Castelli con visite al Castello di Vibo Valentia e un convegno su studi, restauri e valorizzazione dei castelli. Rappresentanti delle Istituzioni, ricercatori, amministratori, operatori del settore, esperti di valorizzazione discuteranno dell’argomento portando la loro esperienza e riflettendo sulle buone pratiche di gestione di beni così particolari come i castelli.
Tra le relazioni, quella sul castello di Ajello, peraltro anche sulla locandina con il disegno dell’Orlandi del 1770.

Dettagli del programma in locandina.

Timpa d’a Calandia. Un pannello con la poesia di Verduci per ricordare u zu Ntoni u picciune e za Rusaria a bombara

A breve, il restauro del castello di Aiello Calabro sarà terminato e così, ci sentiamo di proporre (altre idee verranno magari anche dopo), l’installazione di un pannello da collocare nei pressi della Timpa della Calandia, in occasione della futura riapertura. Come i più “anziani” sapranno, dalla Calandia molti anni fa (non so nemmeno quando) cadde un uomo – mio lontano parente – per recuperare una pecorella. U zu ‘Ntoni ‘u Picciune (il soprannome è dovuto al fatto che volò da sopra la rocca del castello nella sottostante Aricella, morendo). Peppe Verduci ne aveva dipinto le figure di marito e moglie, ‘u zu ‘Ntoni e lla za Rusaria ‘a Bombara, nella poesia che segue.

Guardia Piemontese, 1 maggio 2024

Album foto (telefoniche)

Una giornata, quella del Primo Maggio, che non si poteva stare a casa. Scartiamo la Sila perché magari meta ambita e scegliamo la costiera tirrenica. Saliamo da San Fili e poi scendiamo dai tornanti della vecchia strada della Crocetta. Poco prima di Paola c’è già fila per San Francesco di Paola (niente in confronto alle fila chilometrica che ha trovato chi è sceso all’ora di pranzo), ma c’è poco da aspettare e così guadagniamo il via libera per Guardia Piemontese. Arrivati in paese incontriamo poche persone, peccato non c’è un bar né aperto né chiuso. In compenso, ci sono scorci particolari come quelli dei carruggi e dell’Angrogna (si dice anche da noi andare in una ngrogna). Le due belle chiese di S. Domenico e S. Andrea sono aperte e le visitiamo. Puntata d’obbligo anche alla Torre, simbolo di Guardia. E in ultimo, la Porta del sangue, a testimonianza delle persecuzioni dei Valdesi di lingua occitana. Siamo fortunati, e troviamo anche aperto il Centro di cultura “Gian Luigi Pascale” e un disponibilissimo signor Fiorenzo che ci fa da guida nel museo che ha creato lui stesso nel 2011.
Ci sarà magari anche altra occasione per fare i percorsi valdesi sulle montagne vicine, ricche di flora e fauna, che collegavano le comunità valdesi di Calabria.
Intanto buon Primo Maggio e conosciamo e amiamo la nostra Calabria.
Buone cose e buoni passi.
LaVuretta e Geniale

San Lucido, 27 aprile 2024

Album foto (telefoniche)

Oggi, sabato 27 aprile, complice la piacevole temperatura in rialzo, i sottoscritti LaVuretta e Geniale, che siamo noi, lasciamo Cosenza e ci dirigiamo a San Lucido. La scelta odierna è dovuta al fatto che ieri ad Aiello, nostro paese di origine, è iniziato il novenario per la festa del 5 maggio prossimo e siccome le Sacre Reliquie di San Geniale (estratte dalle catacombe di San Lorenzo in Roma) furono donate nel 1667 al Cardinale Alderano Cybo dal Rev. Marco Antonio Oddo, Vescovo di Gerusalemme e Cardinale Vicario di Roma, insieme anche a quelle di San Lucido Martire, abbiamo seguito la particolare suggestione ed eccoci a San Lucido, paesone assai attrattivo, da cui si gode il panorama sul mar Tirreno e sulla Catena Costiera. Giro di prassi nel centro storico, visita alla chiesa di San Giovanni Battista, patrono della cittadina, dove c’era in procinto la celebrazione di un matrimonio, presenti diverse opere di Pascaletti, e poi il castello Ruffo, che però non è visitabile. Facciamo tappa anche alla chiesa dell’Annunziata, e poi, indicataci da una cordiale ragazza, troviamo anche la più antica chiesetta della Pietà, nascosta in mezzo al centro storico. PaninA fatta in un negozio di prodotti tipici (farcitura pecorino e salame io, e pecorino e pomodori secchi muglierma), che abbiamo mangiato sulla panoramica guardando il mare (i genti facevano i bagni) e bevendo la birricella fresca. Ci siamo viziati un po’ e per concludere anche un cannolo alla ricotta per me e una sfogliatella per LaVuretta. Da San Lucido abbiamo solo guardato l’eremo di Monte Persano, primo nucleo abitato del paese (ma per la storia consultate internetto), dove andremo qualche altra volta. Non resta che tornare in città, a Cosenza.
Per ora è tutto, buone cose e alla prossima.
Vostri LaVuretta e Geniale

Aiello Calabro, 26 aprile 2024

Album foto

ll castello di detta terra de più principali di tutto il regno, forte di sito, et artificiosamente situato in luogo alto, et sopra una pietra; la quale è tanto alta, che sopravanza tutta la terra. Tiene à torno di se buono spatio di territorio, il quale è del Barone; et cinque porte ferrate, ponte levatoro, con torri, torneri, cittadella, et altre buone parti; le quali per brevità si tacciono. Ha una bellissima prospettiva; perché si scuopre il mare, et grandissimo spatio di terra. Sono nel detto castello tre oratorij ornati, et una cappella nel cortiglio, che è juspatronato del Signore, con vinticinque ducati di entrata l’anno. Nel cortiglio, che è assai grande, vi sono quattro cisterne; una delle quali si intonicò con mistura fatta di polve di coralli, che costò assai danari. Et cosi l’acqua è di quella chiarezza, soavità, et eccellentia, che si può desiderar. In conclusione è di inespugnabile fortezza. Le stanze et habitationi del quale sono grandi, accomodate, et reali.

Relazione Barbaro, 1565

Saracena, 25 aprile 2024

Saracena 25 aprile 2024 | Vale lo stesso se è giovedì e non sabato fare un’uscita targata “escursioni tra moglie e marito”? LaVuretta e Geniale pensano di sì e partono per andare a Oriolo, ma strada facendo si pentono (solo una dilazione) e dirottano verso Saracena. Con poco meno di un’oretta da Cosenza, ecco il paese che sorge ai piedi dell’Orsomarso. Arrivati, non sento bene il navigatore e invece di andare a destra, vado a sinistra e per poco con l’auto non ci orbichiamo in una stretta vinella. Qualche manovra e riesco a girarmi e tornare sui nostri passi e parcheggiamo in piazza XX settembre. Caffè di rito e giro a zonzo per il centro storico: la chiesa di San Leone, patrono di Saracena e i vari vicoli. È ora di pranzare ma non troviamo aperto il ristorante indicatoci e così ci viene in soccorso Luciano che ci consiglia il bar in piazza che fa toast (meglio di niente) che mangiamo con le solite due birricelle, e in aggiunta, offerto dalla signora del bar pasticceria, assaggiamo il buonissimo moscato di Saracena (solo un bicchierino, ma poi compriamo anche una bottiglia) e per finire ci sta un bel gelato artigianale. Ci propongono anche un giro ad un laghetto e alla grotta di San Michele Arcangelo, ma è un anello di circa 8 km e siccome è già pomeriggio lo rimandiamo ad altra data. Però c’è ancora altro da visitare. Scendiamo nella parte bassa per la chiesa di Santa Maria del Gamio, che troviamo aperta per lavori di preparazione della festa del Santissimo Crocefisso del 5 maggio. Il signor Leone molto disponibile ci apre il museo e la cripta che custodisce un crocefisso del ‘600. Ci sarebbe altro da vedere come il convento dei Cappuccini e la chiesa di Santa Maria delle Armi. Completeremo in futuro. Intanto vogliate gradire le foto telefoniche che abbiamo scattato.
Buone cose a tutti e alla prossima.
Vostri LaVuretta e Geniale

Album foto (telefoniche)

XII edizione del premio letterario e delle arti a San Marco Argentano

L’associazione intercomunale “La Città del Crati” nel promuovere il territorio, da oltre 25 anni, ha consolidato alcune iniziative che hanno lo scopo di scoprire talenti e di dare riconoscimenti di alto merito a personaggi calabresi. L’associazione ha nel suo logo un ponte che unisce le due rive del Crati, un simbolismo per mettere in comunicazione le comunità attraverso iniziative culturali, spettacoli e sportive; da sempre ha al suo fianco le istituzioni locali e altri enti che perseguono lo stesso obiettivo: mostrare una Calabria diversa da quella dipinta dalle cronache nazionali.
Il Premio anno dopo anno si perfeziona e si orienta, modellandosi al luogo in cui si svolgerà; quest’anno la manifestazione è ospitata a San Marco Argentano, sede di diocesi con la cattedrale e la sua cripta tra le più belle dell’intera regione, da non sottovalutare la meravigliosa e conservata torre.
Il “Premio Letterario e delle Arti”, giunto quest’anno alla sua dodicesima edizione, è dedicata all’editoria religiosa; è un evento che vuole incentivare a leggere libri, a conoscere gli autori, ma soprattutto a mettere in evidenza artisti che operano in Calabria. La manifestazione si terrà sabato 27 aprile 2024, con inizio alle ore 17 nella sala convegni della Chiesa di Santa caterina; interverranno il vescovo di San Marco argentano-Scalea mons. Stefano Rega; il sindaco di San Marco Argentano Virginia Mariotti; l’editore cosentino Demetrio Guzzardi, l’art director del Premio Ermanno Arcuri e il giornalista Enzo Baffa Trasci.
Il “Premio Letterario e delle Arti”, nasce nel 2010, la prima edizione è ospitata dal Comune di Mongrassano; ad annunciare l’evento un dipinto poi riprodotto su un telo realizzato per l’occasione dal maestro della vetrofusione Silvio Vigliaturo con la scritta: “È ancora possibile…”, una frase che sintetizza l’impegno dell’Associazione “La Città del Crati” che attraverso tanti appuntamenti vuole valorizzare la Calabria che non ti aspetti, ricca di talenti e persone colte, probabilmente degli idealisti, ma prodighi a dare il meglio per esaltare una terra che ha una storia millenaria.
Le altre edizioni hanno portato il Premio in luoghi caratteristici nel territorio: Lattarico, San Demetrio Corone, Bisignano, San Martino di Finita, Santa Sofia d’Epiro, San Vincenzo la Costa, Rose. Tra gli autori di libri sul podio del Premio: il magistrato Nicola Gratteri; Michele Chiodo; Mario Iazzolino dell’Unical; Franco Nigro Imperiale regista teatrale; il preside nonchè già sindaco di Bisignano, Rosario D’Alessandro; il medico-musicista di Cariati, Cataldo Perri; il poeta Angelo Canino per i suoi scritti in vernacolo acrese; il poeta Ferruccio Greco; don Emilio Salatino per uno studio antropologico su San Francesco di Paola; l’artista arbëreshe Alfio Moccia (da poco scomparso); il maestro della pittura Rosario Turco; Assunta Scorpiniti, giornalista e scrittrice; Filomena Rago per le sue poesie; la giornalista Annarosa Macrì; ma sono tanti i nomi che in questi anni sono stati protagonisti dell’unico premio itinerante che promuove il territorio attraverso i personaggi. La storia del Premio ha visto collaborazioni con le principali case editrici calabresi; la Rubbettino di Soveria Mannelli, Pellegrini di Cosenza, Ferrari di Rossano, Apollo di Bisignano e quest’anno l’Editoriale Progetto 2000 di Demetrio Guzzardi che programmaticamente vuole essere una casa editrice che racconta la religiosità in Calabria.
Questi i nomi dei premiati del 2024: mons. Luigi Renzo, suor Lina Pantano, le Suore Battistine; Antonio Modaffari, Elena Maria Cozzupoli e Cesare Reda.
– mons. LUIGI RENZO vescovo emerito di Mileto-Nicotera-Tropea: «Ha al suo attivo tantissimi volumi stampati; le sue ultime pubblicazioni sono tutte orientate a far conoscere la grande santità calabrese; un “mosaico di bellezza e di esemplarità, che costituisce il miglior panorama della terra di Calabria”».
– suor LINA PANTANO superiora generale delle Suore Battistine: «Ha studiato la vita e il carisma di Sant’Alfonso Maria Fusco, fondatore della Congregazione di San Giovanni Battista, e recentemente ha pubblicato una biografia su suor Crocifissa Militerni (1874-1925) nativa di Cetraro, di cui è in corso la causa di beatificazione».
– ANTONIO MODAFFARI giornalista de La Presse e scrittore «Ha dato vita a un gruppo civico, che ha svolto tante iniziative, tra cui la pubblicazione di un libro, per far conoscere l’azione spirituale di mons. Agostino Castrillo, che nei pochi mesi del suo servizio episcopale nella diocesi di San Marco e Bisignano ha mostrato qual è il compito di un vescovo: pregare e soffrire».
– ELENA M. COZZUPOLI artista e scrittrice: «Oltre all’impegno in campo giuridico e nel volontariato, dedica molto del suo tempo alle arti; la sua passione per la musica classica si intreccia con la sua inclinazione per la pittura e la scrittura; da segnalare il suo libro su Maria Maddalena, la figura femminile che annuncia la risurrezione di Cristo».
– CESARE REDA poeta e artista “delle croci”: «La sua antologia di poesie “Semplici preghiere” racconta piccole cose, che sembrano farsi e disfarsi da sè, giungendo a un’armonia fatta di sensibilità e di ragione. Reda è l’artista “delle croci”, costruite con pietre e conchiglie di mare, che ci richiamano alla preghiera».

Montagnaterapia, cinema ed editoria: il Cai al Trento Film Festival

Tra fine aprile e inizio maggio nel capoluogo trentino in programma la proiezione del filmato targato Cai “Cambiamenti in quota”, le anteprime nazionali dei film “Monte Corno” e “Marmolada 03.07.22” e le presentazioni dei libri “La vita negli occhi” e “Controstoria dell’alpinismo”.

Milano, 23 aprile 2024
Il Club alpino italiano, in occasione del prossimo Trento Film Festival, presenterà le potenzialità curative della montagna, con un evento intitolato “Montagnaterapia”, in programma sabato 4 maggio alle 17 presso la Sala della Filarmonica (via G. Verdi, 30).
L’appuntamento prevede la proiezione del filmato “Cambiamenti in quota” di Alessandro Beltrame, che racconta tre dei progetti attivi in tutta Italia che prevedono la frequentazione della montagna a scopo riabilitativo-terapeutico: “Di passo in Passo”, a cura di Asst Spedali Civili Brescia con il Cai Sem Milano; “Diabtrekking”, a cura di Associazione Jada, ospedale di Cuneo e ospedale Regina Margherita di Torino con il Cai Cuneo; “Contaminiamoci”, a cura di Associazione Italiana Persone Down sezione Potenza con il Cai Potenza.
Saranno presenti in sala i protagonisti di questi progetti (volontari Cai, operatori professionali e pazienti) che, con le loro testimonianze, racconteranno quanto gli ambienti montani siano terreno fecondo per la trasformazione personale.
A partire dagli anni ’90, il Club alpino italiano si è unito a enti, aziende sanitarie e associazioni per progetti che utilizzano la montagna come strumento terapeutico per affrontare disagi mentali, dipendenze, disabilità fisiche, cognitive e malattie specifiche. Il Cai, con oltre 150 Sezioni coinvolte che mettono a disposizione un accompagnamento qualificato, ha esteso oggi il proprio sostegno anche ai gruppi a rischio sociale. Questo approccio bio-psico-sociale sposta l’attenzione dalla malattia alla promozione della salute, contrastando l’isolamento e l’apatia emotiva.
Interverranno il Presidente generale del Cai Antonio Montani, il regista Alessandro Beltrame, Ornella Giordana, componente del Struttura operativa di Accompagnamento solidale in montagnaterapia ed escursionismo adattato e Marco Peruffo, alpinista con diabete di tipo 1.
“Monte Corno – Pareva che io fussi in aria” | Il Trento Film Festival ospiterà l’anteprima nazionale del documentario “Monte Corno – Pareva che io fussi in aria” (Italia, 2024, 72 minuti), diretto da Luca Cococcetta e prodotto da Visioni Future. Il Cai è main sponsor del film, che vede inoltre il contributo della Direzione generale Cinema e audiovisivo.
A 450 anni di distanza, la pellicola ripercorre fedelmente la storia e l’avventurosa salita del 19 agosto del 1573, che portò Francesco De Marchi sulla vetta rocciosa del Corno Grande, nel massiccio del Gran Sasso, realizzando un’impresa epica per il suo tempo: raggiungere una cima per la curiosità di salire quella che lui riteneva essere la montagna più alta d’Italia.
Intrecciato alla ricostruzione in fiction, il film contiene un racconto documentaristico, in cui esperti e conoscitori dell’impresa, come Vincenzo Brancadoro, gli storici Stefano Ardito e Roberto Mantovani, l’alpinista Hervé Barmasse e il geologo Mario Tozzi, parlano della figura storica di De Marchi direttamente dai luoghi della scalata alla vetta del Gran Sasso.
Il film è stato selezionato nel programma “ALP&ISM” del Trento Film Festival, sezione dedicata ai più spettacolari film di alpinismo, arrampicata e avventura, e concorrerà per il premio del pubblico al miglior film di alpinismo Rotari.
La presentazione ufficiale è in programma mercoledì 1 maggio alle ore 19 al Multisala Modena. Interverranno il regista Luca Cococcetta e l’attore Massimo Poggio, interprete di De Marchi, che, insieme alla troupe, ha girato tutto il film a quasi 3.000 metri di altitudine, senza ricorrere a controfigure o a scene girate in studio.
“Monte Corno” sarà proiettato anche sabato 4 maggio alle 15, sempre al Multisala Modena.
“Marmolada 03.07.22” | Anteprima italiana anche per “Marmolada 03.07.22” (Italia, 2023, 76 minuti), documentario scritto e diretto da Giorgia Lorenzato e Manuel Zarpellon e prodotto da Cineblend con il contributo del Cai.
Il film ospita il racconto corale dei soccorritori dell’immane crollo che, lungo i pendii della Marmolada, da Punta Penia al Fedaia, ha travolto diverse persone, uccidendone undici, nel luglio del 2022.
Il lavoro mette insieme interviste, materiale di repertorio inedito e riprese attuali, in un unico linguaggio narrativo che restituisce l’impotenza dell’uomo di fronte alla forza di una natura ferita e stravolta.
“Marmolada 03.07.22” fa parte del programma “Orizzonti vicini” del festival, dedicato ad autori, produzioni, storie e protagonisti del Trentino Alto Adige.
Proiezioni lunedì 29 aprile alle 19 al Supercinema Vittoria e venerdì 3 maggio alle 21:15 al multisala Modena.
Editoria | Saranno due i libri della produzione editoriale targata Club alpino italiano che avranno un proprio spazio al Trento Film Festival: sabato 27 aprile alle 10:30, presso il Salotto letterario di MontagnaLibri in Piazza Duomo, Jacopo Merizzi presenterà il suo “La vita negli occhi”, in uscita proprio a fine aprile per la collana “Personaggi” edita dal Cai.
Sassista nell’anima e strenuo difensore della Val di Mello, l’autore, dialogando con Fausta Slanzi, racconterà la sua professione di guida alpina, la passione per l’archeologia e, soprattutto, le sue avventure in giro per il mondo, che lo hanno portato dalle gelide pareti dell’Antartide alle calde falesie di Yosemite, dalle ghiacciate gole della Valmalenco a un’Albania congelata nel tempo, dalle profonde grotte delle Apuane alle caverne del Chiapas in Messico.
Martedì 30 aprile alle 16, sempre presso il Salotto letterario di MontagnaLibri in Piazza Duomo, sarà il turno del libro “Controstoria dell’alpinismo” di Andrea Zannini, edito da Editori Laterza e Cai.
Dialogando con il giornalista Fabrizio Torchio, Zannini illustrerà un nuovo punto di vista sulle Alpi e sulla storia della frequentazione dei territori montani, ricostruendo decine di salite compiute tra Seicento e Ottocento da cacciatori, raccoglitori di cristalli, artigiani, garzoni di monasteri, notabili di villaggi e religiosi. Nel libro l’autore intende mostrare come l’alpinismo non sia stato inventato «né dai curiosi illuministi settecenteschi né dalle borghesie europee in ascesa, ma trova le sue radici nella cultura e nella società alpina, e i suoi “inventori” nelle popolazioni che hanno abitato le nostre Alpi».

Fuscaldo, 20 aprile 2024

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Oggi, sabato 20 aprile, slittamento di escursioni tra moglie e marito al pomeriggio. Dunque, niente paninA, perché “siamo andati già mangiati”. Tappa, scavallando la Catena Costiera e guardando il mare, a Fuscaldo, paese bello, denominato dei 100 e più portali e in verità molti davvero superbi (qui c’era una scuola di scalpellini), altrettanti bei palazzi, scorci di vicoli suggestivi, diverse chiese (però chiuse), centro storico, almeno nel pomeriggio, spopolato… Insomma, paese da visitare! E siccome un po’ schicciuliave, fatta la camminata nel paese che ha dato i natali a Vienna, madre di San Francesco nostro, non potevamo, sulla via del ritorno a Cosenza, non passare da Paola. Eccezionalmente, c’era la S. Messa nella vecchia chiesa e così ci siamo trattenuti per la celebrazione religiosa.
Buone cose e alla prossima.
LaVuretta & Geniale

Giornata mondiale del libro a Casali del Manco

Il 23 aprile, giornata mondiale del libro, si ricorda la scomparsa di alcuni dei più alti rappresentanti della letteratura mondiale: Shakespeare, Cervantes e Garcilaso de la Vega. In Catalogna, in cui si festeggia San Giorgio (Sant Jordi), le persone che si vogliono bene si scambiano un libro e una rosa. Una serie di associazioni (Macchia Antico Borgo – Art house – Universitas Vivariensis – Sguardi Ecologici – Convegno di cultura “Maria Cristina di Savoia” della Presila cosentina) hanno deciso di festeggiare la giornata mondiale del libro con una serie di iniziative che si terranno martedì 23 aprile 2024 (con inizio alle ore 18.30) a Macchia di Spezzano Piccolo – nel comune di Casali del Manco (CS) nella sede dell’Art house in via Guido Rossa 42 (arrivati a Casole Bruzio, prendere lo svincolo dell’Hotel Virginia e a pochi metri dopo l’ex Comunità Montana si trova l’Art house).
Dopo i saluti introduttivi di Assunta Mollo (direttore artistico Art house), di Davide Serra (presidente dell’associazione culturale Macchia Antico Borgo), di Agatina Giudiceandrea (dirigente scolastica “Casali del manco 2”), di Erminia Barca (responsabile “La Biblioteca”), di Luigia Granata (presidente “Maria Cristina di Savoia” Presila cosentina) e di Giuseppe Curcio (presidente Anppia), verrà presentato, con l’ausilio di alcune immagini d’epoca, il libro di Roberta Fortino “1943 Cosenza bombardata. E la morte arrivò dal cielo” pubblicato dalla casa editrice Progetto 2000 di Cosenza; saranno presenti l’autrice e l’editore Demetrio Guzzardi.
A seguire un intervento musicale del duo pianistico Maria Roberta Milano e Giuseppe Maiorca. Nella sala espositiva ci saranno opere di Assunta Mollo sul tema della guerra e della pace e la scultura in cartapesta realizzata da Aurelio Morrone, libera interpretazione del monumento di Cesare Baccelli per i bambini morti sotto le bombe del 12 aprile 1943.

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Il progetto K2-70 del Cai promuove la prima missione glaciologica sul K2

22 aprile, giornata mondiale della Terra. L’importanza dello studio sui ghiacciai per avere informazioni cruciali sull’evoluzione del clima globale.

Milano, 17 aprile 2024
Un team italo pakistano studierà per la prima volta neve e ghiaccio del Karakorum per comprendere gli impatti dei cambiamenti climatici sulla regione e preparare una futura missione Ice Memory sul ghiacciaio Godwin-Austen, ai piedi del K2: questa una delle ambiziose iniziative che fanno parte del progetto K2–70 di Club Alpino Italiano dedicato alla celebrazione del 70° anniversario della prima salita del 1954. Ice Memory è un progetto di ricerca internazionale riconosciuto dall’UNESCO con un duplice obiettivo: raccogliere e conservare campioni di ghiaccio prelevati dai ghiacciai di tutto il mondo che potrebbero scomparire o ridursi moltissimo a causa del riscaldamento globale. L’Italia è tra i capofila del progetto, sotto la guida del dell’Istituto di Scienze Polari del Consiglio Nazionale delle Ricerche (ISP-CNR) e l’Università Ca’ Foscari Venezia, assieme alla Fondation Université Grenoble Alpes (FR).
Per la pima volta delle alpiniste italiane e pakistane – Federica Mingolla, Silvia Loreggian, Anna Torretta, Cristina Piolini, Samina Baig, Amina Bano, Nadeema Sahar, Samana Rahim assieme alla dott.ssa Lorenza Pratali, alpinista e ricercatrice dell’Istituto di Fisiologia del Cnr esperta in medicina di montagna – partiranno insieme per una spedizione destinata a lasciare un’impronta importante nella storia dell’alpinismo italiano, non solo per l’impresa sportiva ma soprattutto per l’esperienza umana, il valore e il lascito che rappresentano il cuore di questo progetto. E in occasione di questo giubileo di platino il progetto del Cai desidera lasciare un’eredità importante perché celebrare la conquista del K2 significa anche ricordarne il valore scientifico: nel 1954 Ardito Desio guidò, oltre agli alpinisti, un gruppo di ricerca sulla geografia, geologia e topografia dell’area. Oggi, a 70 anni di distanza e in occasione della Giornata Mondiale della Terra – la più grande manifestazione ambientale del pianeta, in cui tutti i cittadini del mondo si uniscono per celebrare la Terra e promuoverne la salvaguardia – la spedizione K2-70 ribadisce l’importanza dell’esplorazione scientifica e supporta un team composto da scienziati italiani e pakistani che lavoreranno sul ghiacciaio Godwin-Austen. L’intento è studiare per la prima volta la neve e il ghiaccio di quella regione così cruciale per gli equilibri del subcontinente indiano. 
La missione, che partirà dall’Italia a metà giugno e durerà circa 40 giorni, con 10 giorni di attività di ricerca in campo, è organizzata dall’Istituto di scienze polari del Consiglio nazionale delle ricerche e dall’Università Ca’ Foscari Venezia, entrambi enti co-fondatori della Ice Memory Foundation, assieme a EvK2CNR, con il supporto della Environmental Protection Agency del Gilgit-Baltistan, Fondazione Università Ca’ Foscari Venezia, con il contributo del CAI e del Ministero dell’Università e della Ricerca. 
L’obiettivo principale della spedizione scientifica è quello di valutare la fattibilità di una perforazione profonda nel Karakorum pakistano. In quest’area solo il ghiacciaio di Guliya, ubicato nel Tibet settentrionale, è stato perforato in passato. Il team estrarrà alcune carote di ghiaccio superficiali arrivando fino a 12-15 metri di profondità nella porzione più elevata del ghiaccio Godwin-Austen, ad una quota compresa tra i 5500 e 6000 metri. Inoltre, sarà misurata la temperatura nel ghiacciaio, saranno raccolti campioni di neve per verificare la presenza di contaminanti e saranno svolte delle indagini geofisiche per comprendere la conformazione del terreno e del ghiacciaio. Grazie al progetto internazionale Ice Memory, questo eccezionale campione di ghiaccio contenente informazioni sul clima e sull’ambiente himalayano del passato potrebbe essere conservato in Antartide in una ‘biblioteca’ dei ghiacci pensata per le future generazioni di scienziati, che non avranno più a disposizione i ghiacciai così come li vediamo oggi, a causa del cambiamento climatico. 
«Quest’anno festeggiamo il 70esimo anniversario della spedizione sul K2 affiancando, come avvenne nel 1954, la ricerca scientifica alla salita delle otto alpiniste», afferma Antonio Montani, Presidente Generale del Club Alpino Italiano, organizzatore del progetto K2-70. «La riduzione dei ghiacciai è una tematica sempre più stringente e il Cai è in prima fila, accanto alla scienza, per accrescere la consapevolezza sulla gravità della crisi climatica e per sensibilizzare le istituzioni sulla necessità di porre l’attenzione all’ambiente e la sostenibilità al centro delle proprie politiche». 
«La situazione dei ghiacciai del Karakorum è certamente molto differente da quella apparsa agli occhi di Ardito Desio e dei suoi ragazzi, in quel lontano 1954. Ed è per questo che, oggi forse più di allora, è fondamentale proseguire lo studio di questi straordinari ambienti, vere e proprie sentinelle degli attuali cambiamenti globali» continua Carlo Barbante, direttore dell’Istituto di scienze polari del Consiglio nazionale delle ricerche, professore all’Università Ca’ Foscari Venezia e vicepresidente della Ice Memory Foundation. 
Il progetto della spedizione è organizzato da Cai con EvK2CNR, associazione che si occupa di ricerca scientifica e tecnologica in alta e altissima quota, che organizza anche la missione: «Ardito Desio trentacinque anni fa fondò EvK2Cnr, che da allora si è impegnata per realizzare le sue idee scientifiche in Karakorum e Himalaya con benefici anche per lo sviluppo sostenibile delle popolazioni locali. Insieme all’Agenzia delle Nazioni Unite UNDP, grazie al supporto dell’Agenzia italiana per la cooperazione e lo sviluppo, nei prossimi mesi EvK2Cnr pubblicherà l’inventario degli oltre 13200 ghiacciai del Pakistan, la più importante risorsa d’acqua dolce del continente asiatico. Questo è il presente. L’incontro con Ice Memory è una formidabile opportunità per comprendere il clima del passato e per guardare al futuro di queste regioni” dichiara Agostino Da Polenza, presidente di EvK2Cnr e capo spedizione: il 15 giugno partirà con le atlete per il Pakistan per la grande scalata, con arrivo al campo base il 29 giugno dove cominceranno le attività alpinistiche e l’acclimatamento, per poi tentare la vetta nella seconda metà di luglio. 
Il gruppo sarà guidato da Jacopo Gabrieli, ricercatore del Cnr, e dalla guida alpina Paolo Conz, assieme a due tecnici della Gilgit-Baltistan-Environmental Protection Agency, che da anni collaborano sul ghiacciaio del Pakistan con il supporto di EvK2Cnr, e Maurizio Gallo, ingegnere e guida alpina di EvK2Cnr. Opererà per una decina di giorni a monte del campo base avanzato del K2, in un campo remoto allestito appositamente per gli scienziati a una quota di circa 5.600 metri. La ricerca si svolgerà in un’area di circa 20 chilometri tra i 5.500 e i 6.000 metri di quota. 

Persone 
Jacopo Gabrieli | Jacopo Gabrieli ha studiato Chimica presso l’Università di Padova, e ha conseguito un dottorato in Scienze ambientali dalle Università di Venezia e Grenoble. È ricercatore presso l’Istituto di Scienze Polari del CNR, dove ha trascorso anni studiando gli archivi climatici contenuti nei carotaggi del ghiaccio. Alpinista sia per lavoro che per passione, Jacopo ha partecipato a importanti progetti di ricerca che coinvolgono i ghiacciai alpini, così come in Groenlandia, Antartide e Svalbard. 
Paolo Conz | Paolo Conz è nato e vive a Feltre, nella parte meridionale delle Dolomiti. Ha intrapreso le sue prime avventure alpinistiche da adolescente, prediligendo le montagne di casa, le selvagge Dolomiti Bellunesi. In seguito, è diventato Guida Alpina, Istruttore di Soccorso Alpino ed Elisoccorritore. Ha partecipato alle missioni Ice Memory su Grand Combin, Monte Rosa, Gran Sasso, Svalbard. 
Riccardo Selvatico | Riccardo Selvatico è un fotografo e videomaker che ha fatto della passione per le immagini il suo lavoro. Nato a Venezia nel 1974, si è avvicinato alla fotografia dopo la laurea in Economia del Turismo a Ca’ Foscari. Oltre alla fotografia, si dedica anche al videomaking. Il suo campo d’azione è l’intero mondo dell’outdoor con particolare attenzione all’alta montagna. Durante l’inverno, ormai dal 2013, segue la produzione televisiva di Coppa del Mondo di sci alpinismo. 

Organizzazioni 
Ice Memory | L’iniziativa Ice Memory mira a raccogliere, salvare e gestire carote di ghiaccio da ghiacciai selezionati attualmente in pericolo di degrado o scomparsa, con l’obiettivo di preservare le informazioni che contengono per decenni e secoli a venire. Negli ultimi decenni, i glaciologi hanno osservato gli effetti dell’aumento delle temperature sui ghiacciai di alta montagna e la conseguente perdita di dati scientifici insostituibili. I dati provenienti sia dai ghiacci polari che non polari sono essenziali per comprendere l’evoluzione del clima e dell’ambiente nel passato, così come per anticipare i cambiamenti futuri. Di fronte a questa allarmante osservazione, i glaciologi Jérome Chappellaz e Carlo Barbante hanno deciso di agire lanciando l’iniziativa Ice Memory nel 2015. Margit Schwikowski (PSI) e scienziati di oltre 10 nazioni si sono uniti a loro nel 2017. Il comitato esecutivo dell’UNESCO ha riconosciuto l’importanza di salvaguardare questo patrimonio scientifico tramite due decisioni nel 2017 e nel 2018, e incoraggiando le nazioni a supportare pienamente l’iniziativa Ice Memory. Questo passo importante ha rappresentato un capitolo decisivo per il nostro team. Nel 2021, 7 importanti istituzioni scientifiche hanno creato la Fondazione Internazionale Ice Memory, situata presso la Fondazione Universitaria di Grenoble: il CNRS, l’IRD, l’Università Grenoble Alpes e l’Istituto Polare Francese (IPEV) in Francia; il Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) e l’Università Ca’ Foscari Venezia in Italia; e l’Istituto Paul Scherrer (PSI) in Svizzera. 
Isp-Cnr | La missione dell’ISP è contribuire ad accrescere la qualità della ricerca scientifica e tecnologica dell’Italia nelle regioni polari e fornire un contributo alle conoscenze sui cambiamenti globali anche a sostegno delle politiche ambientali italiane ed europee e nello sviluppo di nuove tecnologie e metodologie di indagine. L’Istituto si propone di essere un punto di riferimento: 
− Scientifico della ricerca polare del CNR, con ampie connessioni con le Università e con gli enti pubblici e privati nazionali ed internazionali, in grado di offrire competenze multidisciplinari e tecnologie essenziali allo studio ed alla salvaguardia dell’ambiente; 
− Tecnico–scientifico, in grado di fornire il più qualificato contributo al Programma Nazionale di Ricerche in Antartide, al Programma di Ricerca in Artico ed alla Commissione Europea attraverso lo sviluppo di attività di ricerca e di monitoraggio;  − per la cooperazione e la ricerca interdisciplinare polare anche attraverso lo sviluppo di incontri, pubblicazioni, opportunità di ricerche ed attività complementari, proponendosi come interfaccia con la società; 
− Per la standardizzazione della qualità delle misure e dei metodi di elaborazione, per lo sviluppo di misure coordinate e finalizzate a comuni piani di ricerca e/o a comuni obiettivi generali; 
− Per la formazione della futura generazione di ricercatori nelle scienze polari. 
Ciò consentirà di comprendere meglio i cambiamenti climatici in atto negli ambienti Artici ed Antartici ed i possibili sviluppi futuri sia a livello polare che globale. Gli studi affrontano tematiche di ricerca inerenti sia aspetti chimici/geochimici che fisici in un approccio multidisciplinare per la salvaguardia di ambienti estremi vulnerabili. Le ripercussioni su tali dinamiche sono ancora poco conosciute e richiedono un approccio multidisciplinare e di lungo termine per ricerche integrate. 
Università Ca’ Foscari Venezia | Ca’ Foscari è un’università pubblica, fondata il 6 agosto 1868 come Scuola Superiore di Commercio e riconosciuta oggi a livello nazionale e internazionale per risultati della ricerca e qualità della didattica, di stampo internazionale e interdisciplinare. La comunità universitaria conta oltre 23.000 studenti e studentesse, e 1.400 persone tra docenti e staff, da tutto il mondo. La sede principale è in un grande palazzo gotico nel cuore di Venezia, affacciato sul Canal Grande, e altre sedi sono diffuse nel centro storico veneziano, a Mestre e a Treviso. L’Università Ca’ Foscari Venezia fa parte di EUTOPIA, un’alleanza tra dieci università europee, e la nostra comunità di Alumni conta 80.000 contatti in tutto il mondo. E’ co-fondatrice della Fondazione Internazionale Ice Memory. 

Fa d’uopo, un libro sul grande Totò di Maurizio Rossi

Il 15 aprile di 57 anni fa moriva il grande Totò. Proprio in concomitanza dell’anniversario della dipartita, esce in libreria Fa d’uopo di Maurizio Rossi, edito da Dante & Descartes di Napoli.
“Sono trascorsi cinquantasette anni dalla scomparsa di Totò. Sembra ieri e non sembra nemmeno oggi. Abbiamo pubblicato – è scritto sulla pagina social della Casa editrice – l’ampio e appassionato volume di Maurizio Rossi Fa d’uopo, 200 e più pagine che lo fanno rispondere all’appello del presente”.
Per chi è interessato, è in vendita “nelle migliori e nelle peggiori librerie“. “Altrimenti – è il consiglio degli editori – chiedete senza spese postali aggiunte a libreriedantedescartes@gmail.com oppure a raimondodimaio@libero.it

Legge sugli albi professionali il ambito educativo. Laghi: «Un atto dovuto, che rende giustizia a queste importanti categorie»

È stato approvato in questi giorni in Senato il disegno di legge che istituisce gli albi per le professioni in ambito educativo: pedagogista ed educatori professionali socio-pedagogici. Ad accogliere con favore l’importante traguardo raggiunto in onore dei professionisti della formazione educativa è il Consigliere Regionale Ferdinando Laghi, capogruppo di “De Magistris Presidente”, il quale plaude al passaggio legislativo che pone le basi per un’importante evoluzione professionale.
«Finalmente -afferma Laghi- viene riconosciuta la dignità professionale a queste due categorie che da sempre hanno svolto e svolgono un ruolo fondamentale per l’educazione collettiva. Questa legge -aggiunge- ha anche una ricaduta importante per la nostra regione poiché queste categorie di professionisti potranno dare un contributo nei comparti educativo, sociale, scolastico, formativo, penitenziario e socio-sanitario. Inoltre, la legge delinea i requisiti specifici per l’iscrizione e l’istituzione del relativo Ordine nazionale, con la possibilità di essere iscritti a entrambi gli albi. Un vero e proprio atto dovuto che rende giustizia al lavoro e all’impegno di queste due importanti categorie professionali».

Ufficio Stampa

San Martino di Finita, 13 aprile 2024

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Stamattina, sabato 13 aprile anno domini 2024, sul calendario era S. Martino Papa e… cchi fai? A San Martino di Finita non vai?
E così, anche se i santi sono due Santi Martino diversi, poco importa, abbiamo colto – noi medesimo che siamo noi LaVuretta e Geniale – la suggestione e siamo andati in questo piccolo paese arbreshe.
Come in tutti o nella maggior parte dei paesi calabresi, i pochi abitanti che si incontrano sono cordiali e accoglienti e quando diciamo loro che è un diletto del sabato girare per paesi in cui non siamo mai stati, ci ringraziano. E noi ringraziamo loro per i sorrisi.
Il caffè del bar di fronte alla chiesa era ottimo, e anche il panino dell’alimentari collegato era buono (schiacciata e formaggio) accompagnato dalle due classiche e immancabili birricelle.
Visita alla chiesa di S. Martino e anche a quella cd del borgo aperta dalla signora Lina. Approfondimento dei costumi del luogo grazie alla ragazza del negozio di alimentari che ci ha mostrato i costumi albanesi che indossano nelle varie manifestazioni e per le vallje.
Purtroppo, molte case sono abbandonate, ma il luogo ai piedi di monte Serra Nicolino, è molto rilassante. Insomma, abbiamo passato un paio di ore piacevoli. Non abbiamo fatto in tempo a visitare il santuario della Madonna della Misericordia che si trova in una frazione più in basso nei pressi del torrente Finita, affluente del Crati. E neanche S. Maria le Grotte che vedremo prossimamente. A volte qualcuno chiede: ma che c’è da vedere qui o lì? C’è tutto o forse niente. Dipende da quello che si cerca. Alla prossima e buone cose a tutti.

In memoria del compagno Alfonso Amendola, poesia di Franco Pedatella

Falce e martello hai sempre avuto al petto
e in bocca la parola comunista,
poi in buona fede hai seguito Occhetto
che avéa al partito dato altra pista;

ma il tuo ideal restava proletario,
perché piegava il dorso l’officina
ed il sudór versava l’operaio
e a zappatór la fronte stava china.

Vedéati la campagna elettorale
al fianco di Gaetano Pedatella
ed ai comizi in piazza puntuale
eri con falce e martello e stella.

Dell’Unità la Festa ti vedeva
alla raccolta pei paesi intorno
dei tavoloni che una festa attiva
chiedéa per richiamar la gente intorno.

Ed anche la cucina tu curavi
perché restasser fisse squisitezze
in gola ai tanti e bei visitatori
che a baci ringraziavan e a carezze.

Bussasti una mattina alla mia porta
e mi annunciasti: “Allende è spodestato”.
Il Cile avéa imboccato la via storta:
la dittatura militarizzata.

“Ora in sezione che dobbiamo fare?”.
“Usciam con le bandiere e i manifesti
noi che dobbiamo il popolo guidare
e i nostri cittadini teniam lesti!”.

La Lista della Tromba hai sostenuto
con forza e decisione sorprendente,
sapendo che mai nulla avresti avuto
da un sindaco che era a te parente.

Poi il gioco ti ha tenuto un po’ distante
da quell’impegno da gran militante.
La debolezza umana ne fa tante:
sveglia non manteniam talór la mente.

Or t’ha portato via cattiva sorte
in questo giorno di preparazione
a festa che nel cuor sentiamo forte:
l’Anniversario di Liberazione.

Scomparsa tua piangiam sentitamente
vecchi compagni e neosimpatizzanti.
Qual fosti portiam fisso nella mente.
Giammai cancelleremo i bei momenti.

Ti accoglie zia Rosina Pedatella,
che santa in ciel ti aspetta coi parenti,
mentre tu qui in Terra fama bella
lasci ai compagni, amici e conoscenti.

Aiello Calabro, 9 aprile 2024
Franco Pedatella

Alla scoperta di Aiello Calabro finalmente su “Calabria Straordinaria” sito di promozione turistica della Regione Calabria

Alla scoperta del borgo di Aiello Calabro
Ieri, finalmente, dopo sollecitazioni via email, e l’invio di foto (e testi non usati però), il sito Calabria Straordinaria della Regione Calabria ha pubblicato una pagina su Aiello Calabro che tanto merita per le sue bellezze storiche, culturali e naturalistiche.
Ci sono delle imprecisioni (come la cappella Cybo all’interno del palazzo cd Cybo) che abbiamo già segnalato.
Ringraziamo la Regione Calabria per la pubblicazione poiché quella di Aiello era una pagina che non poteva mancare e perché Aiello Calabro non ha nulla da invidiare ai più bei paesi di Calabria.
Pecchì Ajìellu ìe Ajìellu!

Il profilo del poeta Francesco Della Valle su Orizzonte Savuto

Grazie per l’ospitalità a Orizzonte Savuto, periodico del comune di Altilia che anche in questo numero ha dedicato spazio ad uno scritto che parla dell’Aiellese Francesco Della Valle, poeta del 1600.

ORIZZONTE SAVUTO ALTILIA-MAIONE – anno II n° 3 del 6 aprile 2024

Paola, 6 aprile 2024

Album foto

Riprendono le escursioni tra moglie e marito del sabato. Oggi 6 aprile, avevamo pensato di fare tappa a S. Martino di Finita e S. Maria le Grotte (tra le prossime volte), ma per il doppio compleanno del 27 marzo e del 2 aprile non c’eravamo andati a trovarlo e così il richiamo del Nostro San Francesco di Paola è stato più forte.
Siamo partiti da Cosenza con 20 gradi, belli sbracciati, ma a Paola c’erano 15 gradi con leggero ventariello, ma si stava più che bene.
Visita alla chiesa vecchia e alla nuova, Romitorio, ponte del bruttabbestio, e Cucchjarella con bevuta e provvista. Salutiamo San Francesco e ci inoltriamo nel rione Cancello, poco sotto al Santuario, dove ci facciamo la solita panina con schiacciata calabrese e auricchio piccante più la birricella., consumate are Tti di Paola. Mare calmo (facevano i bagni) e sole, LaVuretta e Geniale, Geniale e LaVuretta.
Bella la preghiera di San Francesco che parla di Pace.
A tutti buone cose. Alla prossima

Civica Amica Cosenza, lettera ai donatori

A chi leggerà questa lettera, Grazie.
Grazie a chi ci darà ascolto ancora una volta, perché un anno fa ha prestato attenzione all’appello di CIVICA AMICA APS per raccogliere fondi per la Biblioteca Civica di Cosenza, nel tentativo di colmare i debiti della prestigiosa istituzione, disastrata dalla miopia degli Enti Locali e da una forma d’inedia nella opinione pubblica verso gli enti culturali. Civica amica è stata fondata con il preciso intento di ribaltare una tale circostanza, nel corso degli ultimi anni, ha tracciato un percorso di cura e d’ intervento, fino al lancio della raccolta fondi dal 25 gennaio al 25 aprile del 2023, con il sostegno di PRODUZIONI DAL BASSO.
E’ stata una dura e impegnativa risalita: incontri, eventi, riunioni, banchetti, spettacoli e intensi messaggi sul web. La raccolta si è conclusa nella sua prima fase con la cifra di euro 12,700, successivamente pervenuta a 20,000 con ulteriori donazioni, ma deve continuare ancora nei prossimi mesi con nuovi appuntamenti e nuove proposte in Italia e all’estero. Ma prima di qualsiasi altra iniziativa, noi Civici di CIVICA AMICA APS sentiamo il bisogno di ringraziare tutti i donatori che su PDB hanno contribuito con generosità, dimostrando di avere una grande attenzione al principale Bene Culturale, rappresentato dalle Biblioteche.
Inoltre è stata manifesta l’intensità di adesione al principio costituzionale della Sussidiarietà, che predica – dove mancano le istituzioni, intervengono i cittadini in soccorso del Bene Comune – principio guida per noi Civici in questa campagna.
Infine una testimonianza attiva di volontariato, che da anni esprime nel nostro paese il meglio di civismo e senso di sana appartenenza, mentre la dimensione mondiale è permanentemente turbata e fragile, esposta sempre più a crisi belliche improvvise e di ardua gestione internazionale.
Per tutto questo sentiamo il bisogno di esprimervi la nostra gratitudine, dirvi grazie, dodicimila volte grazie e di nuovo grazie per il vostro sostegno, ne siamo sicuri, che continuerà fin quando rivedremo la BIBLIOTECA CIVICA DI COSENZA riaperta e funzionante per le esigenze di studio e ricerca delle giovani generazioni.

Ermenegilda De Caro
Presidente CIVICA AMICA APS

Cosenza 4 aprile 2024

“La canzone della terra”, al cinema il 15, 16 e 17 aprile

Milano, 3 aprile 2024
Wanted è lieta di rilasciare il trailer de La canzone della terra (Songs of Earth), al cinema il 15, 16 e 17 aprile, mese in cui si festeggia la Giornata Mondiale della Terra. Il film, candidato ufficiale della Norvegia per la categoria “Miglior lungometraggio internazionale” alla 96a edizione degli Academy Awards nel 2024, è diretto dalla pluripremiata regista norvegese Margreth Olin e prodotto da Liv Ullmann e Wim Wenders.
La canzone della terra è una meditazione sul rapporto dell’uomo con la natura e sul legame tra genitori e figli. Margreth Olin, regista e interprete principale, fa ritorno nella valle in cui è nata, nel cuore della Norvegia, dove abitano i genitori. Per un anno intero filma il trascorrere del tempo e delle stagioni: il padre guida il suo sguardo tra le maestose vallate norvegesi, dove i ghiacciai si stanno ritirando e sono più evidenti gli effetti del cambiamento climatico. Il documentario custodisce così la memoria di chi è stato in grado di vivere in armonia con l’ambiente e di osservare la melodia della terra, una canzone in cui la bellezza della musica si sposa a parole di dolore e denuncia.
“Concludiamo il film con un appello di speranza” commenta la regista “Il momento in cui mio padre pianta un nuovo seme accanto all’albero che suo nonno depose 130 anni prima. Le storie di mio padre stringono e ripristinano il legame forte con la natura”. E ancora: “Il corpo e la mente di mio padre cambiano, questo potrebbe essere l’ultimo anno in cui potrà condividere con noi la sua supplica. All’improvviso tutto sembra urgente. La sua generazione è davvero l’ultima ad avere la consapevolezza di come ci stiamo prendendo cura della natura? La soluzione potrebbe essere semplicemente ripristinare la connessione con noi stessi? Se vogliamo che la nostra specie sopravviva, dobbiamo restare in ascolto del canto della terra”.
La canzone della terra (Songs of Earth), al cinema il 15, 16 e 17 aprile, è in collaborazione con Earth Day Italia e con il patrocinio del CAI.
“Con La canzone della terra continua la collaborazione tra Cai e Wanted Cinema. Come sodalizio siamo orgogliosi di collaborare alla promozione di film di alta qualità e dall’importante valore culturale. L’opera porta lo spettatore su territori altri e sconosciuti, come quelli norvegesi. Allo stesso tempo, la narrazione si focalizza sul rapporto tra genitori e figli, con un punto di vista molto interessante”, ha dichiarato il componente del Comitato Direttivo Centrale del CAI Angelo Schena.

SINOSSI
La Canzone della Terra è una maestosa sinfonia per il grande schermo. Il padre della regista diventa la nostra guida attraverso le più suggestive vallate norvegesi: dove è cresciuto e dove più generazioni si sono susseguite vivendo a stretto contatto con la natura, per sopravvivere. I suoni della terra si armonizzano alla perfezione creando una sinfonia unica che accompagna questo viaggio mozzafiato nel paesaggio e nella memoria.
La Canzone della Terra ha la trama più semplice possibile: Olin ritorna nella valle di Oldedalen nella parte occidentale Norvegia. Il suo obiettivo è trascorrere un po’ di tempo con suo padre, 84 anni, mentre la figura della madre rimane più sullo sfondo. Seguendo le orme dei genitori e la loro storia d’amore e di vita la regista spende un anno intero, trovando nella scansione stagionale la struttura per il suo documentario.

Sesta edizione del Cammino di Gioacchino da Fiore

822 anniversario della morte dell’abate, I Cammini di Gioacchino da Fiore – sesta edizione, domenica 7 aprile 2024.

Sono due i percorsi che domenica 7 aprile 2024 i camminatori potranno scegliere di fare; il primo da Borgo Partenope (frazione di Cosenza), il secondo da Celico dalla casa natale di Gioacchino da Fiore. L’idea di percorrere a piedi alcuni luoghi gioachimiti è nata ad alcuni appassionati della figura del grande monaco calabrese, che visse la sua vita, scrivendo e illustrando la concordanza nelle Scritture, per sottolineare il giorno della sua morte.
Il primo cammino (7.2 km), quello da Borgo Partenope, parte alle ore 11; con una sosta per il pranzo a Pietrafitta presso il convento di Sant’Antonio; stesso orario per quello da Celico (10,5 km), che si fermeranno per la pausa pranzo al convento di San Francesco di Paola a Pedace. I due gruppi si congiungeranno alle 14.30 al Bivio “Croce Tignano” per l’ultimo tratto (3 km) prima di arrivare alla grancia di Canale di Pietrafitta, dove il 30 marzo 1202 Gioacchino da Fiore terminò la sua santa vita.
Per le ore 16.30 è prevista la celebrazione della Santa Messa.
All’iniziativa aderiscono: Universitas Vivariensis, le associazioni culturali: Sguardi Ecologici, Abate Gioacchino (Celico), Pratopiano, e il gruppo cosentino del Corpo italiano di soccorso dell’Ordine di Malta.

Per informazioni: Demetrio Guzzardi (347.4829232), Lorenzo Coscarella (348.9164160); Aurelio Morrone (338.3642010); Peppino Curcio (348.3704702); Francesco Scarpelli (377.9795500); Flavio Longo (347.1400395).

Escursionismo, un’unica segnaletica sui sentieri. Intesa tra Cai e Feder.Cammini

Le due associazioni uniscono le forze per completare e mantenere le vie, gli itinerari e i cammini italiani, utilizzando gli standard del Cai per una segnaletica chiara e uniforme.

Milano, 27 marzo 2024
Club alpino italiano e Feder.Cammini (Federazione delle Vie, Itinerari e Cammini Italiani) hanno stipulato un protocollo d’intesa triennale che ha come obiettivo l’uniformità della segnaletica dei percorsi escursionistici, la manutenzione della rete sentieritstica, lo sviluppo di progetti che favoriscano e incrementino l’escursionismo su sentieri, vie e cammini come pratica sostenibile e rispettosa degli ambienti che vengono frequentati.
Le due associazioni collaboreranno per completare e mantenere la rete delle vie e dei cammini italiani utilizzando gli standard del Cai per la segnaletica orizzontale e verticale. Il segnavia rosso-bianco-rosso, già adottato come riferimento nelle normative di molte Regioni, consente infatti di superare la babele di simboli geometrici di vario colore presenti localmente.
Sui tracciati compresi nella rete dei Sentieri Europei saranno apposti, in aggiunta alla segnaletica Cai, anche i “segnavia europei”, nel rispetto dei criteri stabiliti dall’ERA (European Ramblers Association) per l’identificazione dei sentieri internazionali a lunga percorrenza.
«Una segnaletica chiara e uniforme su tutti i sentieri e i cammini italiani è determinante per facilitare la frequentazione dei camminatori, sia italiani che stranieri. Per questo motivo il Cai mette a disposizione la sua pluridecennale esperienza per formare tutti i volontari che si occupano della segnatura e della manutenzione della rete sentieristica», afferma il Presidente generale del Club alpino italiano Antonio Montani. «Con Feder.Cammini, a cui ci lega una grande sintonia d’intenti, intendiamo poi lavorare insieme su un altro aspetto che ci sta a molto a cuore: il supporto e la facilitazione dell’accoglienza nelle strutture ricettive presenti lungo i percorsi escursionistici».
Sulla stessa lunghezza d’onda il Presidente della Feder.Cammini Andrea Lombardi: «sono moltissime le persone e le associazioni che monitorano i tracciati delle vie, degli itinerari e dei cammini italiani; seguono la manutenzione e la cura delle infrastrutture, della segnaletica e delle ospitalità ricettive in sinergia con gli enti locali e le istituzioni. Collaborare con il Cai è cruciale per poter garantire un sistema di segnaletica coerente e ben definito su tutti i sentieri e cammini. Inoltre, è essenziale fornire una formazione uniforme ai volontari e facilitare l’accoglienza nelle strutture ricettive presenti lungo i cammini Italiani».
Il protocollo prevede inoltre l’elaborazione di un progetto congiunto per recuperare e valorizzare vie, itinerari storico-culturali e cammini, con particolare riferimento a quelli cosiddetti “minori”, e la possibilità di organizzare incontri e attività con le scuole, sia in aula che in ambiente, attraverso le realtà locali delle due associazioni.

Legge sul Verde Urbano, Laghi ne sottolinea l’importanza e la condivide con tutti i comuni calabresi

«La Calabria, prima in Italia, si è dotata di una legge regionale, la numero 7 del 2024, in materia di valorizzazione delle aree verdi e delle formazioni vegetali in ambito urbano». Così il Capogruppo in Consiglio Regionale di “De Magistris Presidente”, Ferdinando Laghi, accende i riflettori sulla legge sul Verde Urbano, da lui proposta, che dona alla Calabria uno strumento fondamentale in tema di tutela ambientale. Infatti, questa legge fornisce agli enti locali indirizzi per riqualificare, progettare, gestire, tutelare, fruire e manutenere, secondo criteri di sostenibilità ambientale, il capitale naturale nel contesto urbano. Tutto ciò con l’obiettivo di incentivare l’adozione più ampia possibile degli strumenti di pianificazione del verde da parte dei Comuni, ivi compresa l’implementazione di approcci gestionali corretti finalizzati a contrastare i cambiamenti climatici, migliorare la qualità ambientale e la salute dei cittadini.
«Questa legge -spiega il consigliere Laghi-, oltre che alle amministrazioni, fornisce anche una importante possibilità di intervento per i cittadini, le associazioni, i comitati che possono ora disporre di uno strumento di cui si sentiva grande necessità, in primo luogo per contrastare la mala pratica della capitozzatura che tanti gravi danni continua ad arrecare al Bene Comune rappresentato dal verde urbano.
Abbiamo lavorato -sottolinea Laghi- per offrire ai comuni uno strumento che possa difendere le aree verdi, tutelando la qualità ambientale attraverso prescrizioni da rispettare, quali il preservare dal danneggiamento e dall’abbattimento la vegetazione arborea cittadina; incrementare all’interno dei propri territori le alberature nelle strade e nei luoghi pubblici in genere; censire, pianificare e progettare l’implementazione di reti ecologiche cittadine. E, allo stesso tempo, abbiamo previsto alcuni divieti come quello di capitozzare, abbattere, eradicare, danneggiare alberi e siepi; danneggiare le reti ecologiche cittadine; intervenire nei periodi di nidificazione sulla vegetazione ospitante l’avifauna; asfaltare, pavimentare o cementificare le aree verdi. I comuni potranno richiedere gratuitamente piante a Calabria Verde, e a quelli che rispetteranno le norme contenute nella legge saranno riconosciute anche delle premialità».
Il 21 marzo 2024 il testo della legge è stato inviato via pec a tutti i comuni calabresi per poter essere conosciuto tempestivamente e applicato al meglio.

Ufficio Stampa

Docenti che rifiutarono il giuramento fascista. Con Cappelli e Ferraro, intitolata a Lungro la prima aula al prof. Vito Volterra

Leggi anche https://www.icsaicstoria.it/notizie/il-polo-scolastico-di-lungro-intitola-aule-scolastiche-ai-docenti-che-rifiutarono-il-giuramento-fascista-presente-licsaic-con-cappelli-e-ferraro/

Turismo di montagna, presentato il “Portale Cai dell’escursionista”

Oggi a “Fa’ la cosa giusta!” di Milano presentato il sistema di booking online con il quale sarà possibile prenotare il pernottamento nelle strutture ricettive lungo sentieri, cammini e vie alpinistiche. Da lunedì 25 marzo i gestori potranno richiedere di inserire nel portale il proprio rifugio, foresteria o punto tappa.

Milano, 23 marzo 2024
Il “Portale Cai dell’escursionista”, che il Club alpino italiano, con il supporto del ministero del Turismo, metterà a disposizione di escursionisti, camminatori e alpinisti per individuare facilmente i rifugi e le strutture ricettive in quota dove pernottare lungo sentieri, cammini e vie alpinistiche, è il nuovo servizio importante per il turismo di montagna.
Attraverso il portale, all’indirizzo prenotarifugi.cai.it, sarà possibile prenotare da qualsiasi dispositivo il pernottamento nei rifugi del Club alpino, in quelli privati, nelle foresterie e nei punti tappa lungo gli itinerari escursionistici e alpinistici selezionati, abbassando drasticamente i tempi per organizzare un’escursione di più giorni.
Il nuovo sistema di booking online targato Cai sarà multilingue (italiano, inglese, francese e tedesco), intuitivo e di facile consultazione, e verificherà automaticamente periodi di apertura delle strutture e disponibilità di alloggio.
«Ritengo che questo sia il progetto più importante del Cai negli ultimi anni, oggi nel nostro Paese non esiste nulla di simile», ha affermato il Presidente generale del Club alpino italiano Antonio Montani in occasione della presentazione del progetto alla fiera milanese “Fa’ la cosa giusta!”. «Il portale è uno strumento pensato e ritagliato sulle esigenze dei camminatori, dove poter prenotare, con facilità per l’utente e utilità per il gestore, tutto ciò che concerne l’accoglienza nell’outdoor. Sarà possibile prenotare tutti i pernottamenti di un trekking in un’unica sessione e con un unico pagamento di tutte le caparre».
Nel portale sarà presente un sistema cartografico con le tracce dei sentieri e dei cammini, 100mila km dei quali sono già online.
«Oltre a facilitare l’utente, questo farà del portale un potente sistema di promozione di sentieri, cammini e interi territori montani», ha concluso il Presidente generale del Cai.
Durante la presentazione, è entrata nei dettagli Cristina Bruschini, referente del progetto per la Cooperativa Montagna Servizi. «Per la prima volta un gestionale online consentirà di prenotare i singoli posti letto e non le camere. Sarà possibile effettuare una ricerca per nome della struttura, per luogo oppure navigando sulla mappa cartografica, con le strutture ricettive che compariranno durante l’esplorazione di una singola area».
Con questo progetto il Cai intende anche favorire e semplificare la gestione delle prenotazioni ai rifugisti, che potranno personalizzare la pagina della propria struttura inserendo informazioni su prezzi, periodi di apertura e posti letto, oltre a foto e descrizioni. Il tutto sarà aggiornabile in tempo reale. «Il gestore riceverà notifiche per tutte le prenotazioni ricevute, che potrà gestire con una serie di filtri. La traduzione dei contenuti nelle altre lingue sarà automatica, così come l’aggiornamento dei posti letto disponibili», spiega Cristina Bruschini.
I pagamenti delle caparre potranno essere effettuati con carta di credito, bonifico e Paypal. Gli importi saranno accreditati in pochi giorni con una commissione di appena il 3,45%.
Da lunedì 25 marzo i gestori potranno richiedere l’inserimento del proprio rifugio o della propria struttura ricettiva nella piattaforma. Per il primo anno il servizio del portale sarà gratuito per i rifugi del
Cai e per i punti tappa ufficiali del Sentiero Italia Cai, mentre ammonterà a 50 euro per tutte le altre strutture. Dal secondo anno in poi il costo annuale ammonterà per tutti a 130 euro.
Il Club alpino italiano prevede di ultimare il “Portale Cai dell’escursionista” entro l’inizio della stagione estiva.

Carpanzano & Marzi, 23 marzo 2024

Album foto

Questo sabato 23 marzo, l’ultimo utile per (poi l’altro è sabato Santo), direzione Sud, Valle del Savuto, e siccome è marzo, potevamo non andare a Marzi? Eh no che non potevamo non andare. Però abbiamo fatto una doppia tappa: ovvero e , due paesi belli belli, confinanti e soprattutto molto accoglienti.
A Carpanzano, la signora Brunella ci ha accompagnato, ha telefonato all’assessore Lillo Sciarratta che ci ha aperto il museo e spiegato un po’ la storia del paese.
Stessa piacevole accoglienza a Marzi.
Insomma, la Calabria è bella tutta e noi calabresi non sappiamo, come ha scritto qualcuno, di abitare nella sala d’aspetto del Paradiso.
Per poco, però, non rimanevamo senza paninA perché i panini erano finiti (sia a Carpanzano che a Marzi), ma abbiamo sopperito (in un alimentari di Marzi) con due fette di pane casereccio di Rogliano con la solita (che ci piace) schiacciata calabrese e provolone insieme alla nostra birricella. Spuntino consumato al sole e poi rientro a Cosenza. Non prima di una fetta di pastiera e di un vassoio di dolci a Rogliano per le figliole.
Buoni passi a tutti e buona Settimana Santa.
Alla prossima

A Morano la quarta Giornata Decardoniana

Tutto pronto a Morano Calabro per la quarta Giornata Decardoniana, organizzata dall’Ufficio dello Sviluppo integrale (Lavoro e Sviluppo, Pace e Giustizia, Dignità e Salvaguardia del creato) della Diocesi di Cassano all’Jonio.
L’appuntamento è per le ore 16 di sabato 23 marzo 20234, nel Centro Teatrale Comunale “Massimo Troisi” di Morano Calabro.
Sul manifesto d’invito una frase di don Carlo De Cardona che dice: «I cattolici devono smetterla di accontentarsi delle feste religiose e delle pratiche di culto per dedicarsi invece, con ardore all’azione popolare cristiana»; il sacerdote originario di Morano Calabro fu l’interprete più significativo dell’attuazione del programma sociale della Rerum novarum voluta da Leone XIII.
La quarta Giornata Decardoniana è un’iniziativa fortemente voluta dal vescovo di Cassano all’Jonio mons. Francesco Savino, che è anche vicepresidente dei vescovi italiani, la manifestazione sarà aperta da un saluto introduttivo del direttore dell’Ufficio diocesano dello Sviluppo integrale, Domenico Graziano; seguiranno 4 relazioni: Antonio Costabile già docente di Sociologia politica all’Unical, di Vincenzo Linarello fondatore delle cooperative Gooel della Locride, di Vincenzo La Regina esperto di problematiche sanitarie e i don Giacomo Panizza, fondatore della Comunità Progetto Sud di Lamezia Terme. Le conclusioni saranno tratte dal vescovo mons. Savino.
Nelle mattinata di sabato (ore 11) nella Chiesa della Maddalena, sempre a Morano Calabro, dove è tumulato il servo di Dio don Carlo De Cardona, verrà inaugurata la mostra “Don Carlo De Cardona pioniere dell’apostolato sociale dei contadini e artigiani calabresi”; all’inaugurazione presiede il vicario generale della Diocesi, mons. Francesco De Chiara, dopo il saluto di Domenico Graziani, ci sarà il curatore della mostra, Demetrio Guzzardi, che farà una visita guidata tra i trenta pannelli che compongono la mostra.

Rifugi, sorgenti e turismo responsabile: il Club alpino italiano alla 20esima edizione della fiera “Fa’ la cosa giusta!”

Milano, 18 marzo 2024
Anche quest’anno il Club alpino italiano sarà presente a “Fa’ la cosa giusta!”, la fiera nazionale del consumo critico e degli stili di vita sostenibili la cui 20esima edizione si terrà dal 22 al 24 marzo all’Allianz MiCo di Milano.
Nello stand di 150 mq allestito nel Padiglione 3 (RA1), i visitatori troveranno una parete di arrampicata a disposizione di bambini e ragazzi, il prototipo del nuovo bivacco eco-sostenibile del Cai e uno spazio incontri nel quale si terrà un fitto programma di appuntamenti.
Da segnalare la presentazione del nuovo portale per l’escursionista, con il quale sarà possibile prenotare nei rifugi del Cai e nei principali punti tappa dei Cammini italiani, in programma sabato 23 marzo (ore 12, piazza Turismo lento). Il Presidente generale del Cai Antonio Montani, insieme alla referente del progetto Cristina Bruschini, illustrerà i dettagli di una novità importante nell’ambito del turismo di montagna.
Nel pomeriggio di sabato 23 marzo (ore 17, stand Cai) sarà poi presentato “Acqua sorgente”, nuovo progetto di “citizen science” per identificare, classificare e monitorare le sorgenti d’acqua che si trovano lungo la rete escursionistica italiana mappata dal Cai. A entrare nei dettagli saranno Matteo Nigro (coordinatore scientifico del progetto) e Alessandra Pollo (responsabile rapporti con le università del progetto). Modera Alessio Piccioli (coordinatore progetto e presidente della Struttura operativa sentieri e cartografia del Cai).
«”Fa’ la cosa giusta” propone una modalità di scoperta del territorio lenta, intelligente e aperta agli stimoli culturali, esattamente la stessa che è alla base del nostro approccio alla frequentazione della montagna», afferma il Presidente generale Montani. «Come Cai riteniamo dunque che questa tre giorni sia il contesto ideale per portare all’attenzione di addetti ai lavori e non le nostre progettualità in essere incentrate su un approccio alla montagna rispettoso dell’ambiente, responsabile, inclusivo e consapevole dei mutamenti conseguenza della crisi climatica».
Il Coordinatore del Comitato centrale di indirizzo e controllo del Cai Massimo Vegni interverrà inoltre alla presentazione dell’evento “Cammini Aperti” (venerdì 22 marzo, ore 13, Piazza Grandi Cammini). La manifestazione, coordinata da Regione Umbria in qualità di Regione Capofila del Turismo Lento con la collaborazione del Cai, si terrà il 13 e 14 aprile lungo 42 Cammini in tutta Italia (due per ogni Regione e Provincia autonoma). “Cammini Aperti” fa parte del progetto congiunto di promozione turistica di tutte le regioni italiane “Scopri l’Italia che Non Sapevi – Viaggio Italiano”, che vede la collaborazione del Ministero del Turismo e di Enit.
Per tutta la durata della fiera, gli istruttori di alpinismo del Cai assisteranno i bambini e i ragazzi che vorranno provare l’arrampicata sulle parete semovibile presente allo stand, fornendo loro l’attrezzatura tecnica necessaria e aiutandoli a indossarla. Consigliato abbigliamento comodo e scarpe da ginnastica.
Venerdì sarà inoltre presente allo stand un referente del Gruppo di lavoro Cai-Scuola, che illustrerà agli interessati le novità sulle progettualità del Club alpino rivolte al mondo della scuola e risponderà a eventuali domande.

Per tutte le informazioni: www.falacosagiusta.org

Gli appuntamenti di venerdì 22 marzo
Ore 11 – Family Cai: una famiglia di piccoli, grandi esploratori – Stand Cai
Inclusione, condivisione, partecipazione multigenerazionale, educazione, cultura interdisciplinarità. Le attività Cai rivolte alle famiglie sintetizzano questi elementi in un’unica realtà che riguarda passato, presente e futuro dell’associazione
Interviene Chiara Mussi, componente del Gruppo di lavoro Family Cai.
Ore 16 – Escursionismo e ciclo-escursionismo: perché scegliere un esperto Cai? – Stand Cai
Ogni settimana e in tutte le stagioni i circa 4000 Accompagnatori Cai organizzano con competenza escursioni, cicloescursioni, trekking e corsi specifici dedicati ai soci e non soci di tutte le età.
Intervengono Gigi Sironi (Accompagnatore di escursionismo e componente della Commissione centrale escursionismo del Cai) e Davide Bossi (Accompagnatore di cicloescursionismo e componente della Scuole centrale escursionismo del Cai).

Gli appuntamenti di sabato 23 marzo
Ore 11 – La frequentazione della montagna fra limite, responsabilità e tutela dell’ambiente – Stand Cai
Se la montagna cambia per le conseguenze della crisi climatica, i frequentatori, insieme a chi vive nei territori montani e ai decisori politici, devono adeguare i propri comportamenti e le proprie azioni alle mutate condizioni dell’ambiente alpino e appenninico. Il Cai ha affrontato questi temi in occasione del 101° Congresso intitolato “La montagna nell’era del cambiamento climatico” dello scorso novembre a Roma.
Intervengono Mario Vaccarella (Delegato all’ambiente del Presidente generale del Cai), Raffaele Marini (Coordinatore 101esimo Congresso e presidente della Commissione centrale tutela ambiente montani del Cai), Matteo Cattaneo (Coordinatore giovane del Tavolo 2 del 101esimo congresso) e Alessandra Pollo (relatrice del Tavolo 1 al 101esimo congresso).
Ore 12 – Portale Cai dell’escursionista – Piazza Turismo lento
Il Cai presenta un nuovo strumento per alpinisti, escursionisti e camminatori. Un’unica piattaforma, con un’interfaccia intuitiva su qualsiasi dispositivo, con la possibilità di prenotare un pernottamento nei rifugi e nelle strutture lungo sentieri e cammini.
Intervengono Antonio Montani, Presidente generale Cai. e Cristina Bruschini (referente del progetto)
Ore 14 – XALPS La traversata delle Alpi – Stand Cai
Il progetto XALPSha l’obiettivo di realizzare una traversata alpinistica-scialpinistica collettiva delle Alpi per celebrare il 150esimo anniversario della sezione Cai di Parma e i 70 anni della prima traversata integrale con gli sci di Walter Bonatti e Lorenzo Longo. Il progetto, che partirà il 7 gennaio 2025, durerà sei mesi, durante i quali i partecipanti si passeranno il testimone in una staffetta sostenibile e “by fair means”.
Intervengono Roberto Zanzucchi, Federico Rossetti, Matteo Bergamo.
Ore 15 – Il bivacco del futuro sulla montagna che cambia – Stand Cai
Il Cai presenta il nuovo prototipo di bivacco eco-sostenibile progettato dalla Struttura operativa Rifugi e opere alpine, che risponde alle ormai irrinunciabili esigenze di sostenibilità ambientale. La nuova struttura è leggera, reversibile e interamente realizzata con materiali riciclati e riciclabili, come il legno e l’alluminio. Nasce per essere montata e smontata facilmente in quota.
Interviene Riccardo Giacomelli, presidente della Struttura operativa Rifugi e opere alpine del Cai.
Ore 17 – L’acqua che c’è – Stand Cai
Il Cai presenta “Acqua sorgente”, progetto di “citizen science” attraverso il quale identificare, classificare e monitorare le sorgenti d’acqua che si trovano nell’ambiente montano, lungo la rete escursionistica italiana mappata dal Sodalizio.
Intervengono Matteo Nigro (coordinatore scientifico del progetto) e Alessandra Pollo (responsabile rapporti con le università del progetto). Modera Alessio Piccioli (coordinatore progetto e presidente della Struttura operativa sentieri e cartografia del Cai).

Gli appuntamenti di domenica 24 marzo
Ore 11 – Montagna e inclusione, per una didattica del futuro – Stand Cai
La montagna è un ambiente inclusivo e può essere un elemento primario per la costruzione di una didattica del futuro con il coinvolgimento di insegnanti e studenti, come dimostra l’esperienza del Corso nazionale di formazione del Cai rivolto agli insegnanti di sostegno.
Intervengono Maria Chiara Grigiante (Formatrice esperta in inclusione e innovazione scolastica), Marco Battain (medico, accompagnatore in progetti Cai di Montagnaterapia), Stefano Piana (docente di scuola media e ideatore del progetto “Le classi delle Montagne”).
Ore 12 – Il Cai nel mondo: il progetto NaturKosovo – Stand Cai
L’esperienza del Cai nella gestione della rete sentieristica italiana come motore per progetti di cooperazione internazionale. È lo spirito con cui nel 2023 è partito il progetto “NaturKosovo” per lo sviluppo turistico sostenibile del Paese attraverso la promozione del tratto locale della Via Dinarica.
Intervengono Alessandro Salimei (Coordinator of International Cooperation Programmes di Celim – Centro laici italiani per le missioni) Maurizio Davolio (presidente Aitr – Associazione italiana turismo responsabile), Lorenza Bisbano e Antonio Cavalieri (volontari del Gruppo giovani del Cai). Modera Alessio Piccioli (coordinatore Cai per il progetto NaturKosovo e presidente Struttura operativa sentieri e cartografia del Cai).
Ore 14 – Il Grand Tour del Lago Maggiore. Un viaggio a piedi intorno al lago – Stand Cai
Il Gran Tour del Lago Maggiore si sviluppa in 12 tappe lungo il periplo del Lago Maggiore, per 230 km e per un dislivello positivo complessivo di circa 7700 metri, collegando vie storiche, cammini e sentieri preesistenti sulle rive e sulle alture del Verbano. È stato tracciato e percorso da un gruppo di amici e soci del Cai Verbano Intra.
Interviene Marco Canetta, presidente Cai Verbano Intra.
Ore 15 – Camminare Oltre – Stand Cai
L’associazione Free Wheels presenta il video di “Camminare oltre”, un’esperienza di montagna accessibile che ha visto una persona con mobilità ridotta, una ipoacusica e ipovedente, una camminatrice, un bambino e un escursionista esperto trascorrere due giorni di trekking in Valtellina insieme agli esperti del Cai.
Intervengono Pietro Scidurlo (presidente Free Wheels), Eva Allevi (Free Wheels) e Dario Sorgato.
Ore 16 – Escursionismo e ciclo-escursionismo: perché scegliere un esperto Cai? – Stand Cai
Ogni settimana e in tutte le stagioni i circa 4000 Accompagnatori Cai organizzano con competenza escursioni, cicloescursioni, trekking e corsi specifici dedicati ai soci e non soci di tutte le età.
Intervengono Gigi Sironi (Accompagnatore di escursionismo e componente della Commissione centrale escursionismo del Cai) e Davide Bossi (Accompagnatore di cicloescursionismo e componente della Scuole centrale escursionismo del Cai).

Bretella di Sibari: Laghi perora la causa del Comitato “Ritorno a Sibari”

«È un atto fondamentale di democrazia quello di favorire la partecipazione attiva alla vita di una comunità. Soprattutto quando la richiesta arriva da parte dei cittadini alle istituzioni politiche». Con queste parole il Capogruppo in Consiglio Regionale di “De Magistris Presidente”, Ferdinando Laghi, sostiene posizioni e richieste del Comitato dei pendolari “Ritorno a Sibari” in merito alla questione ormai nota come “Bretella di Sibari”, la famosa infrastruttura consistente in una sorta di grande curvone ferroviario, lungo un chilometro, che dovrebbe collegare la linea jonica Reggio Calabria-Metaponto con quella che unisce Sibari, Castiglione Cosentino e Paola, bypassando, appunto, la baricentrica e nodale stazione di Sibari.
«Ritengo -afferma il consigliere Laghi- che la richiesta del comitato “Ritorno a Sibari”, in cui si chiede di essere invitati agli incontri con RFI, organizzati sul tema, sia non solo legittima ma indice di grande attenzione alle problematiche del territorio. L’opera che dovrebbe realizzarsi, infatti, rischia di diventare sempre più motivo di divisione piuttosto che scelta condivisa. In tal senso, quindi, le istituzioni preposte a prendere questa importante decisione dovrebbero doverosamente confrontarsi e coinvolgere i cittadini presenti in un Comitato che vede la partecipazione di rappresentanti di tutta l’area interessata, dal Pollino all’Alto Jonio. Pertanto, il mio vuole essere un invito rivolto a RFI, agli enti coinvolti e agli amministratori locali a tenere in considerazione le richieste del Comitato ed a coinvolgerlo nel percorso decisionale».

Ufficio Stampa

Il CAI ospita un confronto sulle nuove professioni di montagna

Si è tenuta oggi a Milano una riunione tra tutti gli attori interessati al Disegno di Legge sull’ordinamento delle professioni di montagna, a firma del Senatore Enrico Borghi. Collegata da Roma la Senatrice Daniela Sbrollini, relatrice del Ddl.

Milano, 15 marzo 2024
Il Club alpino italiano ha ospitato oggi, nella sede centrale di Milano, un momento di confronto sulla proposta di Disegno di Legge n. 194, a firma del Senatore Enrico Borghi, “Modifiche alla Legge 2 gennaio 1989, n. 6, in materia di ordinamento delle professioni di montagna”.
Il Ddl ha l’obiettivo di modificare le disposizioni della legge del 1989, relative al comparto delle professioni di montagna. “Oltre a prevedere una più moderna articolazione e regolamentazione delle professioni di montagna, il presente disegno di legge si prefigge l’obiettivo di dare legittimità e di uniformare le nuove professioni di montagna che si sono sviluppate negli ultimi anni, per garantirne l’esercizio in tutto il territorio nazionale in modo professionale fissando i requisiti e le modalità per l’istituzione degli elenchi speciali e per la formazione dei professionisti”, si legge nelle prime righe del Ddl.
Il Presidente generale Antonio Montani ha accolto la Senatrice Daniela Sbrollini, collegata in videoconferenza, relatrice del Disegno di Legge, e i rappresentanti di diverse associazioni ed enti interessati alla questione. In rappresentanza del Cai insieme a lui c’erano il Vicepresidente generale Manlio Pellizon, il componente del Comitato direttivo centrale Angelo Schena e i Consiglieri centrali Franco Capitanio e Andrea Carminati.
«Come Club alpino italiano abbiamo fortemente voluto ospitare una riunione utile alla valutazione di una proposta di legge che riteniamo necessaria vista l’evoluzione e la diversificazione delle modalità di frequentazione ludica della montagna», ha affermato il Presidente Montani. «L’occasione è stata molto utile anche per un confronto costruttivo su tematiche come l’accompagnamento e la formazione, questioni imprenscindibili visto il numero crescente dei frequentatori dei territori montani. L’invito fatto oggi è quello di trovare un minimo comune denominatore che sia condiviso da tutti gli operatori per portare istanze ai decisori politici».
Hanno partecipato all’incontro tra gli altri: Fabrizio Pina (vicepresidente Agai – Associazione guide alpine italiane), Ezio Marlier (presidente Uvgam – Unione valdostana guide alta montagna), Guglielmo Ruggero (presidente Aigae – Associazione italiana guide ambientali escursionistiche), Alberto Calamai (presidente Agae – Associazione guide ambientali europee), Giovanni Pischedda (presidente Lagap – Libera associazione guide ambientali-escursionistiche professioniste), Mara Viganò (Presidente Gea Piemonte – Associazione guide escursionistiche della regione Piemonte), Davide Battistella (Presidente Fasi – Federazione Federazione arrampicata sportiva italiana), Luca Berchicci ed Elena Ronca (presidente e vicepresidente Assoguide), Gerardo Ghisleni (presidente Assoarrampicata), Laurent Brudonet (presidente Aic – Associazione italiana canyoning), Roberto Locatelli (presidente Engc – Ente nazionale guide canyoning), Simone Cecchi (presidente Aigc – Associazione italiana guide canyon), Marco Antonetti (vicepresidente IAMAS, Associazione italiana maestri arrampicata sportiva), Monica Price (ActiveItaly, Rete d’impresa di tour operator e agenzie viaggi italiani di turismo attivo).

San Francesco da Paola e lo Stretto

di Carmelina Sicari

Confesso di considerare con grande scetticismo l’ipotesi del ponte sullo Stretto e della sua possibile realizzazione, come d’altro canto quasi tutti quelli che abitano sulle sue rive. È un sogno certo della mia infanzia quando si cantava sui carri allegorici per la festa patronale: “ed andremo a piedi cucchi, cioè uniti – ed arriveremo fino là” e si mostrava l’altra riva. Faccenda di miracoli l’attraversamento dello Stretto che fu davvero attraversato da un Santo italo-francese, secondo la tradizione. Anzi l’attraversamento con mezzi inusuali, ed il ponte lo è, è avvenuto solo con San Francesco di Paola, santo italo francese, giacché è vissuto in Calabria la prima parte della sua vita ed in Francia la seconda. Santo calabrese ed europeo come sono europei tutti i più illustri calabresi, come Salfi, come Alvaro. È il santo che rappresenta maggiormente lo spirito dei Calabresi ed anche i loro sogni, le loro speranze. Il celebre miracolo dell’attraversamento dello stretto sul mantello tra l’infuriare dei marosi è stato espunto dalle biografie ufficiali. Non c’è certo documentazione adeguata ma è uno dei miracoli più strepitosi insieme all’attitudine del Santo di toccare il fuoco senza bruciarsi, di resuscitare i morti, di far sanguinare le monete frutto di estorsione ai poveri e così via. Un’attitudine taumaturgica che colloca il Santo al pari del poverello d’Assisi e di Sant’Antonio da Padova. San Francesco doveva recarsi dalla sponda calabrese a quella opposta messinese. Il traghettatore poiché il santo non aveva denaro per pagarlo, si rifiutò di traghettarlo. Allora il santo stese il suo mantello sull’acqua e vi salì insieme ad un fraticello percorrendo il mare in preda ad un tempesta furiosa. Il santo viene collocato tra gli umili ed i potenti perché l’ultima parte della sua vita la trascorse in Francia dove viene chiamato perché provvisto di spirito profetico e perché guarisse il re francese, Luigi XI. Ma questo non significa che San Francesco possa essere considerato amico dei potenti come degli umili perché la sua condizione di eremita lo poneva accanto ai poveri, agli oppressi, agli emarginati di ogni genere. Nella società specie meridionale questo ruolo assumevano gli eremiti, i fraticelli che abitavano nelle grotte e che si ergevano con insolito ed improbabile coraggio contro i potenti in difesa del popolo. Nella canzone di Aspromonte uno di questi va a sfidare Almonte e gli invasori. Nella biografia di San Francesco questo ruolo viene assegnato al Santo nel miracolo delle monete. Il Santo davanti a re Ferrante d’Aragona spezza le monete che provengono dal tributo del popolo e da esse sgorga sangue vivo. Non c’è un bios di San Francesco ma c’è una vera e propria legenda come quella sorta intorno a San Francesco di Assisi, la legenda aurea. Ci sono le storie milazzesi. La storia dell’impiccato che Francesco richiama in vita e che entra nel suo ordine. La storia del pozzo dell’acqua che diviene potabile. La storia dell’immagine impressa sulla porta di Candida sua seguace. Una fioritura come nei Fioretti di San Francesco. Questa fioritura di storie viene continuata nell’opera ottocentesca di Nicola Misasi che consacra definitivamente la vicenda di San Francesco come emblematica della Calabria. Francesco è il ribelle e rappresenta il cuore ed il carattere del calabrese così come Telesio ne rappresenta l’intelletto. Visione prettamente romantica ma molto suggestiva. Il ciclo francese è anche quello dei potenti. Costretto dal papa Sisto IV ad andare in Francia presso Luigi XI, egli incontra nel lungo viaggio Ferrante d’Aragona, il papa stesso oltre al re di Francia che non guarisce e resta legato da una promessa fatta al re a Tours fino alla sua morte. Ma sia il viaggio che la sua dimora in Francia sono costellati da guarigioni e prodigi. Francesco è anche dotato di profezia. La più grande è quella del gran monarca che ricorda da vicino Gioacchino da Fiore. In effetti se la leggenda della sua vita ricorda Francesco di Assisi e Antonio da Padova che lottava contro Ezzelino da Romano e compieva analoghi prodigi. Probabilmente la spinta decisiva verso la Francia fu dovuta all’impegno del papa di riconoscere la regola e l’istituzione dell’Ordine dei Minimi fortemente voluto dal santo che in tal modo intendeva contribuire alla riforma della Chiesa. Nella sua adolescenza il pellegrinaggio a Roma lo aveva spinto al desiderio di riforma soprattutto nella direzione della povertà. I minimi non devono aver denaro. E la fondazione dei conventi a Corigliano, a Paola, in Sicilia, a Genova, a Roma e poi a Praga in Europa segna il passaggio dalla vita eremitica a quella cenobitica. L’ultimo degli eremiti è San Francesco da Paola. La povertà come assunto della regola lo lega al movimento francescano del poverello di Assisi. Secondo la tradizione l’altro polo della regola Charitas gli viene dettato da un Angelo. Eremita e riformatore sempre umile ha spiegato in un altro miracolo il fondamento dei prodigi, la fede. Un giovane affetto da una piaga inguaribile si reca da lui che raccoglie un’erba e gli dice di fare un impacco sulla ferita. Il giovane scettico esclama che ha usato infiniti decotti e medicine inutilmente ed il Santo spiega che non è l’erba ma la fede a compiere il prodigio. La biografia del Russo insiste su questo aspetto cogliendo la sua carica riformista attraverso l’ordine dei minimi da lui impressa nella storia. Da ribelle a riformatore dunque ma sempre interprete dello spirito di trasformazione interiore. La regola fu approvata nel 1506 un anno prima della morte del Santo nel 1507, da Giulio II venne santificato appena dodici anni dopo la morte tanto grande è la sua fama. Il suo corpo bruciato dagli Ugonotti nel 1583 durante le guerre di religione in Francia ha fatto registrare un altro miracolo. Il fuoco suscitato dai profanatori continuava a spegnersi e solo quando essi fecero bruciare una croce si mantenne vivo. Solo il Santo forse può risolvere il problema del ponte.

Presentato oggi a Milano “K270” 

Progetto di Cai – Club alpino italiano: una spedizione alpinistica tutta al femminile per celebrare i 70 anni dalla prima scalata sulla seconda vetta più alta della terra.

Milano, 14 marzo 2024 | Si è tenuta oggi al Boga Space la conferenza stampa di presentazione di K2-70,  la prima spedizione femminile italiana e pakistana sul K2, il progetto di Club alpino italiano,  patrocinato dal Ministero del Turismo e dal Ministero degli Esteri, per celebrare il 70°  anniversario della spedizione del 1954, guidata da Ardito Desio, che prima al mondo raggiunse  la vetta del gigante del Karakorum.   Settant’anni dopo l’ascensione italiana al K2 – che nel 1954 divenne per tutti “la montagna  degli italiani” – il Cai si prepara andando oltre la dimensione della pura impresa sportiva: 9 donne – quattro atlete italiane, quattro pakistane e una dottoressa – a giugno partiranno per  la seconda vetta più alta della terra pronte a lasciare una traccia nello sport italiano, ma anche  un’impronta a livello sociale e umano.   Federica Mingolla, Silvia Loreggian, Anna Torretta, Cristina Piolini, Samina Baig, Amina  Bano, Nadeema SaharSamana Rahimla dott.ssa Lorenza Pratali: sono state le protagoniste  della giornata di presentazione del progetto organizzato da Cai con EvK2CNR, associazione  che si occupa di ricerca scientifica e tecnologica in alta e altissima quota.   La conferenza stampa si è svolta alla presenza del Presidente Generale del Cai, Antonio  Montani, Agostino Da Polenza – alpinista e Presidente di EvK2CNR – un rappresentante del consolato pakistano, Ahmad Waleed, il Ministro del Turismo Daniela Santanché e il direttore di Rai Documentari Fabrizio Zappi. In sala è stato letto il messaggio di saluto del Sottosegretario del Ministero degli Esteri Maria Tripodi. A coordinare Luca Castaldini giornalista della Gazzetta dello Sport.   «Il Club Alpino Italiano dopo cinquant’anni torna ad organizzare una spedizione alpinistica e  lo fa guardando non solo alla prestazione, ma anche all’impatto sociale e scientifico – afferma il Presidente Montani – L’occasione del 70° dalla prima ascensione ci consente di investire  ancora sulla pratica alpinistica che è la vera anima del CAI».   Lungo lo Sperone degli Abruzzi, seguendo la via aperta dalla spedizione guidata da Ardito  Desio, la salita delle atlete non rappresenta soltanto un’impresa alpinistica, ma soprattutto  un’opportunità di formazione, ricerca e promozione di valori culturali e sociali. Ogni  componente del team porta con sé una storia di determinazione, conquiste e dedizione  all’alpinismo prendendo parte a un’impresa che sottolinea una volta di più che le donne  possono fare qualsiasi cosa.   Una consapevolezza che accomuna tutte le atlete protagoniste di questa spedizione, come  testimoniano le loro parole. Sono donne, sportive, ma soprattutto sono persone che  porteranno un po’ della loro anima al Karakorum. Di una cosa sono tutte sicure: che non si tratterà solo di un’impresa sportiva ma di un’esperienza condivisa che potrà creare dei  legami forti, un connubio di sfide, gioie e difficoltà che lasceranno un segno nella personalità  di ciascuna di loro. L’obiettivo è raccontare il punto di vista femminile nel contesto di una  spedizione himalayana che vede scalare insieme alpiniste che provengono da mondi e culture  differenti.  A coordinare le alpiniste, sarà Agostino Da Polenza, professionista di grandissima esperienza  e profondo conoscitore di quelle montagne.  Il progetto partirà con delle giornate di training sul Monte Bianco (15-18 marzo) dove le  alpiniste si prepareranno per affrontare il K2.  A seguire le giornate all’Eurac Research di Bolzano (20-24 marzo), centro di ricerca  d’eccellenza nel campo della medicina di montagna dove le atlete si sottoporranno a delle  prove medico-scientifiche per valutare l’impatto e che il loro organismo subirà durante  l’ascensione.   La partenza per il Pakistan sarà il 15 giugno, con arrivo al campo base il 29 giugno dove  cominceranno le attività alpinistiche e l’acclimatamento, per poi tentare la vetta nella  seconda metà di luglio.  Il progetto K2-70 sarà anche oggetto di un documentario in collaborazione con Rai, “Sulle  orme del K2”, che vuole celebrare il 70° anniversario dell’ascensione del 1954 attraverso il  racconto della spedizione femminile di quest’anno.  Nato da un’idea di Massimiliano Ossini e Gian Luca Gasca e realizzato in collaborazione con  Rai Documentari la proposta vede una connessione anche con 70 anni compiuti da Rai  quest’anno, come ha spiegato in conferenza stampa Fabrizio Zappi, Direttore di Rai  Documentari.  Oltre l’alpinismo: scienza e solidarietà K2-70 si distingue per una progettualità ad ampio respiro, che comprende progetti ambiziosi  e di valore, sia per l’Italia che per il Pakistan.   Come il progetto internazionale Ice Memory, organizzato dall’Istituto di scienze polari del  Consiglio nazionale delle Ricerche e dall’Università Ca’ Foscari Venezia, assieme a EvK2CNR,  con il contributo del CAI e il patrocinio Ministero dell’Università e della Ricerca.  Ice Memory è supportato inoltre da Environmental Protection Agency del Gilgit-Baltistan e da Fondazione Università Ca’ Foscari Venezia. L’obiettivo è studiare per la prima volta la neve  e il ghiaccio in una regione così cruciale per gli equilibri del subcontinente indiano.   Nel solco della cooperazione internazionale Italia-Pakistan, è invece il progetto del Cristina Castagna Center, struttura realizzata da Montagna e Solidarietà APS e con il contributo del  Club Alpino Italiano, che ha l’obiettivo di generare un impatto socio-economico per le  popolazioni locali e promuovere attraverso corsi di formazione l’avvicinamento delle  popolazioni locali alle attività professionali legate all’alpinismo.   Tra le iniziative anche due proposte culturali. Il Museo Nazionale della Montagna di Torino allestirà una nuova sezione espositiva permanente per raccontare la spedizione del 1954  all’interno dell’area già dedicata all’alpinismo extraeuropeo con inaugurazione prevista il 29  marzo. Una mostra itinerante “Senza posa. Italia K2 di Mario Fantin. Racconto di  un’impresa”curata da Mauro Bartoli, che ripercorre il sogno che Fantin, con le sue riprese,  volle far vivere agli spettatori di allora e che la mostra vuole riproporre anche al pubblico di  oggi.  

San Geniale e Madonna delle Grazie 2024. Una riunione per preparare le due feste alle quali sono devoti gli Aiellesi

Arcidiocesi di Cosenza-Bisignano | Parrocchia S. Maria Maggiore in Aiello Calabro

Preparazione delle Feste S.Geniale e della Madonna delle Grazie
Mercoledì 13 Marzo 2024 ore 19 nella Chiesa di S. Maria Maggiore

Sono invitati:
L'amministrazione comunale;
I Responsabili delle Associazioni;
E tutto il popolo di Dio.

Vista l'importanza della riunione, invito a partecipare con volontà e gioia. Grazie

Il Parroco
Sac.Jean Paul Mavungu

Rota Greca, 9 marzo 2024

Dopo due uscite consecutive verso sud, questo sabato le escursioni tra moglie e marito hanno fatto tappa verso nord, a Rota Greca, a 30 minuti da Cosenza. Il paesino, da subito, si è rivelato il paese del buongiorno, ogni passante incontrato ci ha dato confidenza e regalato un sorriso. D’altronde, è il paese della Pace, c’è una piazza proprio dedicata alla Pace con diverse panchine solidali. È il paese in cui in ogni dove compare il Nostro San Francesco di Paola (al quale è dedicata una chiesa ed una processione in notturna tra il 7 e l’8 settembre) ed è il paese di Angelo De Fiore, vice questore a Roma che ha salvato tanti ebrei durante il nazifascismo.
Bella la chiesa di S. Maria Assunta dove abbiamo offerto una mano a due volontari che stavano spostando pezzi del presepe, e stupendi i portali del centro storico come anche il notevole palazzo Ricci.
Piacevole mattinata e due “panine” top con formaggio di capra e pomodorini secchi sott’olio e le due immancabili birricelle!
Buone cose a tutti e saluti da LaVuretta e Geniale e andiamo a conoscere i paesi di Calabria.
Ah, nel frattempo votate Badolato per il borgo dei borghi sul sito della Rai. Viva la Calabria!

Album foto telefoniche

Taglio di lerici a Cortina, un bosco in meno!

La “Commissione centrale tutela ambiente montano” (CCTAM), per tramite del proprio gruppo di lavoro “Boschi e Foreste”, ha espresso la propria posizione in merito all’inizio dei lavori per la costruzione della nuova pista da bob. La visione della CCTAM è sposata in pieno dal Club alpino italiano.

Milano, 8 marzo 2024
Un danno grave per quanto riguarda la perdita dei servizi ecosistemici forestali. La “Commissione centrale tutela ambiente montano” ha espresso la sua posizione sull’inizio dei lavori per la costruzione della nuova pista da bob a Cortina d’Ampezzo, cominciati con il taglio di 500 larici.
La visione della CCTAM è sposata in pieno dal Club alpino italiano, che dopo il punto di vista del Comitato scientifico centrale, fa sue anche le parole del Gruppo “Boschi e Foreste” in un documento sul tema. “Il danno reale dell’intervento in corso è dato dal cambio d’uso della superficie che, da bosco con valenze prevalente di protezione dell’abitato, viene trasformato in area semi costruita. Vengono pertanto persi tutti servizi ecosistemici legati alla tipologia forestale presente negli ultimi secoli”.
Il taglio dei larici è stato oggetto anche di una denuncia presentata al Nucleo biodiversità dei Carabinieri di Belluno. L’ipotesi tracciata nell’esposto riguarda il “reato di distruzione di beni paesaggistici e danno ambientale”.
“In sostanza, al di là di ogni valutazione emotiva e morale dell’intervento, va precisato che si sta realizzando una cementificazione che porterà alla sparizione de facto di una area boscata di 2-4 ettari in un contesto sensibile di prossimità di un’area urbana. La scomparsa dei relativi servizi ecosistemici non è immediatamente valutabile ma è facilmente immaginabile che nell’attuale situazione di cambiamento climatico non sia la stessa cosa avere su una pendice di protezione un bosco o una pista da bob”, continuano nel documento.
Al di fuori della pianificazione
Il taglio stravolge la precedente pianificazione forestale confermando che la salvaguardia dell’area boscata non è una priorità. Di conseguenza, è probabile che l’eliminazione di superficie forestale risulti alla fine più estesa di quanto preventivato. Allo stesso tempo, la successiva piantagione di 6.000 alberi non appare realmente compensatoria in quanto non viene specificato né dove verrà fatta né qual è l’obiettivo finale di questa attività.
“Aggressione all’ambiente, cementificazione, attacco a boschi secolari, come in questo caso – in virtù di uno sbandierato sviluppo delle Comunità di montagna – dichiara il delegato all’ambiente del Cai nazionale Mario Vaccarella – non soddisfa i veri standard di sostenibilità ed economia reale dei territori. Località dove occorrono servizi veri e concreti, non opere costose e poco utili (anche per la gestione futura, più volte dichiarata insostenibile), ma investimenti per migliorare la vivibilità dei residenti e delle giovani generazioni, che scelgono di vivere nelle aree montane, anche se in aree ad alta densità turistica ed elitaria. Il Cai si schiera nettamente contrario a queste opere e alle “modalità aggressive” per ottenerle, rimanendo vigile e monitorando i processi, anche con i suoi organi tecnici e insieme ad altre realtà associative attive, con la speranza che si possa prendere piena consapevolezza, a partire dagli uomini e dalle donne di quei territori, con una opposizione democratica più forte e incisiva, chiedendo la giusta trasparenza degli atti e delle azioni”.

Pedivigliano & Colosimi 2 marzo 2024

Mattinata incerta e a tratti piovosa. Ma Escursioni tra moglie e marito per conoscere i paesi di Calabria non si ferma. Questo sabato, abbiamo fatto tappa a Pedivigliano e Colosimi, con visita alle chiese aperte, ma è saltato il rito della “panina”. A seguire, l’album delle foto “telefoniche”. Buone cose a tutti!

Album foto

Marcia indietro di ANAC sulle gite scolastiche: sospiro di sollievo per i parchi divertimento

L’Associazione Parchi Permanenti ringrazia ANAC per la sospensione della nuova normativa che, da dicembre a oggi, aveva già generato perdite del 40% nel segmento dei viaggi di istruzione e dei centri estivi.

Roma, 1 marzo 2024 – L’Associazione Parchi Permanenti Italiani, aderente a Federturismo – Confindustria, esprime soddisfazione e ringrazia ANAC – Autorità Nazionale Anticorruzione – per la revoca temporanea della norma che, da dicembre 2023, obbligava le istituzioni scolastiche e i Comuni ad avvalersi del MEPA – la piattaforma digitale del Ministero delle Finanze per l’acquisto di beni e servizi da parte delle amministrazioni pubbliche – per l’acquisto delle attività ludico/ricreative, inclusi i biglietti di ingresso a parchi tematici, avventura, acquatici, faunistici, oltre che a cinema, teatri e musei.
La norma era contenuta nella delibera ANAC 582 del 13 dicembre 2023 che, pur avendo l’obiettivo di migliorare la trasparenza e l’efficienza nel processo di organizzazione e selezione degli acquisti di beni e servizi da parte di soggetti pubblici, obbligava tanto le scuole quanto i parchi a lunghe e farraginose procedure di accreditamento e iscrizione al portale che, in molti casi, hanno già disincentivato la chiusura degli accordi per la stagione 2024.
Il settore dei parchi trova in quello degli studenti uno dei segmenti di pubblico più rilevanti del settore grazie a gite scolastiche e centri estivi.
Maurizio Crisanti, Segretario Nazionale Associazione Parchi Permanenti Italiani dichiara: “I parchi divertimento sono da sempre tappa elettiva dei centri estivi, basti pensare ai parchi avventura e ai parchi acquatici, che rinfrescano i pomeriggi più caldi. Allo stesso modo, molti viaggi di istruzione includono la visita di parchi faunistici, come bioparchi e acquari, o di parchi a tema che offrono contenuti didattici e formativi. Il settore propone alle scuole anche laboratori sulla sostenibilità, iniziative per la formazione del gruppo classe e l’inclusività, lo sviluppo dell’autostima e tante attività ludico sportive che hanno un’importante ricaduta sul benessere sociale”.
Il segmento fino allo scorso anno valeva circa 15 milioni di euro di incassi, a fronte di circa 600.000 ragazzi di età generalmente compresa tra i 5 e i 18 anni, a cui si aggiungono accompagnatori, corpo docente e un indotto rappresentato da trasporti, sistemazioni alberghiere e ristorazione.
“Finalmente è prevalso il buon senso, grazie anche alle segnalazioni della nostra come di altre organizzazioni di categoria del turismo – aggiunge il Presidente dell’Associazione Parchi Permanenti Italiani, Luciano Pareschi – i dati ad oggi dimostravano già una preoccupante flessione del 40% delle prenotazioni da parte delle scuole, destinata ad aumentare con l’entrata nel vivo della stagione. Era necessario un intervento di semplificazione della procedura per non penalizzare tanto il diritto delle nostre imprese di salvaguardare gli introiti, quanto il diritto dei giovani di divertirsi e di accedere ai contenuti didattici disponibili nelle strutture del comparto”.
La richiesta di sospendere la norma è stata presentata nel mese di gennaio dall’Associazione Parchi Permanenti Italiani, insieme alle associazioni dei dirigenti scolastici e ai sindacati confederali a tutela delle segreterie scolastiche, preoccupati anche degli episodi di malfunzionamento e rallentamento del portale MEPA che spesso compromettono le procedure di acquisto: nelle scorse settimane, ad esempio, un problema tecnico ha annullato alcune visite didattiche a Venezia.
“Questo meccanismo – conclude Pareschi – rischiava di complicare le procedure. Sarebbe stato un ulteriore colpo per un settore che continua ad investire per garantire un’offerta sempre più competitiva e di qualità, che si traduce anche in nuove opportunità formative e di divertimento sano e sicuro per i nostri giovani. È quindi auspicabile una maggiore elasticità nella gestione degli ingressi, che incoraggi e consenta di effettuare gli acquisti in un’ottica di investimento, nell’interesse economico non solo dei parchi ma del Paese stesso”.

Adotta una storia. Per non dimenticare la tragedia di Cutro

Sabato 2 marzo 2024, alle ore 17.00 nei locali dello Sportello Rosa (Cittadella del Volontariato) in in Via degli Stadi, per ricordare un anno dalla tragedia di Cutro, verrà presentato il libro “Adotta una storia. Gli studenti del Polo Brutium intervistano gli alunni immigrati del Centro Provinciale Istruzione Adulti”, pubblicato dalla casa editrice cosentina Progetto 2000.
Adotta una storia nasce dopo la tragedia di Cutro, che ha suscitato diverse reazioni sui flussi di migranti, che mettono a rischio la vita e quella dei figli, spinti dal desiderio di cambiare il proprio destino e tentare di realizzare quel sogno di libertà e benessere negato nella terra di origine. Ancora oggi molti non riescono a capire le motivazioni di questa fuga di massa e non immaginano i disagi economici, sociali e ambientali che affliggono questi popoli.Il Polo BRUTIUManitario, costituito dall’associazione “Agape”, Istituto scolastico Polo “Brutium” e il CSV di Cosenza, per creare un centro di volontariato, ha realizzato il percorso progettuale Adotta una storia, in collaborazione con il CPIA “Valeria Solesin” di Cosenza. Nel volume, curato da Pierpaolo Lopreiato sono state raccolte 17 interviste, raccolte dagli studenti cosentini, che servono per far conoscere storie di vita vissute da persone che, spesso, sono invisibili, vittime dell’indifferenza dell’egoismo, di atteggiamenti di razzismo che dobbiamo abbattere, iniziando proprio dalle giovani generazioni, per creare una società più inclusiva, nella quale prevalgano sentimenti di fratellanza e solidarietà. La copertina del volume – Mare nostrum – è stata realizzata dalla prof.ssa Assunta Mollo e mostra un popolo di migranti, senza volto, a significare che il lasciare la propria terra per altri lidi, è un’esperienza di tutti, ieri dei nostri nonni, oggi di chi cerca un mondo diverso.
L’incontro sarà introdotto e moderato dalla giornalista (e donna in rosa) Pilerio Pellegrino, sono previsti i saluti di: Flora Barone (responsabile dello Sportello Rosa) e di Costantina Bartella (presidente dell’Associazione Agape di Cosenza), gli interventi saranno tenuti da Rosita Paradiso (dirigente scolastica del Polo Tecnico Scientifico Brutium di Cosenza), dal curatore del volume Pierpaolo Lopreiato e dall’editore cosentino Demetrio Guzzardi. Nel corso della serata la poetessa Annalina Paradiso, leggere alcune sue poesie “Per non dimenticare la tragedia di Cutro”.
Lo Sportello Rosa è sorto con il progetto “Da Donna a Donna” di Calabriameda in collaborazione con la Susan G Komen Italia, a sostegno delle donne in rosa, ossia quelle donne che sono colpite da tumore al seno. La Sportello Rosa fornisce un ampio supporto alle donne e alle loro famiglie, in un momento particolarmente difficile della loro vita. Molte donne durante la malattia, hanno scoperto se stesse come portatrici di idee, passioni e desideri che hanno messo su carta, dando vita a poesie, testi e arte che saranno poi simbolo di rinascita nel loro nuovo percorso di vita. A stimolo di ciò, lo Sportello Rosa adotta le storie di queste donne e delle loro famiglie; sabato 2 marzo 2024 si allargherà questo sguardo, con una visione oltremare, accogliendo le storie di chi viene in Italia decidendo di compiere anche un percorso di studio. 

Lo Sportello Rosa a Cosenza è attivo tutti i giorni da lunedì a venerdì, dalle 9 alle 17.30 (al numero di cellulare 3792671891 – anche WA); per ulteriori contatti: pagina Fb e in Instagram “da donna a donna”.

Il Cai condanna il “laricidio” di Cortina d’Ampezzo

“L’azione – ossia il taglio degli alberi – non deve far dimenticare l’intenzione di tale abbattimento”, nota il Comitato scientifico centrale del Club alpino italiano.

Milano, 29 febbraio 2024
Il Club alpino italiano prende posizione sull’inizio dei lavori per la costruzione della nuova pista da bob a Cortina d’Ampezzo, cominciati con il taglio di 500 larici secolari. Lo fa, sposando appieno la visione del Comitato scientifico centrale sul tema, espressa in un articolo che condividiamo qui.
“L’azione – ossia il taglio degli alberi – non deve far dimenticare l’intenzione”, nota il Csc. Infatti, se è gravissima la perdita, in termini di naturalità del territorio e del paesaggio, va pure ricordato che i “parchi a larice” da secoli sono soggetti a tagli per l’utilizzo di legname nell’edilizia e nell’industria del mobile. Tagli però, ben diversi da quello a raso effettuato in questo caso, senza alcun rispetto delle procedure forestali. La questione più importante, è il motivo – l’intenzione – che sta dietro a tale abbattimento.
Il problema vero, è la costruzione dello Sliding Centre di Cortina. Un’opera contro cui si sono espressi in molti, fra comuni cittadini, associazioni e comitati civici, e anche lo stesso Comitato Olimpico Internazionale. Un’opera che, mutuando le critiche mosse dal CIO, è da ritenere intempestiva rispetto al cronoprogramma predisposto per le Olimpiadi invernali 2026, enormemente costosa (verosimilmente poco meno di un centinaio di milioni di euro), non sostenibile quanto al suo mantenimento in futuro, sostanzialmente inutile (vista la disponibilità di altri impianti già funzionanti e considerato il ristrettissimo numero di praticanti delle discipline sportive interessate). Il tutto senza considerare l’ulteriore consumo di suolo (diversi ettari) che l’opera comporta, problematica questa che già vede il Veneto posizionarsi ai primi posti fra le regioni italiane.
“Eppure dovrebbe rappresentare un importante monito il rudere della pista da bob di Cesana Torinese, in Val di Susa, costruita per le Olimpiadi invernali di Torino del 2006 e ormai abbandonata da oltre 16 anni. Ma, evidentemente, anche in questo caso la storia non è magistra vitae. Per alcuni le “strategie di adattamento” ai cambiamenti climatici (meglio: al riscaldamento globale) consistono non già nel perseguire nuove modalità di frequentazione e valorizzazione del territorio e dell’ambiente, di minore impatto e coerenti con le mutate condizioni, bensì nell’investire nuove ingenti risorse pubbliche per continuare ad assicurare, nonostante tutto, le ormai sorpassate modalità di fruizione, anche se ciò comporta l’adozione di soluzioni ancora più impattanti ed energivore”, scrive ancora il Comitato scientifico centrale.
“E nel frattempo… i boschi del Veneto e del Trentino, già devastati da Vaia (ottobre 2018) e ulteriormente feriti dalle piste forestali realizzate per i conseguenti lavori di esbosco, muoiono per la parassitosi da bostrico, la cui pullulazione trova spiegazione certamente nell’enorme quantità di legname a terra a seguito degli schianti provocati da quella tempesta, ma senza dubbio anche nelle mutate condizioni climatiche della montagna – nota ancora – così, l’immagine di sé che prossimamente darà Cortina d’Ampezzo e in genere la montagna veneto-trentina, rischia di essere quella di un territorio alpino pressoché privo di boschi, ma “ornato” da strutture arrugginite di metallo e cemento, a perpetuare il ricordo di tempi ormai irrimediabilmente passati”.
“Il taglio dei larici, non solo sconvolge il paesaggio: in un’epoca in cui gli alberi servono per tirare via l’anidride carbonica dall’atmosfera, noi li tagliamo per progetti insostenibili invece di piantarli. Una follia data dall’antropocentrismo dilagante e becero di cui soffre l’uomo di oggi. Un vero e proprio atto di prepotenza”, ha dichiarato il Coordinatore Attività ambientali, parchi e ASviS Mario Vaccarella.

Terapia Forestale nel Parco Nazionale della Sila. Ricerca, risultati e opportunità di sviluppo

Lunedì 18 Marzo 2024 si terrà a Lorica di San Giovanni in Fiore, presso la sede del Parco Nazionale della Sila, la presentazione delle attività di qualificazione del Sentiero CAI 421 della «Foresta Incantata», Montescuro (Celico, CS), ai fini della Terapia Forestale. Durante l’incontro saranno presentati gli esiti delle attività svolte dai ricercatori e dalle ricercatrici CNR, Istituto per la BioEconomia del Consiglio Nazionale delle Ricerche (IBE-CNR), in collaborazione con l’Istituto per i Sistemi Agricoli e Forestale del Mediterraneo (ISAFOM-CNR) sede di Rende (CS) e il Club Alpino Italiano (CAI) sezione di Cosenza. In particolare, saranno illustrati gli interessanti risultati ottenuti circa la caratterizzazione dell’atmosfera forestale sia in termini di concentrazione e presenza di inquinanti volatili che di composti bioattivi rilasciati dalla vegetazione (in particolare monoterpeni), come emerso dalle analisi ambientali effettuate in situ nel mese di ottobre 2023. Saranno quindi presentati gli effetti psicologici, in termini di miglioramento a breve termine rispetto ai sintomi di ansia e al disturbo dell’umore, misurati sui partecipanti nel corso di una sessione sperimentale di terapia forestale della durata di 3 ore, condotta da una esperta psicoterapeuta sempre nello scorso mese di ottobre. L’incontro sarà più in generale l’occasione per presentare le principali evidenze scientifiche della Terapia Forestale, disciplina giovane che negli ultimi anni sta ricevendo grande attenzione per il suo potenziale in termini di prevenzione e promozione della salute. Saranno anche discusse le opportunità di sviluppo locale nel segno della medicina forestale, con particolare riferimento alla salute mentale e ai benefici fisiologici, a partire dalle malattie respiratorie croniche quali l’asma infantile. Le attività presentate rientrano infatti nell’accordo di collaborazione scientifica tra Cnr-Ibe, Cai (Club alpino italiano), Mipaaf (Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali), Crea (Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria), Iss (Istituto Superiore di Sanità), alcuni Dipartimenti delle Università di Firenze, Padova e Roma La Sapienza, Cerfit (Centro di riferimento regionale in fitoterapia, AOU Careggi) e altri soggetti impegnati sul tema. Obiettivo ultimo è quello di promuovere la nascita e lo sviluppo di interventi innovativi di salute pubblica, a carattere preventivo e terapeutico, diffusi territorialmente, realizzando, da una parte, risparmi significativi e persistenti per il Servizio sanitario, dall’altra, creando le condizioni per sostenere lo sviluppo di Stazioni di Terapia Forestale quale nuova imprenditorialità basata sui servizi ecosistemici offerti dai boschi. All’incontro parteciperanno rappresentanti istituzionali e associazioni di categoria interessate allo sviluppo del Turismo Verde e del Benessere.

Contatti CNR e CAI
Federica Zabini, CNR IBE Firenze – federica.zabini@cnr.it
Sonia Vivona e Antonella Veltri, CNR ISAFOM Rende (CS) – sonia.vivona@cnr.itantonella.veltri@cnr.it
Francesco Romano, Commissione Medica CAI Calabria – francoromanocs@libero.it
Maria Talarico, Presidente CAI sezione di Cosenza “Giovanni Barracco”– info@caicosenza.it

Il Presepe Vivente di Aiello nell’anno 2023

di Franco Pedatella

Nel testo che segue Aiello Calabro vuole raccontarsi com’era nel passato con le sue tradizioni, i momenti di vita quotidiana, le attività, le abitudini, allo scopo di trasmetterlo alle generazioni più giovani e conservarlo nella memoria dei posteri. Le scene che si susseguono vogliono far rivivere, come in quadri animati, la vita palpitante della gente in modo da promuoverne il ricordo indelebile. Il tutto, idealmente trasferito nella Palestina della tradizione evangelica, è incorniciato nell’atmosfera incantata della Natività del Bambin Gesù, che lo colloca in un ambito storico e religioso di incantevole bellezza.

Dal Lauro parte, ov’ho le mie radici,
il Presepe Vivente di Aiello,
che il paese vede idealmente
in Palestina antica trasferito.

Erode in nome della grande Roma
impera coi Romani in posa e in armi,
pronti a eseguir ogni ordine lor giunto
che dia l’idea di terra ben compatta,

lontana da contrasti e ribellioni
che un popolo segnavan prima inquieto,
diviso da contrasti prolungati,
perseguitato e altrove deportato.

Perciò vi aveva Roma i suoi soldati,
i legionari a ciò ben addestrati,
che, con sapienza ai nativi uniti,
ne féano provincia dell’Impero.

Ma qui ad Aiello or facciam ritorno
al posto dove ha inizio il nostro andare
in questo giorno bello da affidare
agli atti della storia popolare!

Mira quest’arco tu, visitatore!
Frutto è di mano d’opera locale,
d’arte che quivi ha le sue radici
ben coltivate in luogo ad essa eletto.

A guardia della porta i legionari
dicono che il dominio è qui di Roma,
che vi ha fissato il seggio del potere
rappresentato da local regnante.

Un lauro v’era un tempo, maestoso;
la cima e i rami suoi furiosi venti
sfidavano quand’Eolo infuriato
forte soffiava e tegole dai tetti

facéa volare in testa a chi passava
per le viuzze strette del paese.
Ma una mattina un vento assai impetuoso
vi s’abbattè con furia strepitosa:

i rami ne spezzò, piegònne il tronco
che a terra rovinò con crepitare
degli spezzati rami e del troncone
e il tetto tolse ai giochi dei bambini.

In processione il popolo si muove
in su verso San Cosmo, ov’è la chiesa,
che un tempo custodiva venerata
la bella statua dell’Immacolata,

donde a dicembre, il giorno a Lei dicato,
venía a Santa Maria accompagnata
a spalla da gran popolo festante
coi canti religiosi e con le note

solenni della banda musicale,
che allór riuniva i giovani a suonare,
lungo le vie, le marce e i motivetti
e l’opera poi in piazza sopra il palco.

Prosegue indi il viaggio in Via Castello.
Qui, nelle stanze a terra e negli androni
di antiche costruzioni e di palazzi,
arti e maestranze all’opera son chine.

Vi sono scarpe pronte alla consegna,
forme di scarpe, cuoio, gomma e suola
in rotoli, per fare calzature
nuove e rifarne altre consumate.

S’ode di là il graffiar di sega a mano
ed il lisciar di pialla o di martello
il battere su legno, a metter chiodi
su mobile già pronto alla consegna.

Il legno utilizzato vien dal bosco,
ch’è la ricchezza del paese nostro
e rifornisce anche segheria
dei mastri Casella, “I Pippari”,

perché anche le “pippe” fabbricavano
col ciocco che ad Aiello vegetava.
Ninno, don Peppe, Mastr’Angelo, il cognato,
il dí al rumór di seghe trascorrevano

e insieme a lor Michele, poi partito,
dopo una storia di perseguitato,
lontàn da casa negli Stati Uniti
e a moglie e a figlio infine riunito.

Il ticchettar di macchina che cuce
avverto, mentre gambe a cavalcioni
reggono stoffa dove il sopramano
vi fa con bianco fil paziente mano.

Il fuoco di fornace arrossa il ferro,
lo batte sull’incudine il martello
e lo modella il fabbro con la mano
abile a far lo zoccolo d’equino

o a farne attrezzo d’uso quotidiano.
Paziente il discepolo scintille
osserva uscir da incudine e martello,
mentre col piè alimenta la fornace.

Alla “Jisterna” , “Tuvulu” e “Canale”
le mamme andavan a lavare i panni,
li “assamberavan” poi con grande fuoco,
facevan la “lissía” per poi sciacquare.

Al sole stesi lí quei s’asciugavano,
prendevano l’odòr della natura;
raccolti poi in un cesto e ben piegati,
passavan per le vie ben profumati.

Era la gioia a tutto il vicinato,
quando passava sotto le finestre,
la mamma con il cesto sopra il capo
tenendo con la mano il suo bambino.

In casa giunta, i panni ben piegati
venivan nelle “casce” sistemati,
e quelli delicati da figura
venivan sotto il ferro ben stirati

al fuoco del carbone e della brace
che dentro vi ardevano bruciati,
mentre una mano esperta li bagnava
quanto serviva all’opera perfetta.

Si vede questa scena questa sera
nell’orto qui di fronte al bel palazzo,
dove Nicola Imperato un tempo
ebbe dimora e fece il falegname.

Qui mangiano gli alunni della Scuola
Elementare e portano ogni giorno
di legno “ un’asc-ca”, come contributo
che ogni famiglia deve per la mensa.

A cucinare è donna premurosa,
che con amor prepara le pietanze,
che con piacere mangiano affamati
questi ragazzi qui dall’aule giunti.

In quel negozio vendono “pignate”
fatte d’argilla nostra qui a Borgile.
Già ride il focolare, che “surache”
s’appresta accanto al tripode a bollire.

Piú in là già bolle in pentola la pasta
a piè del bel palazzo De Dominicis.
Tra un po’ con sugo rosso la condisce
pronta un man per avido palato.

Se poi in famiglia c’è anche un golosone,
acqua e farina mescola in “majilla”,
per far “pasta d’ ‘a casa” o “maccarruni”
o “pasta chjina”, come ai vecchi tempi.

Vigile guarda il bosco, se un incendio
all’improvviso parte su in montagna,
e avverte chi intervenga per fermare
il fuoco che le piante va a bruciare.

È il gruppo delle guardie forestali,
che vigila su tutto il territorio
quando d’estate il bosco e la campagna
preda del fuoco sono e vanno in fiamme.

I guardafuoco avvertono anche loro
e pronta una squadra di operai
con acqua, accette, seghe, zappe ed altro
fa spartifuoco e fiamme spegne o frena.

Qui è la Pretura, dove un sol pretore
giudica sulle liti in primo grado:
se un vicin di casa l’altro accanto
per futili motivi ha malmenato,

da due carabinieri vien portato
nella prigione dentro la caserma,
dove la notte e il giorno successivo
passa su tavolaccio a pane ed acqua.

Per le altre gli avvocati delle parti
son pronti a intervenir sulla questione
ed alla fine il giudice decide
chi condannare o assolvere o rinviare

ad opportuna istanza superiore,
dove un collegio adatto a giudicare
decider possa in via definitiva
se assolver l’imputato o condannare.

Scendendo per Via Monti giú alla “Valla”,
s’incontra rumorosa un’osteria:
ingordo un bevitore vi tracanna
coi suoi compagni un gran bicchier di vino,

mentre l’ostessa porta a mani piene
di pane grosse fette e mortadella
sí che giammai sian sazie quelle gole
e il vino bevan fino a notte fonda.

Non so se sian contente loro spose
d’arrivo di mariti barcollanti,
pronti a parlare loro in pieno sonno
ed a finir poi tutto in un bisticcio.

“Va’, jetta ‘ste mundizze alla “Cerbina”!
‘Ud’ aspettȃ ca vene ‘u scupature!
Domane priestu hȃm’ ‘e pigliȃ ‘u postale
ppe ccurrere a Ccusenza allu Spitale”

dice la madre a figlia cui sta male
il padre e non si sente di mangiare
neanche il piatto solito gradito,
che preferiva ad ogni cucinato.

Sul letto è coricato, poverino,
e con difficoltà può camminare.
Neanche questa festa può godere,
che tutto l’anno aspetta con amore.

“L’impegnativa ‘u miedicu l’ha ffatto.
De cchjú nun se pô ffare cca ad Ajíellu.
Vidimu s’ a Ccusenza ‘a pô cconzare
sta gamba, ca nun pô cchjú ccaminare,

ancunu specialista buonu e bravu,
c’ ‘a ppostu le mintisse ‘a nerbatura,
ccussí pattrita torne a ccaminare
e ancore ‘a passïata se pô ffare”.

Su quella impalcatura sta sospeso
il mastro muratore, al suo lavoro
intento con il secchio di cemento
e la cazzuola in mano per spalmare

sul muro il cemento e intonacare
perfettamente a mo’ dell’arte sua,
mentre da sotto altro materiale
fornisce l’aiutante puntuale.

In questo forno caldo ed accogliente
“viscotta” fan le donne a mezzanotte
fino al mattino, quando ancor bollenti
li portano nei cesti ben coperti

in case e vie per essere venduti,
dalla montagna fino alla marina,
quivi ad Aiello e pei paesi intorno,
per dar la gioia a bimbi e a ragazzini.

Vi si produce pure pane fresco
che sparge bel profumo tutt’intorno.
Sa di salute, fa venir la voglia
di masticarne un pezzo, e non per fame.

Il pane qui prodotto vien venduto
in quel negozio a fianco insieme a riso,
pasta e generi altri alimentari
al viver quotidiano necessari.

Oggi è gran festa e tutti generosi
son quelli che producon da mangiare,
perché in Terra arriva a predicare
il Ben e a far cessare ogni odio e guerra:

un bambinello nudo e infreddolito,
senza una culla o un letto o un pian d’appoggio,
ma ricco dentro d’attenzion speciale
a tutti i bisogni della Terra.

Andiamo a tender anche noi la mano!
Dall’altra parte mano generosa
porrà qualcosa a spegnere la fame,
segno d’affetto in mondo non piú umano,

dove la guerra, l’odio, il capitale
dettano legge sulle decisioni
di chi governa, regge, opra e impera
e dello sfruttamento legge impone.

Salici e canne, in ordine ammucchiati,
con mano esperta vengono intrecciati
dal mastro cestaio qui seduto,
per farne gli strumenti di lavoro

a donne che vi portano le olive,
ad uomini che tornano dai campi
dopo giornata di raccolta intensa,
ai figli che li seguono per gioco

o per aiuto al lavoro duro
dei genitori o di fratel maggiore,
in ogni caso lucro desiato
per la famiglia a tavola riunita.

Quell’altro impaglia sedie per fornire
un comodo riposo a chi sta in casa
o, quando dal lavoro ritornato,
a desco mangia il cibo meritato.

Che odór di funghi vien da quella casa,
di “vàllani” e castagne a “rosella”!
Di certo la montagna ha rifornito
il focolar, che questi prelibati

cibi ai palati offre delicati
e fa piacere a tutta la famiglia
nelle serate innanzi al focolare
o intorno al bracier tra gambe acceso.

I fichi secchi mandano un odore
ed hanno un gusto proprio prelibato.
In questa casa accanto si lavora
con gran passione e vengono prodotti

“crucette”, fichi secchi e al cioccolato
e piú specialità studiate ad uopo
per far contenti i gusti ed i palati
di chi ad Aiello vive o sta in vacanza.

Le donne son già pronte al primo sole:
dalla montagna “sàrcine” di legna
portano a casa e poi, per cucinare,
preparano “pignate” e “casseruole”.

Già la mattina presto i pomodori
approntan là per fare la “conserva”;
nelle bottiglie il sugo vien versato
e la provvista fan per la “vernata”.

Aiutano a tappare le bottiglie
i maschi con la forza lor maggiore.
Tutto finisce poi nella “quadara”
sotto la quale arde e cuoce fiamma.

Non è finita ancora la giornata
che si protrae al giorno successivo,
quando dai fichi il miele è spremuto
e nei contenitori sistemato.

Tanta fatica al fin viene premiata
fuori, tra le case, al vicinato,
quando su sedie e panche ben sedute
raccontano e fanno “ ‘u curunatu”.

Ma il loro gran lavoro ancor non cessa:
parlando, il telaietto tra le mani
tengon per fare ai panni un bel ricamo.
Tovaglie e fazzoletti ricamati

ed orli di lenzuola e di coperte
escon da quelle mani laboriose,
mentre completa in ciel sua traversata
il sol già pronto a manca a tramontare.

Nell’altra casa il batter di telaio
si sente, ove donna laboriosa
fili di piú colori va intrecciando
e tesse tela a farne degna dote

alla figliola, che tra poco il sogno
coronerà, nel cuore accarezzato,
di essere la sposa fortunata
di un giovanotto bello e innamorato.

Di sé farà di certo bella mostra
la seta che “ ‘u síricu” ha prodotto,
da mani esperte all’uopo allevato
com’è ad Aiello antica tradizione.

C’è gente riunita quivi in piazza,
un po’ seduta sopra il parapetto,
un poco in piedi ferma o a passeggiare,
che chiacchiera e racconta del paese

la vita quotidiana e quel che accade
ai paesani in casa e per le strade,
quello che fa il compare in osteria
e come fa la spesa la comare.

Ne segue una risata con l’affetto
che da lontano tempo qui ad Aiello
lega la nostra gente e tiene uniti
famiglie, conoscenti e vicinato.

La posta quivi arriva quotidiana,
la porta il postale puntuale.
Don Casimiro la preleva pronto,
la porta in Posta con il suo asinello.

Donna Carmela la riceve in Posta,
la smista con dovuta diligenza,
poi la consegna ad altro personale
per la consegna ai destinatari.

Lo aspettano le donne sulla porta
disiose di notizie di parenti,
che per lavoro o altro son partiti
ed in lontana terra sistemati.

Seduto è con la faccia insaponata
e aspetta il cliente che il rasoio
barba gli rada e lucentezza día
alla sua pelle e induca il sole a invidia.

Intanto il barbiere, mastro esperto,
è interessato al dir d’altri clienti,
che parlan della tattica seguita
nella partita della Nazionale,

in cui l’Italia ha vinto sulla Francia,
ma l’altra ha perso poi contro la Spagna,
partecipando ai grandi Campionati
Europei, in vista dei Mondiali.

“S’è fatto tardi, è l’ora di pranzare.
Per i capelli passa il pomeriggio!
Farò di te un gran bel giovanotto”
dice il barbiere al suo malcapitato.

Gli altri allo stesso modo manda a casa,
lavoro sbrigativo promettendo,
mentr’essi son passati a disputare
dell’Inter, Roma, Milan, Juve e Napoli.

In questo bel palazzo principesco,
denominato Cybo-Malaspina,
urla, impera, giudica e dispone
Erode, che il volere suo impone.

Teme che dei parenti suoi qualcuno
o altri, come detto in profezia,
gli prenda il trono e resti ei senza regno.
Per questo vuole uccidere i bambini:

tra i nuovi nati certo eliminato
verrebbe il futuro usurpatore
ed annullata quella profezia
che notte e dí giammai lo lascia in pace.

Se questa profezia tanto temuta
noi la guardiam con gli occhi della storia,
dire possiam che questo Bambinello
è senza dubbio quello ch’egli cerca,

perché predicherà poi l’uguaglianza,
agli umili darà la beatitudine,
sorriso ai sofferenti darà in dono,
castigo e dannazione ai prepotenti.

Ho visto quel romano in atto e in armi
picchiare questo povero pezzente,
che un giorno è stato un ricco benestante
e s’è ridotto or nullatenente.

Questo è l’impero: c’è quel che comanda
e gli altri rende tutti a lui obbedienti;
diventa con il tempo imperialismo,
fa ricchi i pochi, gli altri fa pezzenti.

Il lunedí è giorno di mercato.
Dalle campagne vengon contadini
che portano i prodotti della terra,
frutto di lor lavoro in settimana.

L’odór di “carne ‘e puorcu d’ ‘a Ricella”,
su fuoco vivo cotta e preparata,
si sparge in questa via dal caseggiato
che sta di fronte a noi presso al mercato.

Uomini e donne al tavolo disteso
hanno il maiale e fan la carne a pezzi:
salsicce, soppressate, “sanguinacciu”,
lardo con grasso han cura di serbare.

Quella che guida queste operazioni,
rivolta al figlio con parole chiare,
con voce ferma di chi sa operare
dice che cosa manca per mangiare:

“Di sale bianco un pezzo vai a comprare
al tabacchino! Bada che sia bianco!
Poi dentro al mortaio lo ammacchiamo
e pasta asciutta in piatto ci condiamo.

Mi raccomando, compra solo il sale!
Tabacco e sigarette non guardare!
È roba che fa male a menti sane
e vizio è a chi è malato e gli fa male”.

Non era frequentato assai il Macello.
Per una sola volta a settimana
mangiava carne la famiglia media:
vitello, capra, pecora o agnello.

E lo annunciava forte il banditore
in piazze, strade, vie, qua e là in paese:
“ ‘A crapa, ‘u puorcu, ‘a piecura o vitella
allu cumpà Pascale l’è sciollata.

L’è jjuta sutta chillu terminale
chi porte ‘mberu ‘u jume de Savutu.
Pronta è alla chjanca ‘a carne frisca e bella.
Curriti, ca sinnò nun ci ‘a trovati!”.

Non era esposta in frigo bene in vista.
Su ligneo ceppo a batterla “ ‘u chjanchíeri”
sta con martello, ascia e con coltello,
per farla a fette e venderla ai clienti.

A “San Giuliano” innanzi a vecchia chiesa,
dov’ampio spazio s’apre riservato
tra bei palazzi e chiesa al ciel sospesa
e il posto è dal passeggio separato,

Sinedrio in Sinagoga v’è riunito.
Ardua questione impegna i sacerdoti:
come onorare il padre e la madre
nel rapido mutar d’usi e costumi.

Il Sommo Sacerdote s’alza e dice
lo spirito e il tenór di Vecchia Legge
che al popolo Mosè ha consegnato
dal Sinai discendendo. Sí è narrato.

<<Altra questione è questa: se la guerra
ci fanno, che risponder noi dobbiamo?>>.
<<È scritto “Non uccidere!” nel quinto
comandamento, senza condizioni>>.

In quello spazio ampio son raccolti
tanti animali, ad essere venduti
a prezzo ragionevol destinati.
La festa porteranno nelle case

in questi nostri giorni ricordati
quando saranno in tavola serviti.
Alcun sarà di certo risparmiato
e in altra occasione consumato.

Qual bela, qual grugnisce, crocchia o mugge,
del fato inconsapevol che l’attende,
mentre dal gioco dei bambini è attratto,
che intorno gli saltellano giocando.

Sotto la “Vota” dell’antica “Praca”,
“Piazza del Popolo” oggi intitolata,
umile giace e dolce il Bambinello,
su cumulo di paglia sistemato.

Fuoco non v’è che arda a riscaldarlo,
non v’è accogliente stanza ad ospitarlo;
un bue e un asinello con lor fiato
tengono caldo il bimbo infreddolito.

La mamma sua Maria e Giuseppe, il padre,
gli stanno intorno teneri e devoti,
ancor preoccupati pe ‘l decreto
che i nati di quel dí voléa ammazzati.

Per questo dalla casa eran fuggiti
cercando un ricovero sicuro.
Giuseppe ad ogni porta avéa bussato
chiedendo un letto per mamma e nascituro.

Invano, tutto era occupato!
Il mondo a questo avvento s’è negato.
Solo alla fine un bue e un asinello
la grotta loro aprîro al Bambinello.

Ora Egli è qui e la novella lieta
il mondo all’improvviso ha conquistato:
da lunge re e pastori qui arrivati
recano doni al Bimbo che qui è nato.

Quasi re fosse l’adorano inchinati
ed una stella in cielo s’è fermata
a illuminar splendente questa grotta,
facendone splendor di Paradiso.

Finisce qui la nostra passeggiata,
il nostro viaggio dell’adorazione.
Perciò anche noi inchiniamoci a pregare
per ringraziar chi in Terra a noi è venuto

a spalancare all’uomo porte nuove
e ad aprire strade inconsuete,
che portano a traguardi mai veduti
dagli uomini filosofi e scienziati!

Per fargli onore, a raccoglier legna
giovani e anziani in giro sono andati,
per fare questa “fòcara ‘e Natale”,
che idealmente vuole riscaldare

il Bambinello qui da poco nato,
dal clima invernale infreddolito.
Pïetosa la gente del paese
ricorda ancòr cosí l’evento lieto.

Aiello Calabro, 25 dicembre 2023

Franco Pedatella