Giornata mondiale dell’acqua, il CAI annuncia un progetto di monitoraggio delle acque di montagna

Al via il progetto "Le sorgenti d’acqua: una conoscenza fondamentale nell’era del cambiamento climatico", con il quale il Cai intende studiare il numero e le caratteristiche di sorgenti e fontanelle alpine e appenniniche, mettendo poi i risultati a disposizione di tutti.


Milano, 21 marzo 2023

La realizzazione di progetto per identificare, classificare e monitorare le sorgenti d’acqua che si trovano nell'ambiente montano di tutto il territorio nazionale.

Questo annuncia il Club alpino italiano in occasione della Giornata mondiale dell'acqua 2023, che, dalla sua istituzione da parte delle Nazioni Unite nel 1992, ricade il 22 marzo di ogni anno. Il tema dell'edizione di quest'anno è il legame tra acqua e cambiamento climatico.

Sorgenti d'acqua e crisi climatica

Le sorgenti d'acqua sono diventate un argomento di grande interesse negli ultimi anni, proprio in relazione alla crisi climatica. Questo perché il riscaldamento globale sta avendo un impatto significativo sul ciclo idrologico del pianeta, influenzando la disponibilità di acqua dolce e la qualità delle fonti idriche.
La crescente domanda di acqua, la diminuzione delle precipitazioni e lo scioglimento dei ghiacciai rappresentano una minaccia per la disponibilità di questa risorsa.

Consapevole di ciò, il Club alpino italiano, con il progetto "Le sorgenti d’acqua: una conoscenza fondamentale nell’era del cambiamento climatico", ritiene importante comprendere il ruolo delle sorgenti d'acqua per l'ecosistema e adottare misure per preservare e proteggere queste risorse vitali per il nostro pianeta e per la nostra sopravvivenza.

Contributo per accrescere la resilienza

Gli obiettivi del progetto sono capire quante sorgenti e fontanelle sono presenti nei territori alpini e appenninici del nostro Paese, dove si trovano, quali sono le loro caratteristiche (come portata, composizione chimica e potabilità) e quali sono le variazioni temporali delle stesse. Si partirà da due dati già disponibili: le 4.685 sorgenti e le 28.979 fontanelle ubicate lungo la Rete escursionistica italiana presenti nel database OpenStreet Map.

«Siamo di fronte a una situazione climatica ormai diventata strutturale, e non più eccezionale», afferma il Presidente generale del Cai Antonio Montani. «Con questo progetto, il Club alpino italiano intende dare il proprio contributo per capire la situazione relativa alla disponibilità di un bene primario come l'acqua, fondamentale per ogni tipo di attività umana in montagna e non solo, mettendo poi i risultati a disposizione di tutti per facilitare lo studio delle soluzioni necessarie per accrescere la resilienza».

"Le sorgenti d’acqua: una conoscenza fondamentale nell’era del cambiamento climatico" vede come capofila la Struttura operativa Sentieri e cartografia del Cai. L'intento è quello di coinvolgere, oltre agli Organi tecnici e alle Sezioni del Sodalizio, il Ministero dell'Ambiente, le università e i centri di ricerca. La presentazione dei risultati è prevista per il mese di dicembre 2023.

Il valore dell'acqua

Il Club alpino italiano sottolinea che l'acqua è uno degli asset naturali che contribuiscono a fornire beni e servizi di valore, diretto o indiretto, per l’uomo e che sono necessari per la sopravvivenza dell’ambiente stesso da cui sono generati.
L'associazione, nel recente position paper "Biodiversità, Servizi ecosistemici, Aree protette, Economia montana" (curato dalla Commissione centrale tutela ambiente montano) ha fatto propri, considerandoli come particolarmente appropriati alle regioni montane, gli obiettivi della Strategia europea 2030 per la biodiversità, in particolare il ripristino degli ecosistemi degradati e della continuità ecologica dei corsi d’acqua e l’estensione delle connessioni ecologiche attraverso le infrastrutture verdi e blu.

Il Delegato all'ambiente del Club alpino italiano Mario Vaccarella sottolinea la necessità di affrontare l'attuale crisi idrica con responsabilità da parte di tutti. «È necessario un vero patto tra città e montagna per garantire a tutti acqua potabile di qualità, applicando così il recente Decreto legislativo 18/2023 di attuazione della Direttiva europea 2020/2184, che ha come obiettivo la protezione della salute umana dagli effetti negativi derivanti dalla contaminazione delle acque destinate al consumo umano. Un patto, questo, necessario anche per raggiungere l'Obiettivo 6 dell'Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile "Acqua pulita e servizi igienico-sanitari", la cui finalità è garantire a tutti la disponibilità e la gestione sostenibile dell’acqua e delle strutture igienico-sanitarie. L'Obiettivo 6 vede nostri rappresentanti impegnati nell'apposito gruppo di lavoro istituito presso ASviS, l'Alleanza italiana per lo Sviluppo Sostenibile».

Il CAI e il recupero della memoria

Ieri sera a Roma il Cai ha iniziato il proprio percorso di autocritica e assunzione di responsabilità nell'applicazione delle Leggi razziali del 1938-39, presentando le azioni su cui è attualmente al lavoro. Riammessi formalmente, con la consegna di tessere alla memoria agli eredi, i soci epurati dalla Sezione della capitale. 


Milano, 26 gennaio 2023

Franco Modigliani, Bruno Zevi, Carlo Franchetti, Alberto Moravia, Agnese Ajó, Enrico Jannetta, Emilio Segré: sono questi alcuni dei soci epurati dalla Sezione Cai di Roma dopo l'emanazione delle Leggi razziali nel 1938, riammessi formalmente ieri sera, con la consegna agli eredi di una tessera alla memoria da parte del Presidente generale del Cai Antonio Montani.

Responsabilità nel dare continuità alla politica razziale fascista
L'occasione è stata l'incontro con l'Unione delle comunità ebraiche italiane e la Comunità ebraica di Roma di ieri sera nella capitale, durante il quale il Club alpino italiano ha riconosciuto la propria responsabilità nel dare continuità alla politica razziale fascista.
In una serata carica di emozioni, denominata "Il Cai e le Leggi razziali del 1938-39" e organizzata al Pitigliani Centro Ebraico Italiano, il Presidente Montani ha incontrato Noemi Di Segni, Presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, e Ruth Dureghello, Presidente della Comunità Ebraica di Roma. Oltre a loro, sono intervenuti Giampaolo Cavalieri (Presidente Sezione Cai di Roma), Angelo Soravia (Consigliere centrale Cai), Stefano Ardito (giornalista), Livia Steve (Cai Roma) e Fabrizio Russo (Coordinatore del Consiglio centrale del Cai).
Il percorso di autocritica è stato intrapreso dal Cai dopo l'Assemblea nazionale dei Delegati del maggio 2022 a Bormio, durante la quale è stata approvata all'unanimità una mozione e un programma di indirizzo che ha impegnato il Cai a una riflessione storica ed etica, ricostruendo i fatti, rielaborando la propria storia e riammettendo formalmente le centinaia di soci espulsi in quegli anni.

Le azioni di oggi
Durante il ventennio fascista il Club alpino italiano fu alle dipendenze del Partito Nazionale Fascista (PNF). Quando nel 1938 il PNF emanò le "Leggi razziali" per discriminare gli ebrei ed "epurarli" dalla vita sociale, economica, politica, il Presidente generale del Cai Angelo Maranesi (nominato dal regime) emanò una circolare alle Sezioni che ordinava di identificare ed espellere i soci ebrei. Dopo la seconda guerra mondiale, escludendo poche Sezioni, tra cui quella di Biella, non c'è stato da parte del Cai un atto formale di revisione e riammissione dei molti soci espulsi.
Sono diverse le azioni su cui il Cai è al lavoro oggi: dall'adeguamento dei testi storici riportati sul sito, all'edizione di una pubblicazione di approfondimento tratta dalla ricerca storica di Lorenzo Grassi, dalla posa di pietre d'inciampo a memoria dei soci deportati e assassinati all'organizzazione di iniziative nelle Sezioni e nei territori nel Giorno della Memoria, dall'emissione di un bando di finanziamento per la conservazione e catalogazione degli archivi storici delle Sezioni all'organizzazione di un convegno storico-scientifico. Fino ad arrivare a una mostra digitale stabile da realizzare con il Museo nazionale della montagna di Torino.

I soci di famiglia ebraica del Cai Roma negli anni '30
Per quanto riguarda la Sezione di Roma, ieri sera Livia Steve ha presentato la sua ricerca sui soci di famiglia ebraica negli anni '30. «È stato un grande viaggio nella vita di tante persone. Erano circa 200 le persone di famiglia ebraica iscritte alla nostra Sezione in quel periodo», si legge nel testo. «Di questi, più di 100 sono stati espulsi dal lavoro e dalla scuola nel 1938 e poi dal Cai nel 1939. Molti altri non hanno rinnovato l'iscrizione tra il 1937 e il 1939 perché colpiti dalle leggi razziali, in vari casi sono scappati ed emigrati. Ci sono anche 50 studenti di famiglia ebraica iscritti dal Partito fascista alla Gioventù italiana del Littorio, Gruppi universitari fascisti e al Cai: naturalmente anche loro non sono più stati soci nel 1939».
Dopo la serata di ieri, seguiranno altre iniziative che coinvolgeranno le Sezioni, a partire dal Cai Milano, che domani organizza una serata per ricordare e rendere onore agli oltre 70 soci epurati negli anni delle leggi razziali.

“Il campo rosso”, il CAI ristampa il libro di Giovanna Zangrandi

La nuova uscita della collana "Personaggi" racconta la storia di una donna sola tra le montagne del Cadore che, dopo la guerra, costruì il Rifugio Antelao. Una storia appassionante, tra sentieri e rifugi, montagne e libertà.



Milano, 20 gennaio 2023


«Posso andare leggera per caldi purpurei viali, posso avere Dario con me. E non morti siamo, non fantasmi, vivi noi camminiamo nel campo del fiore rosso».
Dapprima partigiana tra le montagne del Cadore, poi scrittrice, nel 1946 Giovanna Zangrandi decide di costruire un rifugio alpino, l'Antelao, attualmente ancora aperto e di proprietà del Cai di Treviso.

Il suo libro Il campo rosso è la storia di quell'avventura. Edito da Ceschina nel 1959, è stato oggi riscoperto dal Club alpino italiano per la collana "Personaggi".

Le vicende narrate

Nei giorni della Resistenza, sulle montagne del Cadore, Giovanna Zangrandi aveva immaginato la propria vita dopo la guerra insieme all'uomo che amava, il comandante partigiano Severino Rizzardi. Il suo sogno era costruire un rifugio su una sella a 1800 metri di quota, con un'ampia vista verso le Marmarole, il lontano Comelico e i bastioni argentati dell'Antelao. Tutto sembrò svanire con l'improvvisa morte di Severino, a causa di un'imboscata dei tedeschi, il 26 aprile 1945, quando mancava un soffio alla fine delle ostilità. Con forza esemplare, tuttavia, Giovanna si lanciò presto nell'avventura di realizzare un rifugio sulla Sella Pradònego, con pochi manovali e muratori, per poi condurlo in proprio.

Un libro mai ristampato e introvabile

Il libro nel quale alcuni anni dopo la Zangrandi raccontò questa straordinaria impresa, di fatto introvabile, rimane ancora oggi una testimonianza eccezionale del desiderio di ricostruzione post bellica e della volontà di superare i dolori inferti dal conflitto.

«È importante ristampare Il campo rosso, ma è altrettanto importante che i lettori di storie di montagne e libertà possano ripercorrere i sentieri evocati dalle pagine», scrive nella prefazione il curatore della nuova edizione Giuseppe Mendicino. «Perché senza memoria e senza natura svanisce il passato, ma anche il futuro».

Il campo rosso è disponibile da oggi, 20 gennaio (35° anniversario della scomparsa di Giovanna Zangrandi), sullo store online del Club alpino italiano a un prezzo di 16,50 euro. I soci possono acquistarlo al prezzo scontato di 14 euro, le Sezioni a 10,50 euro.

Giovanna Zangrandi

Giovanna Zangrandi, pseudonimo di Alma Bevilacqua, nasce il 13 giugno 1910 a Galliera (BO). Si laurea in Chimica a Bologna, ma la passione per la montagna la spinge a trasferirsi a Cortina d'Ampezzo, dove insegna Scienze naturali. Dopo l'armistizio dell'8 settembre 1943 entra nella Resistenza, nelle formazioni partigiane del Cadore. Finita la guerra lavora per qualche mese come giornalista, ma già nel 1946 decide di costruire con pochi operai un rifugio alpino e di condurlo: il Rifugio Antelao, oggi di proprietà del Cai di Treviso. Terminata l'avventura del rifugio, inizia il mestiere di scrittrice: I Brusaz (1954), Orsola nelle stagioni (1957), Il campo rosso (1959), I giorni veri 1943-1945 (1963), Anni con Attila (1966), Il diario di Chiara (1972), Gente alla Palua (1975), Racconti partigiani (1975), Racconti partigiani e no (1981), Silenzio sotto l'erba e Racconti del Cadore (2010).
Muore a Pieve di Cadore il 20 gennaio 1988.

CAI, oltre 35mila km di sentieri mantenuti con i fondi del ministero del turismo

Esaurito lo stanziamento di 600mila euro previsto da due bandi per la manutenzione della rete sentieristica e del Sentiero Italia CAI, che ha finanziato interventi effettuati delle Sezioni del Cai nel 2022. Il Presidente generale Montani: «Con i fondi del Ministero del Turismo garantito un servizio a beneficio dell'intera comunità per promuovere una frequentazione dell’ambiente montano sostenibile» 

Milano, 21 dicembre 2022
Quest'anno il Club alpino italiano, grazie all'utilizzo dei fondi straordinari del Ministero del Turismo, ha effettuato la manutenzione ordinaria e della segnaletica verticale e orizzontale di oltre 35mila km di sentieri in tutta Italia.
Questo è il dato che emerge alla scadenza del "Bando per la manutenzione ordinaria e segnaletica verticale della rete escursionistica italiana per l’anno 2022" e del "Bando per la manutenzione ordinaria/straordinaria e segnaletica del Sentiero Italia CAI per l’anno 2022".
I due bandi prevedevano uno stanziamento di 300mila euro ciascuno, per un totale di 600mila euro, a favore delle Sezioni del Cai che si occupano della manutenzione dei sentieri delle montagne italiane. Entrambi gli stanziamenti, che prevedevano contributi a consuntivo, sono andati esauriti.

Entrando nel dettaglio, 145 Sezioni di 19 regioni hanno fatto domanda per accedere al contributo previsto dal bando relativo alla rete escursionistica italiana, per la manutenzione, già effettuata, di 32mila km di sentieri.
Al contributo previsto dal bando relativo al Sentiero Italia CAI hanno fatto domanda 52 Sezioni di 17 regioni, per la manutenzione di 3300 km del tracciato che attraversa tutta l'intera dorsale appenninica, isole comprese, e l'arco alpino.

«Grazie al costante e straordinario impegno dei nostri volontari, abbiamo messo a valore i fondi straordinari stanziati dal Ministero del Turismo a favore delle attività del Club alpino italiano», afferma il Presidente generale del Cai Antonio Montani. «Unendo il nostro lavoro a questo contributo, l’associazione ha reso un servizio pubblico, a beneficio dell'intera comunità, che potrà, anche grazie al nostro aiuto, godere della rete sentieristica nazionale».

L’obiettivo del Club alpino italiano è stato quello di massimizzare l’impatto dei fondi al fine di favorire lo sviluppo di attività di frequentazione sostenibile della montagna, nonché la creazione di microeconomie per coloro che vivono in queste realtà.

«I sentieri sono un’infrastruttura leggera, stabile e, con un’adeguata manutenzione, duratura. Rappresentano pertanto il primo "strumento" con il quale promuovere la frequentazione lenta, curiosa e rispettosa delle nostre montagne», continua Montani.

Il Presidente generale del Cai precisa inoltre che 35mila km è solamente il dato relativo ai sentieri mantenuti attraverso i fondi dei due bandi. «Stimiamo, visto il tetto massimo dell'importo che ogni Sezione poteva richiedere, che i chilometri totali che i nostri volontari mantengono ogni anno possano essere oltre il doppio».

Il format online utilizzato per la richiesta del contributo ha rappresentato inoltre un test, perfettamente riuscito, sul funzionamento del Catasto nazionale dei sentieri che la Struttura operativa sentieri e cartografia del Cai sta ultimando.

Progetto CAI Cultura, una nuova veste per il periodico del Club Alpino Italiano

PROGETTO CAI CULTURA,
UNA NUOVA VESTE PER IL PERIODICO DEL CLUB ALPINO ITALIANO

Al via un grande progetto di rilancio per le aree culturali del Club alpino italiano
deliberato dall’Organo di indirizzo e controllo: il Consiglio centrale
Un’attività che punta alla qualità e all'approfondimento e prevede
come primo passo la revisione del periodico Montagne360 con passaggio a bimestrale
e la nomina a Direttore editoriale di Marco Albino Ferrari


Milano, 29 novembre 2022

Il Club alpino italiano sta approntando un attento e profondo rinnovamento sul piano della produzione culturale. Come spiega il nuovo Direttore editoriale nonché responsabile delle attività culturali Marco Albino Ferrari, le diverse anime del Sodalizio entreranno in armonia tra loro per dar vita a un grande progetto sistemico e coordinato di rilancio mirando alla qualità e all’approfondimento.

Dal prossimo anno il periodico cartaceo Montagne360 tornerà bimestrale, con il nome La Rivista del Club Alpino Italiano e con un nuovo Direttore responsabile: Andrea Greci. Il primo nuovo numero sarà disponibile nel mese di marzo 2023.
La rivista presenterà più pagine dell’attuale, una rilegatura in brossura e si orienterà sui grandi temi del momento, con reportage, inchieste e articoli monografici affidati a firme della cultura e del giornalismo. Un prodotto destinato ad essere collezionato, anche per la particolare attenzione che verrà data alla grafica e alle immagini d’autore.

La scelta, dettata dall’indiscutibile aumento dei costi di carta ed energia, vuole guardare al futuro: il passaggio a bimestrale permetterà di mantenere una pubblicazione amata dai lettori riducendone l’impatto ambientale. I soci potranno infatti decidere all’atto del tesseramento se ricevere il periodico in formato cartaceo o digitale, andando quindi a produrre le sole copie richieste, dimostrando con questo piccolo gesto un’attenzione all’ambiente che il Club sta ponendo in primo piano con la nuova presidenza. Infine sarà garantita la continuità di temi e firme rispetto a Montagne360 grazie al mantenimento della medesima redazione.

«Con il passaggio a bimestrale, considerando anche l’aumento dei collaboratori operativi, i costi ordinari per la nostra rivista passeranno da 1.4 milioni di euro nel 2021 a meno di 1.2 milioni nel 2023. Siamo certi che i lettori comprenderanno questa scelta che permetterà ai soci di poter usufruire di un prodotto di livello senza dover aumentare la propria quota di tesseramento. Il Consiglio centrale e la Presidenza hanno intrapreso con responsabilità questa via che speriamo possa permetterci di operare in ambito giornalistico ancora per molti anni, ponendo al centro il primo articolo del nostro Statuto», commenta il Presidente generale Antonio Montani.

Nel mese di gennaio 2023, i soci riceveranno nelle proprie case "un assaggio": un fascicolo che illustrerà per intero il nuovo progetto soffermandosi sulle novità a partire dalla Rivista senza però tralasciare Lo Scarpone online, cinematografia, editoria, piattaforma e-Learning, podcast e Web tv.

«Il Cai vive le stagioni che cambiano, investendo nuove energie e professionalità per migliorarsi e diventare sempre più la casa di tutti gli italiani che amano la montagna», afferma il Direttore editoriale Marco Albino Ferrari.

Ringraziamo pertanto i lettori che in questo momento di cambiamento avranno la pazienza e la voglia di confrontarsi con noi per migliorare insieme e guardare al futuro.