Per la giornata mondiale del libro 2022, qualche immagine degli scritti di Francesco della Valle, poeta aiellese del ‘600

https://brunopino.wordpress.com/2012/09/07/amarcord-dieci-anni-fa-la-conferenza-sul-poeta-aiellese-francesco-della-valle-tenuta-il-7-settembre-2002-dal-compianto-prof-antonio-piromalli/

#GiornataMondialeDelLibro #23aprile2016

Vedi anche:

20 mar 2012  Giornata mondiale della Poesia 2012. Per celebrare l’appuntamento, qualche poesia di Francesco Della Valle, poeta Aiellese del Seicento.
brunopino.blogspot.com
28 gen 2014  Antonio Piromalli, apprezzatissimo collaboratore della presente … Qui il link ad un articolo sul poeta Francesco Della Valle, sul quale il prof.
brunopino.blogspot.com
17 feb 2012  Ha curato: Poesie di Francesca Serra Le Pera (Cosenza, Pellegrini 2004), Rime di Messer Francesco Della Valle (introduzione e nota …
brunopino.blogspot.com
18 set 2015  Al festival della filosofia di Mantova il tema proposto è stato l’eredità. …. Costantino Arlìa filologo calabrese · Francesco della Valle Poeta …
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#23Aprile #GiornataMondialeDelLibro2016 Come altre volte, chiediamo: che fine ha fatto la #BibliotecaCivica di #AielloCalabro?

Lo sappiamo che è un tormentone. Che ogni anno lo chiediamo. E lo facciamo anche per questa Giornata Mondiale del Libro. Chiediamo agli amministratori comunali di #AielloCalabro che fine ha fatto la #BibliotecaCivica? Dove sono i libri? Perché la biblioteca non è stata aperta?
Ricordiamo che la biblioteca, allocata in alcune stanze dell’ex Convento degli Osservanti, era stata istituita con tanto entusiasmo nel 2003. Era stato approvato dal Consiglio comunale il Regolamento di gestione; era stata dotata di scaffalatura, tavoli per la sala lettura, computer, programmi per la catalogazione. Poi, come capita spesso alle nostre latitudini, per un motivo o per un altro, non se ne è saputo più nulla.
Non osiamo immaginare in quale condizione di abbandono saranno quei libri (più di un migliaio, sempre che esistano ancora), a suo tempo affidati al comune in comodato d’uso gratuito da alcuni benefattori sulla base di una consolidata fiducia verso chi si è occupato – quotidianamente – di promuovere la cultura e la memoria storica nella comunità.
Attendiamo, senza alcuna fiducia, risposte.

Copertina de Le lettere delle Dame e degli Eroi
di Francesco Della Valle, poeta Aiellese del 1600

Qualche link sulla vicenda:

Processo #ValleOlivaInquinata, parlano i testi delle difesa

O Fiumicel, che de l’amate rive /Del patrio nido mio bagni le arene, /Campi fecondi, collinette amene, /Aure salubri, acque sorgenti e vive.

Il brano è tratto dalla poesia dell’Aiellese Francesco Della Valle (XVI-XVII secolo), dedicata alla Sua Patria. Il fiumicel dovrebbe essere l‘Oliva che però, non è più quello di secoli fa. Ora necessita, questo nostro fiume, della bonifica. Dalla politica regionale calabrese aspettiamo una decisione ponderata che non può non essere che in direzione del ripristino ambientale dei siti inquinati.
Ad meliora

AMANTEA – Con le deposizioni in aula dei testi della difesa, è iniziata ieri mattina la seconda fase del processo Valle Oliva Inquinata, che si celebra in Corte d’Assise a Cosenza.

A deporre per primo, Mario Spinelli, pensionato delle FF.SS. che abita nei pressi del fiume Oliva dal 1982, e dove ha un pezzo di terra che coltiva. Rispondendo alle domande del legale della difesa Nicola Carratelli, ha detto di non aver mai notato niente di strano circa eventuali operazioni di interramento. Anche l’acqua usata per le coltivazioni, presa direttamente dal fiume, è sempre risultata pulita, come dimostrerebbero le analisi effettuate in alcune occasioni dall’Asp.
Dello stesso tenore, il racconto di Giovanni Pino, commerciante, residente da circa 25 anni a Gallo, frazione del comune di S. Pietro in Amantea, il quale ha riferito di non aver mai notato lavori sospetti di camion riconducibili alla ditta di cui è titolare Coccimiglio, imputato nel processo per disastro ambientale, insieme ad altri quattro proprietari di terreni risultati inquinati.
E anche per Marcello Rizzo, titolare di un terreno alla sinistra idraulica dell’Olivo, e produttore di cipolle (che vantano il marchio di qualità IGP), nulla di anomalo nelle acque utilizzate per l’irrigazione.
Tra i testi convocati, anche alcuni dipendenti della ditta Coccimiglio. Maurizio Giglio, geometra impiegato nell’amministrazione della ditta di calcestruzzi di Amantea dal 2002, ha fornito elementi sui lavori che effettua la ditta Coccimiglio, e ha spiegato che tutti i rifiuti prodotti e gli scarti della lavorazione sono smaltiti regolarmente dalla EcoSistem di Lametia. Informazioni confermate anche da Luigi Curcio che nel silos ubicato nella vallata dell’Olivo svolge le mansioni di impiantista dal 2003. Nessuna attività di camion al di fuori del normale orario di lavoro, per Geniale Cuglietta, che per Coccimiglio da più di 25 anni fa la guardiania notturna degli impianti.
Se la difesa fa il suo lavoro per dimostrare l’estraneità degli imputati ai fatti contestati dalla Procura paolana, rappresentata ieri dai pm Maria Camodeca e Sonia Nuzzo, rimane tuttavia il fatto incontestabile – come hanno dimostrato scientificamente analisi e caratterizzazioni sovrintese da Ispra e Arpacal, nell’ambito delle indagini della Procura di Paola che hanno portato al procedimento in corso – dei diversi siti che presentano materiale inquinante interrato, fanghi industriali, metalli pesanti, materiale radioattivo come il cesio 137, sostanze altamente tossiche per la salute.
Su quest’ultimo aspetto, riguardante appunto salute pubblica e bonifica ambientale, un segnale positivo era arrivato nel corso del recente incontro tenutosi ad Amantea alla presenza di Domenico Bevacqua, presidente della IV Commissione ambiente del consiglio regionale. Bevacqua, come si ricorderà, aveva preso impegni precisi, annunciando una seduta della commissione proprio ad Amantea, con il coinvolgimento dell’Arpacal e i vertici dell’Asp, e attivandosi nel contempo per agevolare le procedure burocratiche per il ripristino ambientale entro un anno. Si attende, inoltre, come auspica fortemente il comitato civico Natale De Grazia, che a breve venga effettuata l’analisi del rischio, operazione immediatamente propedeutica alla bonifica dei siti inquinati.
Intanto, sono state fissate le prossime udienze del processo in Assise, iniziato a luglio 2013, che si svolgeranno il 16 maggio, il 6 ed il 21 giugno, e il 4 luglio.

In ricordo di Antonio Piromalli, nel decennale della morte

Gaetanina Sicari Ruffo (tratto da Calabria Sconosciuta 139-140, luglio-dicembre 2013)
Sono passati dieci lunghi anni senza il Prof. Antonio Piromalli, apprezzatissimo collaboratore della presente rivista, già fondata all’epoca dal compianto primo direttore  dott. Giuseppe Polimeni.
Egli aveva seguito con i suoi incoraggiamenti ed i suoi scritti il tortuoso percorso d’elaborazione per più d’un ventennio, fin dal 1978, ed i suoi contributi furono pubblicati fino a qualche anno prima della scomparsa. Originario dalla Calabria (Maropati 1920 – Polistena 2003) ha sempre rafforzato il suo legame con essa, nonostante fosse per lunghi periodi fuori, impegnato nell’insegnamento della Letteratura italiana prima all’Università di Urbino e Bologna, poi nelle Università di  Udine, Salerno, Cassino, medaglia d’oro nel 1989 dei Benemeriti della Scuola, della Cultura, dell’Arte anche per i molti importanti incarichi ministeriali che assunse per la promozione della Scuola.
Ma quando ritornava nella terra che aveva nel cuore, seguiva da vicino gli eventi culturali, promuovendo incontri ad alto livello ed incoraggiando manifestazioni.
È stato un vero maestro, se per tale s’intende non solo chi invita a gustare il pane della propria sapienza, ma anche chi è fraternamente vicino e interpreta le attese nel segno d’una umanità che si fa previdente. Egli ha infatti tracciato nuove strade nel solco della cultura meridionale, dando loro visibilità, non solo con le sue due grandi opere: Letteratura calabrese (Rubbettino, Cosenza 1965) e Letteratura e Cultura popolare (Firenze,1983) ad indicare  un percorso originale e moderno, molto ricercato dalle giovani generazioni, ma pure con i tanti saggi che hanno messo in luce figure di autori fino a quel momento ignorati e pure validissimi. Intendo riferirmi ai poeti Lorenzo Calogero, Nicola Giunta, Alba Florio, Ermelinda Oliva, Emilio Argiroffi di cui scrisse pagine illuminanti per gli sviluppi della loro carriera. Egli stesso fu poeta fin dalla prima giovinezza e si annoverano, dopo il 1945, ben sette sue raccolte di versi. L’ampia conoscenza filologica inoltre gli ha consentito di approfondire aspetti del linguaggio, soprattutto il dialetto, per lungo tempo considerato dai critici di scarsa dignità. Così lavorò a lusinghieri saggi su E. Alvaro, Donnu Pantu, V. Ammirà, N. Giunta, rivelando la loro impronta originale e il fervido rapporto con il luogo ed il tempo con i quali erano venuti a contatto. Cogliendo ed apprezzando il filo rosso della Rivista “Calabria Sconosciuta”, intercorrente tra élite e popolo, si soffermò spesso e volentieri, in vari numeri, a spiegare il carattere della cultura contadina oltre alla pregnanza del dialetto, il senso di certi riti, il valore di alcun celebrazioni, insomma il multiforme volto della società in evoluzione.

Fu proprio la sua critica illuminata a chiarire la profonda influenza degli autori italiani di fine secolo sulla cultura contemporanea, specie calabrese, per non parlare della sua ultima fatica di far conoscere il suo conterraneo scrittore Fortunato Seminara al grande pubblico.
Ne ha istituito la Fondazione e dopo aver riedito Le baracche, nel 1990, ha dato alle stampe i romanzi postumi: L’Arca (1997), La dittatura (2002), Il viaggio (2003). Si trovava a Polistena proprio per presentare quest’ultimo libro, quando fu colto dal malore che gli fu fatale. Il compianto fu unanime e profondo. La Calabria perdeva con lui non solo un grande intellettuale, noto nei luoghi più ricercati del dibattito nazionale, ma anche un figlio memore e fedele che aveva voluto onorarla sempre. Seminara infatti rappresentò ai suoi occhi la Calabria stessa ch’egli aveva imparato a conoscere ed a frequentare fin dall’inizio della sua vita, quel mondo raccolto ed appartato che aveva un profilo familiare anche se non sempre felice, fin dalla pubblicazione, appunto nel 1942, de Le baracche, voluta da Leo Longanesi per Einaudi. S’era assunto il compito di valorizzare i migliori talenti della sua gente e di sfatare l’ingiusto pregiudizio che non esistono al sud energie creative degne d’attenzione e capaci di rinnovamento. Il suo messaggio non può essere disconosciuto ed ignorato, ne siamo certi.

Qui il link ad un articolo sul poeta Francesco Della Valle, sul quale il prof. Piromalli tenne ad Aiello Calabro (Cs) una interessantissima conferenza nel settembre del 2002.