San Geniale, Patrono di Aiello Calabro, domenica 7 maggio 2023

Nel cielo di maggio le piccole mongolfiere annunciano che ad Aiello Calabro, la prima domenica del mese, c’è festa per il Santo protettore, San Geniale. Il culto è antico. È il 6 maggio del 1668 quando ha inizio alla presenza del vicario generale della Diocesi di Tropea. «Una sola fu allora la voce, che uscì dalla bocca dello intero popolo di Aiello “Ecco il nostro Protettore”. Da quel giorno – ci ricorda Scipione Solimena nel suo libro sul Patrono – la fiducia degli Aiellesi verso il Santo miracoloso giammai è venuta meno». Dalle Reliquie del martire che diede la giovane vita durante le persecuzioni diocleziane per testimoniare l’Evangelo, custodite in una cassettina, sotto il busto settecentesco, pregevole scultura settecentesca di fattura, si irradia per i fedeli devoti la speranza.
I fotogrammi della lunga giornata festosa, che si tiene la prima domenica di maggio, imprimono nella pellicola della memoria i momenti più significativi. La solenne celebrazione eucaristica, alla presenza delle autorità locali, che a inizio cerimonia offrono al Patrono il cero pasquale e simbolicamente le chiavi della città in argento che qualche anno fa furono forgiate dall’artista orafo Aiellese Pasquale Bruni.
Il prosieguo della giornata è scandito dalla processione per il paese con la sacra effige accompagnata dalla banda musicale. Alle finestre e ai balconi, come tradizione vuole, le coperte che una volta si facevano in casa col telaio; mentre i palloni colorati curati dalla Pro loco si librano verso un cielo caldo di primavera.
Come capita da qualche anno, la seconda parte della festa, non meno importante, è nel pomeriggio. Santa Messa di Ringraziamento, officiata dal parroco di S. Maria Maggiore, e quindi lo spettacolo. E ancora festa intorno, con i sapori e i profumi degli stand di prodotti locali.

Album foto

Guarda il documentario: Il Martire Bambino, prima puntata de “Il Sacro in Calabria” documentario di G. Solferino andato in onda su LaC Tv

Leggi: Il Culto di San Geniale Martire, Patrono di Aiello Calabro (Cs)

Giovanna Zangrandi, la nuova edizione de “I giorni veri. Diario della Resistenza”

Scrittrice, alpinista, sciatrice e partigiana, Giovanna Zangrandi è una donna sui sentieri della storia, la cui vita è stata spesa per la libertà. Nel libro, ripubblicato da Ponte alle Grazie e Cai, il racconto intimo e profondo in cui rielabora le annotazioni e i ricordi del periodo tra il 1943 e il 1945.

Milano, 4 maggio 2023
Una testimonianza partigiana da recuperare per ricordare le grandi figure femminili della Resistenza: questo è il cuore de I giorni veri. Diario della Resistenza di Giovanna Zangrandi, pubblicato per la prima volta nel 1963, la cui nuova edizione è appena uscita per la collana di narrativa “Passi” di Ponte alle Grazie e Club alpino italiano.

Le vicende raccontate
Cresciuta a Bologna ma fuggita giovanissima in Cadore, dove arrampica e scia con audacia, Giovanna Zangrandi da insegnante di scienze naturali diventa staffetta partigiana nel giro di pochi giorni. La sua vita ha infatti una svolta improvvisa con l’armistizio dell’8 settembre del 1943. Colta dall’urgenza di partecipare alla lotta di Liberazione, si unisce alla brigata Pietro Calvi e diventa un tassello fondamentale nel trasporto di informazioni, armi e documenti nella zona di Cortina. Vive per quasi due anni nascosta nei boschi e tra le rocce, nelle cucine amiche e nei fienili.
Quasi vent’anni dopo, cimentandosi nella stesura de I Giorni veri, traccia un diario intimo e profondo in cui rielabora le annotazioni e i ricordi del periodo tra il 1943 e il 1945. È una Resistenza vista nella sua dimensione quotidiana, tra spericolate discese con gli sci e lunghe corse in bicicletta. La montagna è un luogo conosciuto, che Giovanna attraversa senza enfasi, ma con la stessa riconoscenza che si riserva a una famiglia amata. Pur restando fedele ai fatti, la sua scrittura ha slanci nel fantastico, e rivela una capacità quasi espressionistica nel descrivere quello che ha definito “povero Risorgimento”, dove la povertà, il nulla e la solitudine si affiancano a un coraggio fisico e spirituale di rara fattura.
«Vorrei che dalla crudezza pulita della realtà uscisse una testimonianza e una moralità che molti miei contemporanei oggi o rinnegano o soffocano nell’adipe dei vari miracoli economici, e che molti giovani non sanno», sono le parole di Giovanna Zangrandi riportate nella quarta di copertina del libro.

Il saggio introduttivo di Benedetta Tobagi
Questa nuova edizione de I giorni veri si apre con un saggio introduttivo di Benedetta Tobagi, che presenta la vita di Giovanna Zangrandi come una continua ricerca interiore di sé stessa, anche tramite l’assunzione di uno pseudonimo, Anna, nome di dell’autrice durante la Resistenza.
E mentre Anna fa la sua parte, Giovanna scrive, riempiendo quaderni che a un certo punto dovrà sotterrare a 1700 metri, sotto le cime delle Marmarole, nelle Dolomiti orientali, e che recupererà solo a guerra finita. Quei quaderni saranno la materia prima a partire dalla quale Zangrandi ricostruirà la storia di Anna e dei suoi “giorni veri”. Veri non solo perché veramente vissuti, ma anche perché della Resistenza l’autrice restituisce un’immagine viva, diretta, tutt’altro che retorica, espressa in una scrittura di grande modernità.

I giorni veri. Diario della Resistenza (162 pagine) è acquistabile in libreria a un prezzo di 16 euro. I soci del Cai lo potranno trovare a un prezzo scontato su store.cai.it

Giovanna Zangrandi
Giovanna Zangrandi, pseudonimo di Alma Bevilacqua, nasce a Galliera, in provincia di Bologna, e dopo la laurea in Chimica si trasferisce a Cortina, dove insegna, scrive sui giornali locali, arrampica e fa la maestra di sci. In seguito agli eventi dell’8 settembre entra nella brigata Pietro Calvi. Dopo l’impegno nella Resistenza, si dedica maggiormente alla scrittura. Negli anni Cinquanta collabora con L’Unità, Gioia, Epoca, Amica, La Nazione, Noi donne. Nel 1954 pubblica con Mondadori I Brusaz, che vince il premio Grazia Deledda, nel 1959 Il campo rosso (Premio Bagutta) e nel 1963 I giorni veri (Premio Resistenza-Venezia). Nel 1946 costruisce il Rifugio Antelao, che diventa in seguito proprietà del Cai. Scomparsa nel 1988, l’autrice è sepolta a Galliera, il suo piccolo paese natale in provincia di Bologna.

Processione del Santissimo Crocifisso, Cosenza 3 maggio 2023

Al via la terza edizione della Merenda nell’Oliveta

Calabria protagonista con Tarsia e la Città Metropolitana di Reggio Calabria. Grande attesa per l’iniziativa promossa dall’Associazione nazionale Città dell’Olio. Corsi di assaggio, laboratori didattici, incontri con olivicoltori, reading di poesie a tema olio, musica dal vivo all’ombra degli ulivi al tramonto. E per la prima volta sono gli olivi attraverso i loro olivicoltori a raccontarci la loro storia millenaria.

Calabria protagonista della terza edizione de “La Merenda nell’Oliveta” l’attesissimo evento organizzato dall’Associazione nazionale Città dell’Olio con il patrocinio del Ministero dell’Ambiente e delle Tutela del Territorio e del Mare e in collaborazione con LILT che si terrà in 100 Città dell’Olio italiane fino al 18 giugno. Una iniziativa nata per promuovere il turismo dell’olio attraverso un’esperienza unica ed emozionale di convivialità da vivere immersi nel paesaggio olivicolo, seduti all’ombra degli olivi, avvolti dai colori caldi del tramonto.

Quest’anno per la prima volta oltre alle degustazioni di olio EVO e alla tradizionale bruschetta, ai mini-corsi di assaggio e ai laboratori didattici per bambini, ai reading di poesie a tema olio e alla musica dal vivo, allo yoga sotto gli ulivi, tra le originali attività previste ci sarà anche uno storytelling molto speciale in cui saranno gli olivi a parlare attraverso la voce degli olivicoltori per raccontarci la loro storia millenaria. 

Sono 2 le Città dell’Olio calabresi nelle quali si svolgerà la Merenda: Tarsia (CS), 10 giugno, e la Città Metropolitana di Reggio Calabria (RC).

“La Merenda nell’Oliveta è un evento sempre molto atteso. Il trend è in crescita: quest’anno le Città dell’Olio che hanno organizzato la Merenda sono sempre più consapevoli della necessità di investire sull’oleoturismo – ha dichiarato Michele Sonnessa Presidente delle Città dell’Olio – i nostri borghi sono meta di un turismo di comunità. I visitatori sono in cerca di esperienze uniche legate al mondo dell’olio per questo abbiamo deciso di far parlare gli olivi secolari e millenari che sono il fiore all’occhiello del nostro patrimonio olivicolo, attraverso la voce delle persone che se ne prendono cura: gli olivicoltori. Così pensiamo di avvicinare le persone a questa straordinaria coltura che a causa dell’abbandono in alcune zone del Paese rischia di scomparire. Ci vuole tanto amore e tanta cura per conservare l’immenso patrimonio di cui disponiamo e noi abbiamo il dovere di valorizzare l’impegno dei nostri olivicoltori”. 

“La Merenda è una bella occasione per visitare i nostri borghi e prendersi del tempo per se stessi all’ombra dei nostri oliveti ma è anche un modo per imparare a riconoscere le caratteristiche del nostro olio e degustarlo in compagnia” ha dichiarato il consigliere nazionale Carmelo Versace. 

“Le Città dell’Olio calabresi hanno risposto con entusiasmo alla nostra chiamata. Eventi come questi sono un’opportunità preziosa per far conoscere ai cittadini e ai turisti gli oli EVO del territorio e per fare cultura dell’olio mostrare le bellezze del paesaggio olivicolo” ha concluso il Sindaco di Rossano Flavio Stasi, coordinatore regionale delle Città dell’Olio calabresi.

Scopri tutti gli eventi in corso di aggiornamento: www.merendanelloliveta.it

Don Carlo De Cardona, oggi

Messaggio di Mons. Francesco Savino, vicepresidente della Conferenza Episcopale Italiana.

«Da qualche anno sia nella Diocesi di Cassano all’Jonio, che a Cosenza e in alcuni paesi del cosentino si fa memoria dell’opera sociale di don Carlo De Cardona (Morano Calabro 4 maggio 1871 – Morano Calabro 10 marzo 1958), un prete che sulla scia della Rerum novarum ha operato, agli inizi del Novecento, la scelta preferenziale degli ultimi: i contadini, gli artigiani. Oggi ne sono certo, don Carlo animerebbe i giovani, chi non spera più, gli indifferenti. Conoscere De Cardona significa ricercare un sano protagonismo nello stare insieme; ai suoi contadini ripeteva sempre di guardare con creatività al domani, costruendo insieme il futuro: «smettiamola di innalzare muri; con gli stessi mattoni costruiamo ponti per incontrarci». Se avessimo gli occhi per guardarci intorno, vedremmo chiaramente i tanti costruttori di realtà associative che potremmo definire decardoniani…; ultimamente ho letto che ad Haiti, un piccolo fratello di San Charles De Foucauld organizza i contadini con lo stesso piglio di De Cardona; frère Francklin Armand, ha costruito – con i contadini e per i contadini – oltre 200 piccoli laghi collinari, che stanno diventando la speranza per la piccola zona caraibica.
De Cardona sollecita la comunità a un grande risveglio sociale; ai preti: meno culto e devozioni, più cultura e presenza; ai politici: più noi che io, più fare che dire; ai giovani: dove vedete la luce, quella è la strada giusta da percorrere; alle donne: generate voi stesse le nuove idee di presenza in una società (e una Chiesa) ancora troppo maschilista; ai giornalisti: metteteci un supplemento di verità nel raccontare la Calabria, non si tratta di edulcorare la cronaca, ma di far vedere gli spiragli di novità e di cambiamento che ci sono; agli insegnanti: nell’anno centenario di don Milani (già De Cardona a Cosenza aveva fatto le scuole serali; per acquistare i libri ai figli dei contadini, mise in vendita una preziosa copia della Bibbia), amate di più il vostro lavoro; quello che oggi sono i giovani, molta parte è quello che incontrano e vivono a scuola; infine agli adulti: sappiate essere testimoni che la vita è sempre bella e che merita di essere vissuta in pienezza».

Iniziative
A Cosenza nella Chiesa dello Spirito Santo, quartiere simbolo delle iniziative decardoniane di inizio secolo giovedì 4 maggio 2023 alle ore 19, don Luca Perri, parroco della Cattedrale di Cosenza celebrerà una Santa Messa per il 152.mo compleanno di don Carlo De Cardona.
Al termine della celebrazione, il Centro studi calabrese “Cattolici Socialità Politica” farà omaggio a tutti i presenti del quinto numero del quaderno “Studi e Ricerche su don Carlo De Cardona e il Movimento cattolico in Calabria”.
Un’altra iniziativa nel nome di don Carlo De Cardona si svolgerà nei prossimi giorni nel Comune di Castiglione Cosentino per l’inaugurazione di una piazza dedicata al prete fondatore e animatore delle Casse Rurali; lo “Slargo don Carlo De Cardona” è stato fortemente voluto dal sindaco di Castiglione Cosentino, Salvatore Magarò.