“La canzone della terra”, al cinema il 15, 16 e 17 aprile

Milano, 3 aprile 2024
Wanted è lieta di rilasciare il trailer de La canzone della terra (Songs of Earth), al cinema il 15, 16 e 17 aprile, mese in cui si festeggia la Giornata Mondiale della Terra. Il film, candidato ufficiale della Norvegia per la categoria “Miglior lungometraggio internazionale” alla 96a edizione degli Academy Awards nel 2024, è diretto dalla pluripremiata regista norvegese Margreth Olin e prodotto da Liv Ullmann e Wim Wenders.
La canzone della terra è una meditazione sul rapporto dell’uomo con la natura e sul legame tra genitori e figli. Margreth Olin, regista e interprete principale, fa ritorno nella valle in cui è nata, nel cuore della Norvegia, dove abitano i genitori. Per un anno intero filma il trascorrere del tempo e delle stagioni: il padre guida il suo sguardo tra le maestose vallate norvegesi, dove i ghiacciai si stanno ritirando e sono più evidenti gli effetti del cambiamento climatico. Il documentario custodisce così la memoria di chi è stato in grado di vivere in armonia con l’ambiente e di osservare la melodia della terra, una canzone in cui la bellezza della musica si sposa a parole di dolore e denuncia.
“Concludiamo il film con un appello di speranza” commenta la regista “Il momento in cui mio padre pianta un nuovo seme accanto all’albero che suo nonno depose 130 anni prima. Le storie di mio padre stringono e ripristinano il legame forte con la natura”. E ancora: “Il corpo e la mente di mio padre cambiano, questo potrebbe essere l’ultimo anno in cui potrà condividere con noi la sua supplica. All’improvviso tutto sembra urgente. La sua generazione è davvero l’ultima ad avere la consapevolezza di come ci stiamo prendendo cura della natura? La soluzione potrebbe essere semplicemente ripristinare la connessione con noi stessi? Se vogliamo che la nostra specie sopravviva, dobbiamo restare in ascolto del canto della terra”.
La canzone della terra (Songs of Earth), al cinema il 15, 16 e 17 aprile, è in collaborazione con Earth Day Italia e con il patrocinio del CAI.
“Con La canzone della terra continua la collaborazione tra Cai e Wanted Cinema. Come sodalizio siamo orgogliosi di collaborare alla promozione di film di alta qualità e dall’importante valore culturale. L’opera porta lo spettatore su territori altri e sconosciuti, come quelli norvegesi. Allo stesso tempo, la narrazione si focalizza sul rapporto tra genitori e figli, con un punto di vista molto interessante”, ha dichiarato il componente del Comitato Direttivo Centrale del CAI Angelo Schena.

SINOSSI
La Canzone della Terra è una maestosa sinfonia per il grande schermo. Il padre della regista diventa la nostra guida attraverso le più suggestive vallate norvegesi: dove è cresciuto e dove più generazioni si sono susseguite vivendo a stretto contatto con la natura, per sopravvivere. I suoni della terra si armonizzano alla perfezione creando una sinfonia unica che accompagna questo viaggio mozzafiato nel paesaggio e nella memoria.
La Canzone della Terra ha la trama più semplice possibile: Olin ritorna nella valle di Oldedalen nella parte occidentale Norvegia. Il suo obiettivo è trascorrere un po’ di tempo con suo padre, 84 anni, mentre la figura della madre rimane più sullo sfondo. Seguendo le orme dei genitori e la loro storia d’amore e di vita la regista spende un anno intero, trovando nella scansione stagionale la struttura per il suo documentario.

Napoleone e la gloria

Napoleone alla Battaglia di Austerlitz
dipinto dell’artista francese François Gérard

di Carmelina Sicari
Si è tornato a parlare dell’epopea napoleonica in occasione del film appena uscito. In realtà non si è mai smesso di parlarne ed a ragione. Tale è l’impronta che il Corso ha lasciato nella storia e non solo militarmente. Non si è però mai tentato di risolvere l’interrogativo lasciato come sospeso dal Manzoni ne Il cinque maggio. Fu vera gloria? Manzoni aggiunge: Ai posteri l’ardua sentenza. Ma i posteri tale sentenza non l’hanno mai pronunciata. È difficile farlo nella modernità che ha perso completamente il senso della gloria. Infatti essa non coincide con il consenso né con il successo che sono i parametri fondamentali dell’attualità. Manzoni aveva dato una risposta nella poesia contrapponendo all’epopea napoleonica un’altra epopea: quella religiosa. Bella immortal, benefica fede ai trionfi avvezza. Scrivi ancor questo […]. L’epopea napoleonica è descritta nella poesia con un’intensità ed un’efficacia impareggiabili. Il lampo dei manipoli, l’onda dei cavalli, il concitato imperio ed il celere ubbidire hanno un corrispettivo nella vastità dello scenario. L’azione di Napoleone va dal Manzanarre al Reno, ma la sua rapidità è prodigiosa. Di quel securo il fulmine tenea dietro al baleno. Mai versi furono così rapidi ed agili se non in qualche ottava dell’Ariosto. La brevitas si unisce alla rapidità suprema categoria letteraria così come indica Calvino in Lezioni americane. Eppure si ha la sensazione che il poeta aumenti le qualità dell’opera napoleonica per rendere più forte ed evidente il trionfo della fede a cui il grande condottiero alla fine nell’esilio di Sant’Elena si arrende. La sua sanguinosa orma, il segno di immensa invidia e di pietà profonda saranno riscattate dalla fede. Per Manzoni non fu vera gloria. Ma allora in che cosa essa a proposito di Napoleone può consistere? Viene in mente subito la battaglia e la vittoria folgoranti dei Tre imperatori, Austerlitz appunto, quella esaltata dallo scrittore Gallo che titolò un volume della sua opera su Napoleone, Il sole di Austerlitz. Lì si sono confrontate due visioni del mondo, l’ancien regime e le nouveau, il nuovo. Lí Napoleone tentò di realizzare il progetto di unità europea, lì davvero in gioco ci furono le sorti del mondo. Come nella battaglia di Isso in cui Alessandro Magno umiliò Dario terzo e pensò che il suo progetto di unità tra Asia ed Europa potesse compiersi. Lui, il discepolo di Aristotele, il lettore appassionato di Omero. E così con Omero evochiamo il mondo greco che ben conosceva il senso della gloria. Essa non stava nella conquista ma nel coinvolgimento di tanti, di tutti, nella coralità. La gloria è quella dei caduti alle Termopili. Lo dice con chiarezza Simonide di Ceo. Ed allora? Napoleone come Alessandro Magno è un trascinatore della gioventù. Sotto il suo impulso generazioni seguirono il suo esempio. Egli non solo, come dice Croce, divenne il sacerdote della libertà, ma fu il modello per i giovani. Nei dodici sonetti del Carducci esaltà il valore di tutta una generazione formatasi nella Rivoluzione francese. È la generazione napoleonica. Carducci ha peraltro sempre rifiutato il giudizio di essere esaltatore della Rivoluzione francese perché in realtà individua il senso della gloria. Egli mostra cosa possa la natura umana e quale ne sia il valore quando a terra non batte le ali. Come l’Ulisse dantesco Napoleone disse col suo esempio la virtù ed il valore possibili, quando l’uomo non si attarda a viver come bruto. Il suo esempio sarà seme delle lotte per la libertà del Risorgimento.

Il film ‘A passo d’uomo’, con il Premio Oscar® Jean Dujardin dal 19 ottobre al cinema

Milano, 6 ottobre 2023

Wanted Cinema è lieta di annunciare l’arrivo in sala dal 19 ottobre, con il patrocinio del Club alpino italiano, di A Passo d’uomo (Sur les chemins noirs), presentato in anteprima alla 71edizione del Trento Film Festival come film d’apertura della manifestazione. Tratto dall’omonimo libro autobiografico best seller dello scrittore-esploratore francese Sylvain Tesson, A passo d’uomo è diretto da Denis Imbert (Vicky, Mystère) e alla sua uscita in sala in Francia a marzo ha ottenuto il plauso della critica e incassato numeri da capogiro al box office d’Oltralpe. Nel cast, insieme a Jean Dujardin, troviamo Izia Higelin, Josephine Japy e Jonathan Zaccai.
Protagonista indiscusso di questo viaggio attraverso la Francia – un cammino a piedi di 1300 km che va dal Mercantour al Cotentin, ma anche un viaggio interiore per riappropriarsi di un corpo ridotto in pezzi e rimarginare dolorose ferite – è un intenso Jean Dujardin (Premio Oscar® per The Artist), che qui veste i panni di Pierre, un celebre scrittore con un debole per le esperienze estreme e i viaggi in solitaria. Una sera, ubriaco, si arrampica sulla facciata di un palazzo e cade per diversi piani. L’incidente lo lascia in coma profondo. Quando ne esce, Pierre riesce a malapena a stare in piedi. Contro il parere di tutti, decide di fare un’escursione da solo attraverso la Francia, dalla Provenza a Mont Saint Michel, lungo sentieri dimenticati attraverso alcune delle regioni più aspre, inospitali e belle della Francia. Basata su eventi reali, questa fuga dal mondo frenetico è una storia di forza d’animo, guarigione, resilienza e riconnessione alla natura e al sé profondo.
“L’eroe ha un lato selvaggio” – commenta il regista – “come un lupo che osserva la vita degli uomini, tenendosene a distanza. Allo stesso modo, dalla regia mi sforzavo di vederlo uscire da un cespuglio, attraversare la strada e ripartire in un boschetto come un animale. I sentieri neri sono delle tracce lasciate, che non esistono sulle mappe. Sono sentieri percorsi da animali selvatici. Mi piaceva questa idea di attraversamento. La Francia ha questa prospettiva, queste incredibili linee di fuga”.

Ingresso scontato per i soci del Cai
Tutti i soci del Club alpino italiano potranno accedere alla proiezione con un biglietto a prezzo speciale (a seconda delle tariffe previste da ogni singola sala). Basterà esibire la tessera Cai in cassa per aver diritto allo sconto.

Sinossi
Durante una serata alcolica, Pierre, autore ed esploratore, precipita dall’alto di un edificio. Uno stupido incidente che lo porterà in un coma profondo. Sul letto di ospedale, una volta risvegliato, si promette di attraversare la Francia a piedi dal Mercantour (a Sud est) fino a Cotentin (all’estremo Nord Ovest). Un viaggio unico e senza tempo alla scoperta della natura, della bellezza della Francia e di una rinascita personale.

L’elenco delle sale nelle quali sarà proiettato il film è disponibile sul sito wantedcinema.eu

Cort Alp, prima edizione del festival del cortometraggio di montagna

PRIMA EDIZIONE DEL FESTIVAL DEL CORTOMETRAGGIO DI MONTAGNA CORTALP
E DEL CONCORSO CINEMATOGRAFICO "MANLIO ARMELLINI"

Appuntamento il 1° dicembre, presso il Politecnico di Milano,
con una selezione dei migliori cortometraggi del Centro di Cinematografia e Cineteca del Cai
e i cortometraggi originali degli studenti del Politecnico di Milano Scuola Design
realizzati per il contest "Manlio Armellini"


Milano, 28 novembre 2022

In occasione dell'Anno della Montagna Sostenibile 2022, dalla collaborazione del Centro di Cinematografia e Cineteca del Cai con il Politecnico di Milano - Scuola Design del corso Design Alpino di Aldo Faleri con Roberto Boni e il sostegno del Preside Francesco Zurlo, nasce la prima edizione del Festival del Cortometraggio di Montagna CORTALP e del contest "Manlio Armellini", rivolto agli studenti del Politecnico di Milano e intitolato allo storico patron del Salone del Mobile e grande appassionato di montagna.
Durante l'evento si terrà la premiazione dei migliori cortometraggi originali degli studenti per il contest "Manlio Armellini" e la proiezione di una selezione dei migliori cortometraggi del Centro di Cinematografia e Cineteca del Cai. L'appuntamento è in programma per il 1° dicembre, dalle 14 alle 18.30, presso il Politecnico di Milano - Scuola Design (via Candiani 72), Campus Bovisa, Ed. B1 - Auditorium F.lli Castiglioni.
La rassegna CORTALP ha ricevuto il Patrocinio di Montagne Sostenibili 2022 e della Sezione del Cai di Milano.
Il Festival del Cortometraggio di Montagna CORTALP
Il progetto nasce per promuovere il rispetto e la salvaguardia delle terre alte, valori che il Club alpino italiano e il Politecnico di Milano intendono trasferire agli studenti attraverso il patrimonio filmico della Cineteca del Cai e far conoscere lo storico sodalizio e la sua lunga storia di collaborazione con il Politecnico di Milano e le rispettive cariche istituzionali.
«Le aree tematiche sulle quali abbiamo chiesto agli studenti di indagare con i loro strumenti abituali della comunicazione - dichiara Aldo Faleri promotore del progetto e docente di Design Alpino - sono gli ambiti abituali nei quali chiediamo ai futuri designer di misurarsi nel paradigma di uomo-contesto-oggetto, per lo sviluppo di concept di prodotti e servizi per la montagna».
Al termine della premiazione del contest "Manlio Armellini" seguirà la proiezione di alcuni cortometraggi di ambientazione alpina, selezionati dal catalogo del Centro di cinematografia e Cineteca del Cai. Si tratta di corti che affrontano vari aspetti delle terre alte: dalla montagna come luogo di divertimento e di libertà, al soccorso alpino, passando per il tema del climate change e della fusione dei ghiacciai.
La premiazione del concorso cinematografico "Manlio Armellini"
Nell'ambito del contest tematico, gli studenti del Politecnico sono stati chiamati a produrre dei cortometraggi dedicati a mostrare il rapporto fra l'ambito del design, dell'architettura, della grafica e della comunicazione e quello della montagna, intesa in ogni suo aspetto (ambiente, ecologia, lifestyle, alimentazione, sport, sicurezza, produzione), con particolare attenzione a proposte innovative e di sostenibilità negli ambiti sopra citati.
Tre le categorie del concorso cinematografico: prodotto, ambiente e comunicazione. Oltre ad una menzione speciale "Armellini".
La selezione delle opere vincitrici ha tenuto conto dell'originalità, dell'aderenza alle tematiche scelte e ai valori ispiratori del Club alpino italiano, con priorità a tematiche sensibili quali sostenibilità ambientale, biodiversità, impatto sull'ambiente.
La giuria del contest, presieduta da Monica Brenga (componente del Centro di Cinematografia e Cineteca), è composta da: Roberto Boni e Aldo Faleri (docenti di Design Alpino del Politecnico di Milano), Nicoletta Favaron (presidente del Centro di Cinematografia e Cineteca del Cai) e Pamela Lainati (referente del Centro di Cinematografia e Cineteca del Cai e referente del progetto per il Cai).
Il legame con Manlio Armellini, grande amante dell'alpinismo, è duplice: da un lato lo scorso maggio Armida Armellini ha donato alla Cineteca del Cai un fondo di 130 film di montagna che suo marito ha raccolto in vita, dall'altro lo scorso marzo il Salone del Mobile ha promosso delle borse di studio in suo nome con il Politecnico.
Armida Armellini ha sostenuto con grande piacere fin dall'inizio l'iniziativa, così come i vertici del Club alpino italiano, a partire dal Presidente generale Antonio Montani e del componente aggiunto del Comitato direttivo centrale Angelo Schena, per arrivare a Nicoletta Favaron, presidente del Centro di Cinematografia e Cineteca del Cai, che dichiara, in rappresentanza del Sodalizio, di aver «apprezzato molto innanzitutto la partecipazione genuina dei ragazzi, poi il buon livello dei film in concorso. Ci auguriamo che questa iniziativa faccia conoscere agli studenti del Politecnico tutte le attività del Cai attraverso il patrimonio filmico della nostra Cineteca, perché se ne possano ricordare in futuro nella loro crescita professionale».
L'evento è ad ingresso libero e gratuito previa registrazione, per motivi organizzativi, al seguente form.

InQuota: il meglio del cinema di montagna, tutto l’anno

The last mountain (qui il trailer)
Nasce la nuova piattaforma di streaming promossa da Club alpino italiano e Trento Film Festival, per portare nelle case e sui dispositivi di tutti gli appassionati tanti film di alpinismo, avventura e natura, per la prima volta in un unico abbonamentoMilano, 25 ottobre 2022.

Era in cantiere da tempo e da oggi è finalmente online: InQuota è la piattaforma di streaming che si rivolge a tutti gli appassionati di cinema e di montagna, frutto del lavoro congiunto del Trento Film Festival e del Cai, in particolare del Centro di Cinematografia e Cineteca.
«Senza dover cercare, più o meno nascosti tra servizi e abbonamenti diversi, i titoli in tema, gli abbonati a InQuota potranno ora trovare su un'unica piattaforma il meglio del cinema di montagna, natura e avventura», spiega Sergio Fant, responsabile della programmazione cinematografica del Festival e ora curatore dei contenuti della nuova piattaforma.
Si parte con 20 film, protagonisti delle ultime edizioni del Trento Film Festival o selezionati dal Centro di Cinematografia e Cineteca del Cai. Grande spazio ai film di alpinismo e arrampicata: Dirtbag: The Legend Of Fred Beckey di Dave O'Leske, ritratto del celebre alpinista americano, il cui nome ha evocato mistero, sarcasmo e adulazione fin dagli anni '40; Manaslu di Gerald Salmina, biografia di uno dei più grandi alpinisti del nostro tempo, Hans Kammerlander; ma anche Climbing Iran di Francesca Borghetti, il documentario sulla vita dell'arrampicatrice iraniana Nasim Eshqi, presentato nel 2021 a Trento e tornato ora di grandissima attualità di fronte alle drammatiche violenze che stanno colpendo i manifestanti in Iran, di cui Nasim si sta facendo portavoce cercando di sensibilizzare il mondo alpinistico internazionale. Numerosi fin dall'inizio i film più amati e premiati dal pubblico del Festival, come Cielo di Alison McAlpine, Fine Lines di Dina Khreino e Mountain di Jennifer Peedom, con la voce narrante di Willem Dafoe. Debuttano sulla piattaforma anche molti film italiani, tra cui Oltre il confine. La storia di Ettore Castiglioni di Andrea Azzetti e Federico Massa, o Itaca nel sole. Cercando Gian Piero Motti di Natale Fabio Mancari e Tiziano Gaia. «Ai film presenti dall'inizio, ogni settimana si aggiungerà un nuovo titolo, per ampliare costantemente la library fino ad arrivare a regime a un centinaio di film disponibili, e far diventare l'appuntamento con le novità di InQuota una piacevole abitudine», ricorda Fant.
A quasi un decennio dall'esplosione dei contenuti online, ma con piattaforme che ormai replicano l'offerta della tv generalista di cui inizialmente rappresentavano l'alternativa, proposte come InQuota si ispirano alle tendenze più originali e avanzate del mercato audiovisivo, rispondendo all'emergenza di nuove "nicchie", anche se per numero di appassionati e praticanti la montagna e l'outdoor rappresentano ben più di una piccola fetta di pubblico.
«Quante volte ci siamo sentiti domandare come fosse possibile riguardare o condividere un certo film dopo averlo apprezzato in sala a Trento o in qualche serata organizzata dalle sezioni Cai, o vedere i tanti film del Festival persi perché non si è in grado di andarci, per altri impegni o per la distanza? InQuota è la risposta concreta che diamo a un pubblico che sappiamo essere in costante crescita, e che al piacere della sala cinematografica unisce il desiderio delle visioni private, on demand» spiega Nicoletta Favaron, presidente del Centro e vicepresidente del Trento Film Festival. Soddisfazione espressa anche dal presidente del Festival, Mauro Leveghi: «Durante gli anni duri della pandemia il Festival ha dovuto reinventarsi, immaginando e realizzando nuovi strumenti per relazionarsi col suo pubblico. Abbiamo testato sul campo il potenziale dello streaming, capendo che la domanda era alta. Il Festival da quest'anno è tornato giustamente alla sua normalità, il "grande schermo", riempiendo le sale: con InQuota vogliamo offrire al nostro pubblico anche la possibilità di continuare a godere da casa, ogni giorno dell'anno, di film unici e introvabili altrove».
«Dopo le felici esperienze, maturate nei periodi di costrizione a casa per il lockdown, con le invenzioni delle "rubriche" La montagna a casa e Natale in quota, il Cai, in collaborazione con Trento Film Festival, vuole offrire un'ulteriore opportunità a tutti di poter gustare, a casa propria, alcuni dei più spettacolari e bei film di montagna, con questa nuova iniziativa che, sono sicuro, troverà il favore dei Soci del Club alpino e degli appassionati del cinema legato alle Terre Alte» dichiara Antonio Montani, Presidente generale del Cai.
Il logo di InQuota è stato realizzato dall'artista spagnolo Javier Jaén, autore del manifesto del Festival nel 2019, mentre la piattaforma adottata è quella sviluppata dal provider di servizi di streaming neozelandese Shift72 e dalla società francese Festivalscope, partner web dei maggiori festival e mercati cinematografici internazionali, a partire dalla Mostra del Cinema di Venezia.
Il costo dell'abbonamento annuale è di 50 euro: gli oltre 10mila utenti già registrati sulla piattaforma in occasione delle scorse edizioni del Festival hanno ricevuto un codice sconto per sottoscrivere l'abbonamento al costo di 40 euro, mentre per i soci CAI è prevista un'ulteriore speciale offerta a 30 euro. Tutte le informazioni per abbonarsi e per scoprire i film online su www.inquota.tv

Being Roberto, cortometraggio girato ad Aiello Calabro sul tema dell’emigrazione

Due anni fa, un giovane aspirante regista, Alessandro Rossi gira un cortometraggio dal titolo Being Roberto. E sceglie di raccontare, in pochi minuti, la storia dell’emigrazione di suo padre che era partito per il Nord dalla sua piccola cittadina, Aiello Calabro, per inseguire il suo sogno. (G.G.)

Nei titoli di coda, l’elenco di chi, come attore, comparsa o collaboratore, ha partecipato alla realizzazione del cortometraggio.

Naturalmente, non c’è bisogno di dire che il Nostro paese viene bene anche nei film, perché Ajiellu ìe Ajiellu!

Qui il link al profilo instagram dell’ideatore e produttore.

Quella notte di Natale del 1914

Un episodio molto commovente. È la notte di Natale del 1914. I soldati inglesi e tedeschi fanno una tregua, si incontrano e per una notte mandano a quel paese la guerra schifosa che vogliono i potenti, che tanto mica la fanno loro la guerra, la guerra la fanno i poveri cristi.

Mi piace postare il video di TV2000.it che tratta di quella notte di Natale. Poi stasera guarderò il film del 2005 “Joyeux Noel: Una Verità Dimenticata Dalla Storia” di Christian Carion.

Buon Natale

I 10 giorni che sconvolsero il mondo. La rivoluzione sovietica compie 100 anni

Ottobre è un film del 1927 diretto da Sergej Mikhajlovič Ejzenštejn

Da Youtube – Il film fu commissionato, con mezzi larghissimi e totale autonomia, dal governo per la commemorazione del decimo anniversario della Rivoluzione d’Ottobre. Protagonista assoluta dell’opera è la massa di operai, soldati e cittadini che furono chiamati a reinterpretare sé stessi nelle giornate vissute in prima persona. Il film fu girato quasi interamente a Leningrado e qui proiettato il 20 gennaio 1928: 7 rulli, 2220 metri; ma il metraggio originale era di 3800. La critica legata al regime accusò il regista di eccessivo sperimentalismo ed estetismo, inoltre il regista fu costretto ad eliminare dalla versione definitiva dell’opera i protagonisti della cosiddetta opposizione di sinistra, Trotsky e Zinov’ev, in quei mesi caduti in disgrazia per essersi opposti a Stalin.