Qui, un brano video dell’intervento di Gianfrancesco Solferino, allo Sciabaca festival promosso da Rubbettino, tenutosi dal 22 al 24 settembre scorsi a Soveria Mannelli.
Di seguito, parte del resoconto sul seminario dello storico dell’arte, tratto da ManifestBlog.
“Per molto tempo la lavorazione del marmo e del legno, ampiamente diffusa soprattutto a Rogliano e a Serra San Bruno, ha costituito un importante settore produttivo per la nostra regione; molti capolavori sono il frutto di uno “scambio” proficuo tra le maestranze locali e quelle provenienti dal resto della penisola. Basti pensare alla Cappella Cybo, situata nell’Ex Convento dei Frati Minori Osservanti ad Ajello Calabro, che costituisce uno splendido esempio di tardomanierismo in Calabria.L’opera – spiegata in modo brillante da Solferino – fu realizzata nel 1597 dallo scultore messinese Pietro Barbalonga, su progetto dell’architetto toscano Andrea Cioli; il sacello, infatti, possiede gli elementi tipici della cultura figurativa tardomanierista, con evidenti richiami alla tradizione toscana e siciliana, inoltre la struttura generale mostra la piena aderenza al modello michelangiolesco. Barbalonga seppe fondere elementi sacri con figure antropomorfe tratte dal repertorio iconografico romano.Alberico I Cybo Malaspina, Signore di Massa Carrara, acquistò il feudo di Ajello Calabro nel 1574, dove promosse la realizzazione di opere a carattere devozionale, estremamente raffinate. Inoltre, grazie all’arrivo di nuove maestranze, gli intagliatori locali ebbero modo di aggiornarsi dal punto di vista tecnico, elaborando uno stile nuovo e autonomo”.
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