Chiesa di S. Maria Maggiore, 28 aprile 2004, termina il restauro di San Geniale Martire, Patrono di Aiello Calabro. Nella foto (scattata dall'allora parroco don Ortensio Amendola), la pregevole statua settecentesca del Patrono, e da sx: Gianfrancesco Solferino, storico dell'arte e finanziatore del restauro; Leila Pisani, restauratrice; e lo scrivente. Un bellissimo ricordo che vogliamo condividere con i navilettori.
Diverse volte sui social ho postato foto fatte anni addietro, spiegando in maniera giocosa che erano i primi, o per lo meno tra i primi selfie – o meglio autoscatti, come vuole la Crusca – realizzati con una macchinetta digitale. Il collage che posto è composto da due foto scattate a Toronto tra settembre e ottobre 2002, e da una terza scattata a Giza nel novembre 2003. Come ho detto, per scherzo mi è piaciuto e mi piace dire che sono i primi selfie. Ma a ben guardare – se si fa eccezione per il fotografo americano Robert Cornelius che si è autoscattato una foto nel 1839, e per un altro episodio del 1920, e per Lester Wisbord che dal 1981 ha collezionato centinaia di immagini insieme a persone famose -, le foto realizzate nel 2002 e 2003 dallo scrivente aspirante fotografo, con una nikon coolpix, sono certamente tra i primi autoscatti prima che i selfie invadessero i social.
L’umanità – specie a Cosenza, e in particolare alla vigilia dell’Immacolata – si divide tra chi dice cuddrurieddri e chi cullurielli. Non c’è dubbio alcuno che è più bello dire cullurielli. Anche Bernardino Telesio qui a Cosenza, interpellato, la cui famiglia era originaria di Aiello Calabro, direbbe certamente “cullurielli”. Fatevene una ragione.
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