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Cammino gioachimita da Borgo a Canale 25.03.2023

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Legge sul Carnevale di Castrovillari. Laghi: “Grave e sbagliata la cancellazione del contributo”

«Ho deciso di votare la proposta di legge sul Carnevale di Castrovillari, firmata da Straface, Gentile e Gallo, per un senso di appartenenza territoriale, nonostante non fossi stato né coinvolto né interpellato». Sono queste le dichiarazioni a margine della seduta della Commissione regionale Sanità, del capogruppo in Consiglio regionale di “De Magistris Presidente”, Ferdinando Laghi, che rilancia sulla delusione ricevuta a seguito della cancellazione del contributo di 60mila euro inizialmente previsto per il Carnevale di Castrovillari.
«Ho anche proposto degli emendamenti migliorativi, tra cui -commenta Laghi- la creazione di una consulta all'interno della Pro-loco di Castrovillari, per dar voce alle varie anime che contribuiscono al carnevale. Non un organismo vincolante, si badi, bensì unicamente consultivo a supporto della Pro loco, decisore unico dell'organizzazione della complessa struttura che sostiene un evento così importante e ormai storicizzato che dà lustro a tutto il territorio regionale. La cancellazione del contributo economico, sostituito da un mero "sostegno morale", sa tanto di presa in giro. La necessità vera del Carnevale di Castrovillari è avere un sostegno economico certo, da cui partire per una programmazione fatta per tempo, che garantisca i migliori risultati possibili». Il consigliere Laghi ribadisce le critiche per quella che definisce una «incredibile marcia indietro» che a suo dire «penalizza l'intera città di Castrovillari e, con essa, una tradizione e una manifestazione che va ben oltre i confini della nostra regione e che da oltre 60 anni dà lustro alla Calabria e all'Italia intera, coinvolgendo gruppi folcloristici che provengono da ogni parte del mondo. Per questi motivi -sottolinea Laghi- ho votato ovviamente contro l'emendamento soppressivo del contributo economico, pur votando a favore della legge, ed ho proposto una modifica al secondo emendamento che prevedeva la semplice possibilità di concedere un contributo. Ho perciò chiesto che nel testo finale, relativamente al sostegno diretto della Regione Calabria, la parola "può" fosse sostituita con "deve". Sono felice che almeno questo sia stato accolto, sperando, in ogni caso, in un ripensamento dei proponenti della legge che li porti a reinserire il contributo annuale di 60mila euro, inizialmente previsto».

Ufficio Stampa

Torano Castello 25.03.2023

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Scatti d’Ajello 24.03.2023

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Da Cosenza al Convento di San Francesco a Pedace in bici 24.03.2023

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Chianu chianu siamo arrivati. Ci eravamo proposti, #Sally ed io, di andare al convento di San Francesco a Pedace perché oggi inizia il novenario della ricorrenza, il prossimo 2 aprile, di San Francesco di Paola. Ce l'abbiamo fatta!
Vogliate gradire qualche foto della pedalata.
Buone cose.

https://it.wikiloc.com/percorsi-bicicletta-da-turismo/cosenza-pedace-s-francesco-di-paola-cosenza-24-03-2023-129240269

821esimo anniversario della morte di Gioacchino da Fiore. Il 25 marzo 2023 la quinta edizione del cammino da Borgo Partenope a Canale di Pietrafitta

È diventato uno dei cammini più significativi quello a Canale di Pietrafitta, che si terrà sabato 25 marzo 2023, con diversi punti di partenza. 
Un primo gruppo partirà alle 14.30 dalla frazione cosentina di Borgo Partenope (l'appuntamento a Cosenza è alle ore 14 in piazza Valdesi), il percorso a piedi è di 7,2 km.
Il gruppo "silano" partirà alle 15 dal convento di San Francesco di Paola a Pedace (il tragitto è di 5 km); i due gruppi si incontreranno alle 16.00 al Bivio Croce-Tignano; l'arrivo previsto a Canale è per le ore 17.30.
La grancia di San Martino di Giove a Canale di Pietrafitta è il luogo dove 821 anni fa, il 30 marzo 1202, ha concluso la sua esistenza Gioacchino da Fiore, prima monaco cistercense e poi fondatore del nuovo Ordine monastico dei Florensi. 
La piccola chiesa da qualche anno è stata totalmente ristrutturata ed è diventata meta di un cammino, voluto e sostenuto dall'Universitas Vivariensis, e dalle associazione Sguardi ecologici, Abate Gioacchino e La Città del Sole.
Per la partecipazione non è previsto nessun tipo di contributo, per avere ulteriori informazioni ci si può rivolgere a: Demetrio Guzzardi (347.4829232) e Lorenzo Coscarella (348.9164160) per il gruppo che parte da Cosenza; mentre per quello "silano" a: Francesco Scarpelli (377.9795500); Aurelio Morrone (338.3642010 o Peppino Curcio 348.3704702).

La “due giorni” del presidente nazionale dei giornalisti, Carlo Bartoli, in Calabria

Visita in Calabria del Presidente Nazionale dell’Ordine dei giornalisti, Carlo Bartoli, che ha partecipato, in qualità di relatore, a due corsi di formazione, organizzati dall’Ordine della Calabria, a Catanzaro e a Rende. Il diritto di cronaca e il giornalismo digitale, l’informazione di fronte al suicidio, il giornalismo tra etica e diritto e la deontologia come elemento distintivo per un giornalismo di qualità, sono stati i temi affrontati dai relatori: oltre a Carlo Bartoli, Alberto Scerbo, Professore Ordinario di Filosofia del Diritto presso Università Magna Graecia di Catanzaro e Giuseppe Soluri, Presidente dell’Ordine dei Giornalisti della Calabria. La partecipazione ai corsi organizzati dall’Ordine regionale della Calabria, è stata l’occasione per il presidente, che veniva per la prima volta in Calabria, di visitare la sede dell’Ordine regionale a Catanzaro, incontrando i consiglieri regionali. Accompagnato dal presidente regionale Giuseppe Soluri, dal segretario regionale Maurizio Putrone e dal vicepresidente regionale Mario Mirabello, Bartoli si è recato anche alla sede Rai della Calabria. A ricevere Bartoli è stato Pasqualino Pandullo, caporedattore della TgR Calabria, che ha illustrato al presidente il progetto web della Rai e la nascita dei siti regionali della TGR. Un impegno che è stato molto apprezzato da Bartoli che ha ribadito all’assemblea dei giornalisti, l’importanza della Rai, quale funzione di presidio pubblico, forte ed essenziale contro le fake news. L’incontro è stato anche un’occasione per riflettere su come si affrontano le notizie e quanto sia fondamentale un’informazione online certificata e credibile. In particolare la relazione del Presidente Bartoli si è incentrata sulla specifica sensibilità che deve accompagnare i giornalisti quando si scrive o si parla di fatti drammatici come i suicidi, evitando valutazioni e particolari affatto essenziali rispetto al fatto e immagini finalizzate solo a spettacolarizzare  un evento non solo tragico ma soprattutto espressione di un disagio personale e privato. Il Presidente Bartoli ha proseguito il suo tour, a Cosenza, visitando la sede del settimanale diocesano “Parola di Vita” diretto da don Enzo Gabrieli e la sede del circolo della stampa Maria Rosaria Sessa, presieduto da Franco Rosito.  Nel corso di questi due intensi giorni in Calabria, Bartoli è stato ricevuto dal Sindaco di Catanzaro, professor Nicola Fiorita, e dal sindaco di Cosenza, avvocato Franz Caruso. Con entrambi si è parlato delle difficoltà che ogni giorno affrontano i Comuni a causa delle scarse risorse e del ruolo fondamentale che l’informazione ha per la crescita delle varie comunità. “Ho conosciuto una terra bellissima e delle persone magnifiche, di grande spessore, di grande umanità e con un senso dell’accoglienza davvero unico” - ha detto il presidente Bartoli salutando i colleghi e promettendo che certamente tornerà in Calabria per altre iniziative che saranno organizzate in futuro dall’Ordine regionale.

Inaugurazione e benedizione del Santuario di S. Francesco di Paola a Paterno. Appuntamento il 25 e 26 marzo 2023

Giornata mondiale dell’acqua, il CAI annuncia un progetto di monitoraggio delle acque di montagna

Al via il progetto "Le sorgenti d’acqua: una conoscenza fondamentale nell’era del cambiamento climatico", con il quale il Cai intende studiare il numero e le caratteristiche di sorgenti e fontanelle alpine e appenniniche, mettendo poi i risultati a disposizione di tutti.


Milano, 21 marzo 2023

La realizzazione di progetto per identificare, classificare e monitorare le sorgenti d’acqua che si trovano nell'ambiente montano di tutto il territorio nazionale.

Questo annuncia il Club alpino italiano in occasione della Giornata mondiale dell'acqua 2023, che, dalla sua istituzione da parte delle Nazioni Unite nel 1992, ricade il 22 marzo di ogni anno. Il tema dell'edizione di quest'anno è il legame tra acqua e cambiamento climatico.

Sorgenti d'acqua e crisi climatica

Le sorgenti d'acqua sono diventate un argomento di grande interesse negli ultimi anni, proprio in relazione alla crisi climatica. Questo perché il riscaldamento globale sta avendo un impatto significativo sul ciclo idrologico del pianeta, influenzando la disponibilità di acqua dolce e la qualità delle fonti idriche.
La crescente domanda di acqua, la diminuzione delle precipitazioni e lo scioglimento dei ghiacciai rappresentano una minaccia per la disponibilità di questa risorsa.

Consapevole di ciò, il Club alpino italiano, con il progetto "Le sorgenti d’acqua: una conoscenza fondamentale nell’era del cambiamento climatico", ritiene importante comprendere il ruolo delle sorgenti d'acqua per l'ecosistema e adottare misure per preservare e proteggere queste risorse vitali per il nostro pianeta e per la nostra sopravvivenza.

Contributo per accrescere la resilienza

Gli obiettivi del progetto sono capire quante sorgenti e fontanelle sono presenti nei territori alpini e appenninici del nostro Paese, dove si trovano, quali sono le loro caratteristiche (come portata, composizione chimica e potabilità) e quali sono le variazioni temporali delle stesse. Si partirà da due dati già disponibili: le 4.685 sorgenti e le 28.979 fontanelle ubicate lungo la Rete escursionistica italiana presenti nel database OpenStreet Map.

«Siamo di fronte a una situazione climatica ormai diventata strutturale, e non più eccezionale», afferma il Presidente generale del Cai Antonio Montani. «Con questo progetto, il Club alpino italiano intende dare il proprio contributo per capire la situazione relativa alla disponibilità di un bene primario come l'acqua, fondamentale per ogni tipo di attività umana in montagna e non solo, mettendo poi i risultati a disposizione di tutti per facilitare lo studio delle soluzioni necessarie per accrescere la resilienza».

"Le sorgenti d’acqua: una conoscenza fondamentale nell’era del cambiamento climatico" vede come capofila la Struttura operativa Sentieri e cartografia del Cai. L'intento è quello di coinvolgere, oltre agli Organi tecnici e alle Sezioni del Sodalizio, il Ministero dell'Ambiente, le università e i centri di ricerca. La presentazione dei risultati è prevista per il mese di dicembre 2023.

Il valore dell'acqua

Il Club alpino italiano sottolinea che l'acqua è uno degli asset naturali che contribuiscono a fornire beni e servizi di valore, diretto o indiretto, per l’uomo e che sono necessari per la sopravvivenza dell’ambiente stesso da cui sono generati.
L'associazione, nel recente position paper "Biodiversità, Servizi ecosistemici, Aree protette, Economia montana" (curato dalla Commissione centrale tutela ambiente montano) ha fatto propri, considerandoli come particolarmente appropriati alle regioni montane, gli obiettivi della Strategia europea 2030 per la biodiversità, in particolare il ripristino degli ecosistemi degradati e della continuità ecologica dei corsi d’acqua e l’estensione delle connessioni ecologiche attraverso le infrastrutture verdi e blu.

Il Delegato all'ambiente del Club alpino italiano Mario Vaccarella sottolinea la necessità di affrontare l'attuale crisi idrica con responsabilità da parte di tutti. «È necessario un vero patto tra città e montagna per garantire a tutti acqua potabile di qualità, applicando così il recente Decreto legislativo 18/2023 di attuazione della Direttiva europea 2020/2184, che ha come obiettivo la protezione della salute umana dagli effetti negativi derivanti dalla contaminazione delle acque destinate al consumo umano. Un patto, questo, necessario anche per raggiungere l'Obiettivo 6 dell'Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile "Acqua pulita e servizi igienico-sanitari", la cui finalità è garantire a tutti la disponibilità e la gestione sostenibile dell’acqua e delle strutture igienico-sanitarie. L'Obiettivo 6 vede nostri rappresentanti impegnati nell'apposito gruppo di lavoro istituito presso ASviS, l'Alleanza italiana per lo Sviluppo Sostenibile».

Il Cammino di San Francesco di Paola è su The Guardian!

L'articolo sul giornale britannico è firmato da Liz Boulter, la quale - ci informano i ragazzi del Cammino in un post su Fb - "è stata insieme a noi qualche tempo fa per conoscere i nostri sentieri ed è stata un'ottima compagna di viaggio. Il suo scritto ci piace tanto. Ha messo in evidenza la sensibilità ecologica e la giustizia sociale di San Francesco oltre agli aspetti ascetici; ha raccontato al pubblico britannico la bellezza della nostra terra e delle nostre tradizioni".
Qui il link per leggere l'articolo

Celico. Chiesa di San Michele

Francesca Paolino scrive di Arte e di Calabria

Madonna in Gloria e i Santi Giacomo Maggiore e Giovanni Battista. 1582.

Opera documentata del pittore fiammingo Dirck Hendricksz (noto a Napoli come Teodoro d’Errico) (Amsterdam 1542-44//1618).
Dipinto su tavola, cm 236 x 170 – 1974: restauri di Antonio Presta.

Brevissimo profilo del pittore.

Nasce ad Amsterdam nel 1542 (o nel 1544) si stabilisce a Napoli certamente fin dal 1573 ma forse già nel 1569 (pala di Ercolano) dopo un presumibile “viaggio in Italia” ed un soggiorno a Roma. È autore di un importante numero di opere di carattere religioso per chiese napoletane e di molti luoghi dell’Italia Meridionale. Nella sola Calabria ha inviato un buon numero di opere: una, singolare, per Reggio Calabria (le ante dell’organo della cattedrale, perdute ma documentate – 1579-80), forse due a Vibo V., a Longobardi, a Paola, a Bonifati, a Cosenza (ne sopravvive un “brano”), a Celico, a Catanzaro. Nel 1610, dopo…

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Arte. A Cosenza la mostra di Manet dal 24 marzo al 25 aprile 2023

Tempo di importanti novità alla Galleria Nazionale. Nell’incantevole cornice di Palazzo Arnone, dal 24 marzo al 25 aprile 2023, si terrà la mostra “Manet. Noir et blanc”.
L’iniziativa, promossa dall’Associazione Culturale N.9 e curata da Marco e Alessandro Mario Toscano, rende omaggio a un artista rivoluzionario, Édouard Manet, ritrattista straordinario e padre spirituale del movimento impressionista.
30 incisioni della prestigiosa collezione Strölin ci riporteranno nella meravigliosa Parigi di fine Ottocento, nel periodo storico che nell'arte ha segnato il passaggio alla modernità.

Per conoscere gli orari e le modalità di accesso, seguite il link www.mostramanet.cloud

Campi elettromagnetici: Laghi a Scalea incontra gli studenti

Il Consigliere regionale Laghi al Liceo scientifico e linguistico di Scalea per parlare dei campi elettromagnetici e dei connessi rischi per la salute.

Continua senza interruzioni il tour nelle scuole della Calabria del Consigliere regionale Ferdinando Laghi che stamane, a Scalea, ha incontrato gli studenti del Liceo scientifico e linguistico “Metastasio”, la cui dirigente, dottoressa Laura Tancredi, ha fatto gli onori di casa e presentato l’incontro agli studenti. L'evento, in collaborazione con il Biodistretto dell'Alto Tirreno Cosentino - Baticòs, ha visto partecipi anche rappresentanti dell'amministrazione comunale che, assieme a docenti e studenti, hanno potuto ascoltare la relazione tenuta dal dottor Laghi, in veste di vice-Presidente Nazionale dell’Associazione Medici per l’Ambiente – ISDE Italia, per poi intervenire, al termine della relazione.
La tematica è stata quella dei campi elettromagnetici e dei rischi per la salute ad essi collegati, argomento per il quale Laghi ha presentato nei giorni scorsi, in Consiglio Regionale, un disegno di legge. Grande interesse hanno mostrato gli studenti per l'argomento, interesse evidenziato anche dai numerosi interventi, con domande, osservazioni e riflessioni, nel dibattito che ha fatto seguito alla relazione. Diverse sono state anche le richieste di chiarimenti riguardanti la normativa vigente, sia a livello locale che nazionale, a cui il Consigliere Laghi ha dato riscontro. «È bene che i giovani si interessino a questa problematica -ha dichiarato Laghi- che avrà un impatto sempre più ampio sulla loro quotidianità, attesa la diffusione, sempre maggiore, che avranno i sistemi di telecomunicazione, che dovranno rappresentare opportunità di modernizzazione, non rischi per la salute. Per questo ho, tra l’altro, segnalato come io abbia presentato un disegno di legge in Consiglio Regionale, unitamente alla consigliera Straface, per normare la disciplina a livello regionale e dare così ai comuni uno strumento efficace per dotarsi di un regolamento che possa minimizzare i rischi per la salute, senza bloccare la diffusione della digitalizzazione».
Al termine dei lavori sono state chiamate per un riconoscimento, e i meritati applausi, le studentesse dell’Istituto la cui squadra si è classificata prima alle Olimpiadi Regionali delle Neuroscienze.

Ufficio Stampa

San Giuseppe 2023, in giro per Cosenza

Cosenza, Centro storico.
In visita a San Giuseppe, chiesa di S. Gaetano, 19 marzo 2023.

Gemellaggio turistico Veneto-Calabria, nel 2023 si può fare!

Nuova sfida turistica per il Tirreno cosentino, attirare turisti tipicamente invernarli anche in bassa stagione.
 

Gemellare turisticamente Veneto e Calabria. È la nuova sfida di marketing territoriale lanciata da Isola di Dino club che ha l’obiettivo di promuovere le eccellenze che caratterizzano le due rispettive regioni. Come? Pernottando gratuitamente nelle città di Praia a Mare e Marina di Tortora in Calabria e le città di Alleghe e Cortina D’Ampezzo in Veneto.

Un’iniziativa che non ha precedenti e che è nata a seguito di un sondaggio somministrato ai turisti che hanno soggiornato in queste località. “La domanda – spiega Matteo Cassiano, imprenditore praiese e ad dell’Isola Dino Club – è stata posta al check out ed era: Conosci o sei mai stato in una di queste località? È emerso che oltre il 90% dei turisti non conoscevano o non avevano mai visitato il veneto (per coloro che hanno soggiornato a Praia a Mare o Tortora) e la Calabria (per coloro che hanno soggiornato in Veneto). Da qui la sfida posta a destagionalizzare: portare nuovi flussi turistici alla scoperta delle due regioni in periodi dell’anno che non sono considerati di alta stagione, ma sono comunque bellissimi da vivere e scoprire. Da sottolineare che l’iniziativa è supportata non solo dalle nostre strutture, ma è piaciuta anche a molti altri operatori turistici veneti e calabresi”.

A tutti questi turisti è stato messo a disposizione un voucher, valido per tutto il 2023, fino a un totale di circa 10.000, con soggiorni gratuiti di 2 notti in trattamento di pernottamento e prima colazione, oltre a dettagliato orientamento turistico che sarà svolto in loco dagli operatori delle rispettive regioni. “L’orientamento – continua Cassiano – prevede indicazioni, suggerimenti e consigli a livello naturalistico, esperienziale, enogastronomico, solo per dirne qualcuno, che caratterizzano le località di Praia a Mare e Tortora in Calabria e di Alleghe e Cortina d’Ampezzo in Veneto nei periodi di bassa stagione soggiornando, in entrambi i casi, nelle strutture che hanno aderito all’iniziativa”.

Le strutture aderenti al gemellaggio turistico, in maniera totalmente gratuita, inoltre, ospitano anche corner e totem informativi che pubblicizzano le rispettive eccellenze, che sia pur territorialmente contrapposte e distanti, suscitano notevole curiosità da parte dei turisti.

“Siamo già partiti, è proprio il caso di dirlo! – aggiunge l’ideatore dell’iniziativa – Infatti, già nel mese di marzo sono previsti i primi soggiorni: per quanto riguarda i turisti “veneti” le prime presenze in Calabria si registreranno a partire dal 24 marzo. Viceversa i “calabresi” arriveranno in Veneto a partire da Martedì 21 Marzo. Dal momento che – conclude Cassiano - il settore turistico risente ancora di una pluralità di soggetti che molto spesso operano senza finalizzare la propria azione al raggiungimento di un obiettivo generale comune, stiamo cercando di contrastare l’individualismo pensando in maniera globale. Cerchiamo, quindi, di promuovere una filosofia inclusiva, che punta ad operare secondo un quadro di riferimento comune entro il quale indirizzare le singole scelte oltre confine del territorio in cui si opera. In questo modo auspichiamo che la parola “destagionalizzare” non rimanga ancora solo spunto di chiacchiere aleatorie, ma fine e traguardo reale e tangibile che possa portare giovamento a tutto il territorio”.

Aiello in bianco e nero

Album foto (scatti dal 2012 al 2023)

Laghi propone una legge per partecipare anche in streaming ad alcune attività Consiliari ma il PD la attacca

Laghi: “Una legge che migliora la produttività istituzionale e allinea la Calabria alle altre regioni”.

Sorprendente, strumentale e del tutto infondata la polemica, che i media riportano essere stata sollevata dal Gruppo del PD in Consiglio regionale, relativamente ad una mia proposta di legge che apre nuove possibilità di partecipazione democratica ad alcune delle attività istituzionali in Consiglio regionale.

Una legge che, seppur in ritardo, mette la Calabria in linea con la maggior parte delle Regioni italiane - sia quelle governate dal centro destra che dal centro sinistra -; una risposta ad alcuni dei problemi già evidenziati dalla pandemia; un intervento normativo a favore della digitalizzazione, come richiesto e sollecitato anche dall’Europa; un passo avanti sostanziale per una maggiore e migliore produttività del Consiglio regionale. Questo è il senso e la lettera della proposta. Chi sostiene il contrario, parlando a sproposito, tra l’altro, di smart working, o non l’ha letta affatto o, peggio, cerca di mistificarla.

Ma la proposta di legge, breve e chiara (chi vuole può leggerla al link https://www.consiglioregionale.calabria.it/ppa12/118.pdf), poco si presta a fraintendimenti, se non dolosi. 

Infatti, in primo luogo, traendo insegnamento dalla pandemia da SARS-Cov-2, prevede che: “Per motivi di urgenza, circostanze imprevedibili o condizioni di emergenza il Presidente del relativo consesso, previa adeguata motivazione, può convocare la seduta in modalità telematica”. Il Presidente dell’organismo in causa, cioè, e lui soltanto, può intervenire, comunque con “adeguata motivazione”, per consentire, in situazioni eccezionali, attività istituzionali che diversamente non potrebbero svolgersi. Nessuna deroga, tuttavia, è comunque prevista alla partecipazione in presenza alle sedute del Consiglio regionale.

Chi frequenta con assiduità le Commissioni, come il sottoscritto, inoltre, tante volte ha constatato l’assenza di auditi, impossibilitati a partecipare per vari – e validi- motivi. Altre volte, invece, ho verificato gravi disagi occorsi, sempre agli auditi, a seguito della loro partecipazione. Disagi soprattutto per motivi di salute, come nel caso delle persone con disabilità, o addirittura veri e propri rischi, che possono riguardare i testimoni di giustizia o altri con problemi di sicurezza personale. Per questo è stata prevista la partecipazione a distanza per auditi impossibilitati ad essere presenti per “concomitanti impegni istituzionali o ragioni d’ufficio, di salute o di sicurezza pubblica”. 

La richiesta di partecipazione a distanza, infine, di singoli Componenti di organismi consiliari, escluse le sedute di Consiglio, è consentita solo per motivi di salute. Infatti la proposta si legge, con chiarezza, recita: “Per consentire ai componenti dei vari organi di partecipare anche in casi di impossibilità per motivi di salute”. E anche in questo caso, comunque, l’autorizzazione del Presidente è richiesta e necessaria.

Per concludere, qualcuno ha paventato che i Calabresi non siano in grado di capire una legge che è invece chiarissima, oltre che opportuna, utile e moderna. Personalmente non ho alcun timore in tal senso. Semmai, ad essere preoccupante è il livello di comprensione di componenti del Gruppo del PD in Consiglio regionale.


Il Consigliere regionale

Ferdinando Laghi

Parte la “Nave dei libri per Barcellona” dal 21 al 27 aprile 2023

In dieci edizioni oltre 4.000 “amanti” del libro con scrittori, attori, cantanti hanno partecipato alla “Festa di San Giorgio, i libri e le rose” che lega l’amore per le persone all’amore per i libri.

Infoline e programmi di viaggio al sito leggeretutti.eu

Dopo l’interruzione per la pandemia si torna a Barcellona: dal 21 al 27 aprile è in programma Una nave di libri per partecipare alla “Festa di San Giorgio, i libri e le rose”, che ricorre il 23 aprile in concomitanza con la Giornata Mondiale del Libro. In questo giorno, nel capoluogo catalano è tradizione che gli uomini regalino alle donne una rosa essendo contraccambiati con un libro: così la città si riempie di rose e libri su migliaia di postazioni nelle vie di Barcellona, con i poeti che recitano poesie nei parchi e gli scrittori, molti arrivati anche da Oltreoceano, che firmano le copie dei loro libri nelle piazze del centro storico. 

Sette giorni all’insegna della cultura: durante il viaggio, sia all’andata che al ritorno, si parlerà di libri ma non solo con numerosi momenti di intrattenimento; arrivati a Barcellona, oltre a partecipare alla spettacolare Festa dei libri e delle rose in programma tante iniziative come Passeggiate nella Barcellona Letteraria,  Un Tour gastronomico e incontri all’Istituto Italiano di Cultura. Il programma è in via di definizione e non mancheranno le sorprese; intanto hanno confermato la loro presenza a bordo Francesco Musolino che con il suo libro Mare Mosso è candidato al Premio Strega,  Riccardo Mazzeo, che vanta decine di libri pubblicati, tra cui due scritti insieme a Zygmunt Bauman: Conversazioni sull’educazione ed Elogio della Letteratura. Sulla Cruise Roma Mazzeo presenterà il suo ultimo lavoro Dialogo su Cinema e Letteratura; salirà sulla Nave anche l’inviato di Repubblica Riccardo Staglianò, autore di numerosi saggi sull’influenza delle nuove tecnologie sull’economia e sul lavoro; ultimo suo libro è Gigacapitalisti.


Sulla nave è in programma anche una Festa per i 25 anni di Eat Parade con il giornalista del Tg2 Bruno Gambacorta.

Per l’undicesima edizione ci sarà un’importante novità: la Nave dei libri è stata inserita per la sua caratteristica di costruire ponti tra diverse culture tra le iniziative previste in un progetto approvato da Erasmus+ con l’obiettivo di allargare la conoscenza della letteratura dei diversi Paesi europei. Saranno coinvolti, a partire dall’edizione 2023 (e per le successive del 2024 e del 2025), gli studenti e i professori di cinque Istituti provenienti da Grecia, Turchia, Bulgaria, Spagna e Italia che si aggiungeranno alle centinaia di partecipanti  della Nave dei libri.

La nave dei libri è un progetto di Agra editrice in collaborazione con il mensile "Leggere:tutti" che ha la missione di far crescere la lettura. 

Costi a partire da 419 euro con prezzi e programmi differenziati per Istituti scolastici e famiglie. 


Info e prenotazioni: Leggere:tutti, tel. 0644254205, email info@leggeretutti.itUNA NAVE DI LIBRI PER BARCELLONA

Dal 2010 Agra Editrice, in collaborazione con "Leggere:tutti", ha organizzato dieci edizioni di Una nave di libri per Barcellona in collaborazione con Grimaldi Lines e il patrocinio dell’Istituto Italiano di Cultura di Barcellona. Esperienze indimenticabili per migliaia di viaggiatori che nel corso del tempo sono approdati a Barcellona dopo una singolare navigazione all’insegna dei libri. Numerosi gli autori che nelle diverse edizioni hanno presentato le loro opere a bordo. Tra gli altri: Carlo Lucarelli, Maurizio De Giovanni, Massimo Carlotto, Gaetano Savatteri, Donald Sassoon, Giordano Bruno Guerri, Marc Augé, Elvira Mujcic, Claudio Damiani, Diego De Silva, Melania Mazzucco, Lorenzo Marone, Roberto Gervaso, Simona Sparaco, Nicola Lagioia, Roberto Riccardi, Chiara Gamberale, Valerio Varesi, Carmine Abate, Emanuele Trevi, Valeria Parrella, Nadia Terranova, Massimo Lugli. E non solo: attori come Isabella Ragonese, Ennio Coltorti, Antonello Avallone, Gino Manfredi e i tanti del collettivo Voci nel deserto che ha partecipato a diverse edizioni; registi come Ivan Cotroneo, Aureliano Amadei, Mimmo Calopresti; chef del calibro di Gennaro Esposito, Christian Andreini, Alessandro Cecere, Renato Bernardi; cantanti come Mimmo Locasciulli e Teresa De Sio, protagonista di un concerto indimenticabile sul ponte della Nave dei libri 2012.

Il PCI, la Calabria e il Mezzogiorno, nel nuovo volume dell’ICSAIC

Il PCI, la Calabria e il Mezzogiorno. Un nuovo volume dell’ICSAIC ripercorre la storia del Partito Comunista nel Sud Italia dalla fondazione ai primi anni ‘50

Nato a Livorno nel 1921 dalla scissione del Partito socialista, il Partito Comunista d’Italia, poi Partito Comunista Italiano, fu caratterizzato anche da una forte attenzione al Mezzogiorno. Questo soprattutto da quando Gramsci ebbe il sopravvento su Bordiga divenendone, nel 1924, il segretario generale, e ancor di più dopo la caduta del regime, nel decennio successivo alla Liberazione.
Un nuovo volume voluto dall’ICSAIC, Istituto Calabrese per la Storia dell’Antifascismo e dell’Italia Contemporanea, ripercorre trent’anni della storia del PCI nel Meridione, sin dalla sua nascita nel 1921 e fino al 1953, quando il “partito nuovo” aveva trovato ormai la sua collocazione nel sistema partitico italiano.
Il PCI, la Calabria e il Mezzogiorno. Da Livorno al “partito nuovo” (1921-1953), questo il titolo del volume edito da Luigi Pellegrini Editore, è stato curato da Paolo Palma, presidente dell’ICSAIC nonché storico e ex parlamentare, e da Lorenzo Coscarella, storico, giornalista e membro del direttivo dell’Istituto. Al suo interno raccoglie i saggi di storici, docenti universitari e studiosi del territorio che analizzano ad ampio spettro aspetti di questa attività del Pci nel Mezzogiorno in un trentennio molto delicato per la storia dell’intera nazione: Franco Ambrogio, Lorenzo Coscarella, Guido D’Agostino, Michele Fatica, Guido Liguori, Giuseppe Masi, Katia Massara, Prospero Francesco Mazza, Antonio Orlando, Paolo Palma, Christian Palmieri, Ercole Giap Parini, Martino Antonio Rizzo, Domenico Sacco, Pantaleone Sergi, e Francesco Spingola. 
I contributi raccolti sono degli approfondimenti delle relazioni svolte dai vari autori al convegno nazionale Il Pci dalle origini al Partito nuovo in Calabria e nel Mezzogiorno 1921-1953 , tenuto presso l’Università della Calabria il 24 e 25 novembre 2021 e organizzato dall’ICSAIC nell’ambito delle iniziative per ricordare il centenario della fondazione del partito, un anniversario che ha contribuito ad incrementare gli studi sul Partito Comunista, nel cui contesto il volume si propone di esaminare i connotati meridionalisti dell’azione del partito e sulla questione contadina, che esplose nell’immediato dopoguerra con occupazioni di terre ed eccidi. Lo fa sia osservando alcune tematiche specifiche di ambito generale e nazionale, sia focalizzando l’attenzione su specifici territori come la Campania, la Basilicata, la Puglia e, in particolare, la Calabria, regione di azione dell’Istituto.

Proposta di legge: “Chi allizzica va in guerra”

Ripropongo, tra serio e faceto, un pensiero dello scorso anno.

Proposta di legge (se fossi parlamentare).
Primo firmatario Geniale Adacquacerze e altri

Titolo
"Se allizzichiamo*, armiamoci e partiamo NOI in prima linea, lasciando a casa i figli del Popolo"

Art. 1
In caso di venti di guerra, l'esponente di governo, il parlamentare, il segretario di partito, il giornalista, il sindacalista, l'imprenditore, insomma chi tra le persone in vista o influenti della Nazione inciti ad entrare in guerra, o che tramite l'invio di armi, o anche l'attuazione di sanzioni che possano ripercuotersi contro la stessa Nazione, di fatto, implichi un pericolo per l'Italia e per la Pace, e che violi l'articolo 11 della Costituzione, è obbligato, a prescindere dall'età, ad immediato arruolamento e spedito al fronte o nei teatri di guerra di maggior pericolo per la propria incolumità.

Art. 2
Chiunque non assolva all'arruolamento coatto, è punito per mesi 12 con la fustigazione giornaliera e nel contempo con quotidiana "cerrata" a mezzo ortiche.

Dato in Roma ecc.
Firmatario On. Geniale Adacquacerze

* Allizzicare: provocare, stuzzicare, ecc.

Il Cammino dei Monasteri di San Francesco di Paola fa tappa alla Sambucina

Luzzi, Sambucina 11 marzo 2023
Album Foto (telefoniche)

Per info: https://www.ilcamminodisanfrancesco.it/via_dei_monasteri.html

Cammino dei Monasteri di San Francesco di Paola, prima tappa a piedi da Pedace a Spezzano della Sila

Video grezzo realizzato con telefonino in data 9 marzo 2023
Album foto (telefoniche)
Inaugurazione Cammino dei Monasteri di San Francesco di Paola (Paola, Paterno, Spezzano, Corigliano). 
Tappe: Paola, Paterno, Cosenza, Pedace, Spezzano della Sila, San Pietro in Guarano, Rose, Acri, Luzzi, Corigliano.
Da giovedi 9 a domenica 12 marzo 2023.

Il video e le foto si riferiscono alla tappa a piedi da Pedace a Spezzano Sila.

Per info: https://www.ilcamminodisanfrancesco.it/via_dei_monasteri.html

Sanità Pollino, nuovo incontro con il commissario Graziano: Laghi, “Fatti passi avanti. Si continui su questa strada”

L’incontro era previsto dopo l’ultima seduta del Tavolo sulla sanità del Pollino. A fine mese l’atto aziendale con la Riabilitazione Intensiva. 

Si è nuovamente riunito il vertice sulla sanità del Pollino all’Asp di Cosenza con il consigliere regionale, Ferdinando Laghi, il sindaco di Castrovillari, le sigle sindacali e gli esponenti delle associazioni del territorio del Pollino.
L’aspetto forse più rilevante emerso dalla riunione è stata la rassicurazione, da parte del Commissario Straordinario dell’ASP, Graziano, su esplicita domanda del Consigliere Laghi, che il nuovo Atto Aziendale conterrà l’inserimento dell’Unità Operativa Complessa di Riabilitazione Fisiatrica nell’Ospedale di Castrovillari, uno dei punti fondamentali rivendicati dalle popolazioni di Esaro e Pollino e dai loro rappresentanti. Ciò consentirà anche un miglior raccordo con le strutture sanitarie territoriali di Mormanno, Lungro e San Marco Argentano. Un passo avanti importante, nel riconoscimento del Diritto alla Salute delle popolazioni locali a cui pure si aggiungono altre buone notizie riguardanti interventi di ristrutturazione per l’Ospedale di Castrovillari, in particolare del Pronto Soccorso, nonché una serie di interventi di modernizzazione del parco delle attrezzature tecnologiche, riguardanti vari Reparti e Servizi dell’Ospedale.
Anche sotto l’aspetto della integrazione dello scarso personale presente nel nosocomio del Pollino pare ci possano essere dei miglioramenti, anche se i dati disponibili al riguardo non paiono del tutto concordanti.
Un incontro comunque proficuo secondo il capogruppo alla Regione di “De Magistris Presidente”, Ferdinando Laghi, che ha sottolineato gli elementi positivi emersi e il clima disteso nel quale lo stesso si è svolto, sottolineando tuttavia la necessità di continuare a lavorare insieme per il Diritto alla Salute delle popolazioni interessate. La prossima riunione dovrà riguardare il nuovo Atto Aziendale che il Commissario sottoporrà, a breve, a Istituzioni, Sindacati, Sindaci, Associazioni, prima del suo inoltro agli uffici regionali.
“Ci sono buoni elementi di soddisfazione e speranza, – ha dichiarato Laghi, a margine dell’incontro – in primo luogo il riconoscimento della Unità Operativa Complessa di Riabilitazione Intensiva Fisiatrica a Castrovillari, ma, naturalmente, è necessario continuare sulla strada intrapresa, in primo luogo bandendo i concorsi e accelerando le assunzioni, a tempo indeterminato, di personale sanitario tutto, senza del quale anche le ristrutturazioni e gli aggiornamenti tecnologici rischiano di rivelarsi inutili. Portare a rapida conclusione i concorsi e procedere a nuove assunzione è un elemento imprescindibile per la ripresa della sanità nel Pollino, nell’Esaro e non solo. Ho anche sottolineato al Commissario Graziano – ha aggiunto il Consigliere Laghi – come sia necessaria una rideterminazione degli ambiti territoriali dei distretti sanitari, per riequilibrare la discrepanza tra la fascia jonica e Esaro-Pollino. E ciò sulla base di criteri orografici e viari, ma anche di natura funzionale e storica. Ho segnalato pure, su pressante richiesta delle Associazioni di Volontariato – ha concluso Laghi- la richiesta, che è anche nell’interesse dell’Azienda sanitaria, di riaprire quanto prima alle attività di supporto svolte dalle Associazioni e bruscamente interrottesi a causa del COVID, ottenendo, anche in questo caso, confortanti rassicurazioni.”

Ufficio stampa

Discarica di Campolescio a Castrovillari. Laghi: “Un altro passo avanti verso la tombatura”

Il Commissario straordinario dell'Autorità Rifiuti e Risorse Idriche della Calabria (Arrical), Bruno Gualtieri, ha inviato ieri una nota con oggetto: “Ripristino ambientale definitivo dell'ex discarica di Campolescio”. Conseguentemente, il Consigliere Regionale Ferdinando Laghi esprime tutta la propria soddisfazione per il nuovo passo avanti verso la tombatura definitiva del sito. Una battaglia iniziata 20 anni fa e che ha coinvolto a più riprese e con imponenti mobilitazioni, associazioni, agricoltori del territorio, semplici cittadini, tutti motivati dalla necessità di salvaguardare la salute pubblica e gli interessi economici dell’area agricola di Cammarata, parte fondamentale del Distretto Agro-alimentare di Qualità di Sibari.
«Dobbiamo continuare ad essere cauti e prudenti -sottolinea il capogruppo in Consiglio regionale di “De Magistris Presidente”- ma questo è certamente un passo significativo per il raggiungimento di un obiettivo che perseguiamo da oltre 20 anni. In tutto questo tempo non abbiamo mai abbassato la guardia, con azioni di controllo e di monitoraggio rigoroso, esposti legali compresi, tanto da essere stati indicati dalla Magistratura quale parte lesa nel procedimento penale che riguarda i lavori effettuati sul sito di discarica e che, a nostro parere, volevano artificiosamente creare le condizioni per la riapertura, invece dell’attesa tombatura definitiva. Per tutto il tempo dall’inizio del mandato da Consigliere regionale -continua Laghi-  ho continuato il mio impegno in seno alla Regione per verificare l'esistenza e la “spendibilità” delle risorse economiche stanziate per la chiusura della discarica, interfacciandomi coi Dipartimenti e vari Tecnici regionali, e trovando nel Commissario Arrical, Bruno Gualtieri, che ringrazio, attenzione, ascolto e, soprattutto, operatività.
Il recente sopralluogo effettuato personalmente da Gualtieri, dietro mia esplicita richiesta e alla presenza dell’amministrazione di Castrovillari, con il Sindaco e i Tecnici preposti, nonché dei rappresentanti delle Associazioni e Comitati locali, ha portato ad un definitivo chiarimento ed oggi il Commissario dell’Arrical ha dato puntualmente seguito a quanto ci aveva anticipato in sede di visita al sito».
Ora, finalmente, si può passare alla fase operativa per la tombatura definitiva della discarica. Nella nota inviata, Gualtieri informa che l’iter potrà essere avviato direttamente dal Comune di Castrovillari, proprietario della discarica di Campolescio, per giungere, prima possibile, all’apposizione del “capping” finale. «Questa operazione -aggiunge il consigliere Laghi- permetterà al comune, successivamente, di installare un impianto fotovoltaico, come è nei piani dell’amministrazione cittadina, che produrrebbe energia alternativa, oltre a vantaggi economici per il nostro territorio. Né bisogna dimenticare -conclude Laghi- il risparmio per le casse comunali di ben 40mila euro all’anno, necessari per lo smaltimento del percolato che la discarica non tombata continua a produrre. Insomma, ancora una volta, un’azione di tutela ambientale si dimostra il migliore investimento possibile per la difesa della salute e lo sviluppo economico di un territorio».

Ufficio Stampa

Aggressione al liceo di Firenze: un comunicato della Rete Parri

L'Istituto Nazionale “Ferruccio Parri” - Rete degli Istituti storici della Resistenza e dell’età
contemporanea, ribadisce che la scuola è il luogo per eccellenza dove i giovani possono sviluppare la
loro crescita umana e civile, la loro capacità critica, e che la libertà di espressione è garantita dalla
nostra Costituzione.
Ritiene grave e condanna quanto accaduto davanti al Liceo Michelangiolo di Firenze, dove,
ricordiamo, si sono formati illustre figure di antifascisti e resistenti, da Piero Calamandrei a Nello
Rosselli, da Teresa Mattei al fratello Gianfranco, martire della Resistenza, alle medaglie d’oro al valor
militare alla memoria Anna Maria Enriques Agnoletti, Enrico Bocci, Mario Sbrilli, alla medaglia
d’argento al valor civile alla memoria Nathan Cassuto.
Davanti a questa scuola, che ancora oggi, come si può leggere sul suo sito, “si ispira a principi
di uguaglianza, vuole educare alla civile convivenza democratica e alla tolleranza, offre pari
opportunità per tutti senza discriminanti di qualunque natura, si adopera per il superamento di
situazioni di difficoltà grave e di disagi”, il 18 febbraio due studenti del liceo sono stati aggrediti e
malmenati da un gruppo di sei giovani appartenenti al movimento di destra “Azione Studentesca”,
che stavano distribuendo un loro volantino.
L’istituto “Ferruccio Parri” fa proprie le parole pronunziate dal Presidente della Repubblica
Sergio Mattarella il 24 febbraio scorso, nel consegnare gli attestati d’onore a 30 nuovi Alfieri della
Repubblica: “Vediamo violenza nelle famiglie, nelle abitazioni, in tante circostanze, per strada,
addirittura nei giorni scorsi davanti a una scuola, violenza verso i ragazzi. […] Vi sono episodi di violenza
contro i quali però la vera diga è fatta naturalmente dagli interventi delle pubbliche autorità, ma è
fatta in maniera prevalente soprattutto dai comportamenti positivi che nella società si realizzano,
vengono fuori, si manifestano, come quelli che voi avete messo in campo”.

Rivista calabrese di storia del ‘900: online il numero 2 del 2022 dell’ICSAIC

Rivista  calabrese di storia del ‘900: online il numero 2 del 2022

È online, sul sito dedicato alla «Rivista Calabrese di Storia del ‘900 » il numero 2 del 2022.
Il periodico, fondato da Giuseppe Masi, è organo dell’ICSAIC, associato all’Istituto Nazionale Ferruccio Parri, attualmente diretto da Vittorio Cappelli ed edito da Pellegrini.
Accendendo al sito ICSAIC o al sito dedicato alla Rivista, si potrà leggere il contenuto in pdf.
Buona lettura!

° Sito Web ICSAIC
° Sito Web Rivista calabrese di storia del ’900

Scatti d’Aiello, 5 marzo 2023

Foto Google

Muoversi con gusto 2022, un video che riassume per immagini le escursioni e le iniziative fatte

Cosenza, un concerto a sostegno dell’Asit

Io suono, tu doni, egli vive, concerto a Cosenza il 16 marzo 2023 a favore dell’associazione trapiantati di rene

Autonomia Differenziata. Laghi: «Si amplierebbe irreversibilmente il divario fra Nord e Sud»

La posizione del consigliere regionale all’indomani dell’incontro Stato-Regioni.

«Il disegno di legge del Ministro Calderoli sull'Autonomia Differenziata non farebbe altro che ampliare il divario esistente fra Nord e Sud, in ambiti già in sofferenza, tra cui quello della Sanità, dell'Istruzione, dell'Ambiente e del Lavoro, minando il concetto stesso di unità nazionale». Ad affermarlo è il Consigliere regionale Ferdinando Laghi, all’indomani dell’incontro Stato-Regioni che ha visto la Toscana, l’Emilia-Romagna, la Puglia e la Campania votare contro il ddl Calderoli. Netta, quindi, l’opposizione di Laghi al provvedimento Calderoli.

«Si tenga ben presente, poi -insiste il capogruppo in Consiglio regionale di “De Magistris Presidente”-, che una decisione del genere sarebbe irreversibile, per motivi politico-amministrativi, e che danneggerebbe certamente le possibilità di crescita e di sviluppo della nostra terra». A proposito dei Livelli Essenziali delle Prestazioni, i così detti Lep, Laghi sottolinea: «Non esiste alcuna obbligata connessione fra i Lep e l'Autonomia Differenziata. Si tratta, infatti, di argomenti del tutto indipendenti, come previsto dalla nostra Costituzione. I Lep rappresentano un obbligo –aggiunge il Consigliere –, da perseguire con solerzia e decisione, il regionalismo differenziato soltanto un’opzione, assolutamente da evitare. Le due cose, perciò, possono e devono essere tenute svincolate. Pertanto -conclude Laghi- sì, e subito, ai Lep, no all'Autonomia Differenziata».

Ufficio stampa

Prevista la chiusura della sede Inail di Castrovillari. Laghi: “Scelta inopportuna e sbagliata”

«È necessario riprendere con estrema serietà l'allarme lanciato dai sindacati circa la paventata chiusura della sede Inail di Castrovillari e fare fronte comune al fine di evitare l'ennesimo scippo al nostro territorio». Sono queste le parole decise del Consigliere Regionale Ferdinando Laghi a supporto della battaglia iniziata da CGIL, CISL e UIL in difesa dell’Agenzia Inail di Castrovillari.
«Continua un vero e proprio stillicidio a danno di questo territorio -aggiunge il capogruppo in Consiglio regionale di “De Magistris Presidente”- che provoca tagli di servizi per gli utenti e che ricade, nell'ottica della razionalizzazione della spesa, sui bisogni della popolazione ed in particolare sulla tutela della sicurezza e della salute dei lavoratori. Sono proprio questi ultimi, infatti, che pagherebbero il prezzo più alto di una scelta del tutto non condivisibile. Ancora una volta -insiste Laghi- si va verso la deprivazione dei servizi e Castrovillari continua ad essere falcidiata, facendo ricadere i disagi sui cittadini dell'intero comprensorio. Perdere l’attuale punto di riferimento a Castrovillari determinerebbe, infatti, per tutta l'area del Pollino e dell'Esaro, disagi e costi ulteriori per raggiungere sedi più distanti». Alla luce di tutto questo, il Consigliere Laghi conclude: «È necessario che le istituzioni locali e le forze sociali si mobilitino per contrastare e far annullare questa scelta del tutto sbagliata che rappresenterebbe un vero e proprio scippo nei confronti delle popolazioni locali. Scriveremo immediatamente alla sede nazionale, regionale e territoriale dell’Inail chiedendo che questa paventata misura non venga attuata».

Ufficio stampa

Serenata alle Donne, Aiello Calabro 8 marzo 2023

Serenata alle Donne - 8 marzo 2023
Il progetto NOSTOS - Teatro e Danza del Sud celebra le donne con la sua serenata, musica e danza tradizionali con gli artisti del team #BA17. Con il maestro Francesco Nicastro, la performer Angelica Artemisia Pedatella e gli straordinari musicisti Loris Paola (organetto e tamburello), Angelo Santoro (organetto e tamburello) e Francesco Stranges (fisarmonica).
Teatro Comunale Aiello Calabro, ore 18.30 
INGRESSO LIBERO

“Cyberbullismo e pericoli della Rete”, se ne parla ad Aiello con i Carabinieri

Il lavoro femminile nella provincia di Cosenza dal XIX sec al XX sec. Una mostra dell’Archivio di Stato di Cosenza per l’8 marzo 2023

In occasione della Giornata internazionale della donna, l’Archivio di Stato di Cosenza ha organizzato una mostra documentaria dal titolo “Il lavoro femminile nella provincia di Cosenza dal sec. XIX al XX sec.”.
La mostra, con ingresso gratuito, ha l’obiettivo di mettere in luce aspetti poco noti dell’attività lavorativa femminile, poiché non si conosce ancora abbastanza l’importanza del ruolo attivo, produttivo ed economico, che in questo periodo storico le donne hanno avuto nella società.
Il materiale documentario raccoglie una serie di testimonianze legate a corsi di formazione, aziende femminili, richieste di finanziamento, concorsi pubblici, rinnovi di licenza e proteste per difendere i propri diritti lavorativi che hanno come protagoniste donne di ogni estrazione sociale e provenienti da diverse realtà della provincia di Cosenza.
L’inaugurazione della mostra si terrà giorno 8 marzo alle ore 17.30, anticipata da un tavolo di confronto con imprenditrici del territorio che offriranno la loro testimonianza diretta su cosa significa lavorare oggi in Calabria.
Seguirà la lettura recitata di un documento storico curata dall’attrice Alma Pisciotta della Compagnia teatrale “Emergenti visioni”.
Chiuderà la giornata una performance musicale degli allievi del Conservatorio “S. Giacomantonio” di Cosenza.

Orari di apertura: da lunedì a venerdì dalle ore 9.00 alle 13.00 e martedì e giovedì anche dalle 15.00 alle 16.30.
La mostra resterà aperta fino al 7 aprile 2023.
Ingresso gratuito. Non è necessaria la prenotazione.
Archivio Di Stato di Cosenza, via G. V. Gravina n.12
Tel. 0984-791790

Laghi all’Hospice di Cassano Jonio: “Potenziare le strutture socio-sanitarie del Territorio”

Laghi ha posto l’accento sull’importanza sociale di queste strutture che assistono pazienti terminali sollevando anche i familiari.

La visita delle strutture sanitarie calabresi da parte del consigliere regionale Ferdinando Laghi prosegue e fa tappa questa volta all’hospice di Cassano allo Jonio.
Laghi ha posto l’accento sull’importanza sociale di queste strutture che assistono pazienti terminali, talora abbandonati a se stessi, e i cui problemi di salute possono avere pesantissime ricadute sull’intero nucleo familiare.
Ad accogliere il capogruppo in Consiglio regionale di “De Magistris Presidente”, è stata la Responsabile ff della struttura, dottoressa Mariarosaria Ferrigno, che ha illustrato a Laghi le attività assistenziali svolte e lo ha accompagnato in una visita alla struttura. Il Consigliere si è anche intrattenuto a colloquio con parenti di degenti e con il cappellano dell’hospice.

La Ferrigno e Laghi hanno discusso della situazione attuale e delle prospettive della struttura, necessitante pur essa di una integrazione di personale, per soddisfare adeguatamente le necessità di pazienti appartenenti ad un ambito peculiare e delicatissimo quale è quello del fine-vita.
“Le malattie tumorali sono la seconda causa di morte in Italia e i pazienti oncologici assieme agli altri, che pure trovano accoglienza nell’hospice – ha dichiarato Laghi –, necessitano non soltanto di cure mediche, ma anche di un particolare sostegno psicologico e sociale che li supporti in un momento critico della loro esistenza e che sia anche di conforto e di aiuto ai loro familiari. All’hospice ho trovato personale motivato e attento e una struttura ben gestita che richiede tuttavia di essere meglio supportata.  Come le altre strutture sanitarie, infatti, anche l’hospice di Cassano paga lo scotto di una carenza di organico – continua Laghi – che il personale cerca di tamponare anche attraverso l’espletamento di doppi turni”.

Subito dopo essere stato all’Hospice, il consigliere Laghi ha visitato il Laboratorio Analisi che si trova nello stesso stabile e che è centro di riferimento tossicologico. A illustrare le attività del Centro la dottoressa Loredana Maurelli a cui Laghi ha rappresentato la necessità di una chiara definizione dei compiti che il Laboratorio di Cassano Jonio deve svolgere, nell’ambito anche della rete dei Laboratori aziendali. Una organizzazione che dovrebbe trovare risposte nell’Atto aziendale, in via di definizione e rispetto al quale il consigliere Laghi ha esplicitamente chiesto al Commissario dell’ASP, Graziano, di interloquire prima del suo invio al Dipartimento regionale.

Ufficio stampa

Scoperta a Gerusalemme una rara perla d’oro di 1600 anni fa proveniente dalla Città di David

Una perla unica nel suo genere, realizzata in oro puro e datata almeno 1.600 anni fa, è stata scoperta da una volontaria nell'ambito del progetto di setacciatura dell'Università di San Francisco. La perla è stata scoperta durante uno scavo archeologico nella Città di David, nel cuore di Gerusalemme, dalla terra rimossa da una struttura romana nel Parco Nazionale di Emek Tzurim.
È stata creata con una tecnica unica che ha richiesto una lavorazione molto delicata per fissare insieme decine di piccole sfere a forma di anello e infine ottenere una piccola perla.
Hallel Feidman, 18 anni, è una volontaria del Servizio Nazionale che lavora al progetto di vagliatura. E’ stata lei a trovare la perla d'oro. "Ho versato il secchio sul setaccio e ho iniziato a lavare il materiale portato dagli scavi nella Città di David", racconta Feidman descrivendo il momento della scoperta.  "E poi ho visto qualcosa di lucido nell'angolo del setaccio, diverso dal solito, che normalmente non vedo. Mi sono subito avvicinata all'archeologo che mi ha confermato che fosse una perla d'oro. Tutti i presenti erano meravigliati".
Su questo tema si è espresso anche il dottor Amir Golani, esperto di gioielli antichi presso l'Autorità per le Antichità di Israele: "In tutti i miei anni di archeologia, ho trovato dell’oro forse una o due volte, quindi trovare gioielli di questo calibro è qualcosa di molto speciale". Il dottor Amir Golani ha poi sottolineato che la perla è probabilmente solo una piccola parte di una collana o di un braccialetto che comprendeva altre perle. "Chiunque potesse permettersi un gioiello come questo in oro, doveva essere benestante”.
Secondo Shlomo Greenberg e Ari Levy, direttori degli scavi per conto dell'Autorità israeliana per le antichità, la perla proveniva da una grandiosa struttura, lunga almeno 25 metri. La struttura è stata costruita sulla Strada del Pellegrinaggio nella Città di David, in uno stile costruttivo che caratterizza gli edifici di lusso. La ricchezza degli occupanti dell'edificio è testimoniata da altri reperti rinvenuti al suo interno, come vasi di argilla importati e un pavimento a mosaico decorato.
I ricercatori sottolineano che è possibile che la perlina sia stata creata in un periodo precedente a quello della struttura in cui è stata ritrovata, tuttavia è ragionevole supporre che le persone che vivevano lì possedessero la perlina, che potrebbe essere stata accidentalmente persa quando la collana si è rotta.
Il reperto riveste un'importanza particolare per la mancanza di oggetti d'oro trovati negli scavi archeologici e perché perle di questo stile non sono comuni, a causa della tecnica unica e complessa utilizzata per crearle. La tecnica è stata importata probabilmente dalla Mesopotamia, dove era utilizzata circa 4500 anni fa.
"L'aspetto più interessante della perlina è il suo metodo di produzione unico e complesso", spiega il dottor Golani. "È necessaria una buona conoscenza dei materiali e delle loro proprietà, nonché il controllo del calore, per poter da un lato saldare le minuscole sfere insieme per creare un piccolo anello, e dall'altro evitare un surriscaldamento che potrebbe portare alla fusione di tutto l'oro". Secondo il ricercatore, "solo un artigiano professionista avrebbe potuto produrre una perlina di questo tipo, e per tale motivo questo reperto ha un grande valore".
L'uso di una tecnica unica, che non proviene da Israele, e l'uso dell'oro nella creazione di questa perla, testimonia la ricchezza del suo proprietario. È possibile sia stato creato in un'altra zona e che sia arrivato nella Città di David grazie alle ampie relazioni commerciali tra Gerusalemme e altre regioni in quel periodo. Un'altra teoria è che la perla sia stata regalata a un abitante di Gerusalemme o che, forse per la sua natura unica, sia stata passata in famiglia da una generazione all'altra come eredità.
Perle simili sono state scoperte in grotte sepolcrali di 2500 anni fa (fine del periodo del Primo Tempio) a Ketef Hinnom, vicino alla Città di David, durante gli scavi condotti dal professor Gabriel Barkay, ma in quel caso erano d'argento. Ad oggi, in Israele sono state trovate solo poche decine di perline d'oro.
Secondo Eli Escusido, direttore dell'Autorità israeliana per le antichità: "sebbene si tratti di un reperto minuscolo, sono proprio gli oggetti personali e quotidiani che riescono a toccarci e a collegarci più di ogni altra cosa, direttamente alle persone. Anche con la tecnologia avanzata di oggi, creare qualcosa di simile sarebbe molto complesso. L'esame ravvicinato di questo oggetto suscita un profondo senso di ammirazione per l'abilità tecnica e la capacità di coloro che ci hanno preceduto molti secoli fa." L'esperienza archeologica del Parco Nazionale Emek Tzurim è attiva tutto l'anno e nel corso del tempo ha portato alla luce numerosi reperti risalenti a diversi periodi della storia di Gerusalemme, tra cui rari gioielli, monete e frammenti di ceramica.


Fonte: Ufficio Nazionale Israeliano del Turismo
Mariagrazia Falcone
Ufficio Stampa & PR - Turismo Religioso
Email: press-it@goisrael.gov.il
https://it.citiesbreak.com/

Le coperte infibula zero, ecco la locandina

Sull'iniziativa leggi il post precedente qui

Un giro a Luzzi (Cs), 25 febbraio 2023

Album foto (telefoniche)
Oggi, sabato #25febbraio2023, per #escursionitramoglieemarito, Lauretta e lo scrivente abbiamo fatto tappa a #Luzzi (Cs) per giro conoscitivo del paese e immancabili panino e birricella!

P.S. Belle le chiese (quella di San Francesco di Paola, visitata anche all'interno).
Paese accogliente. Abbiano notato, e non è affatto scontato, che ci sono bagni pubblici aperti.
Buoni i panini 😁
Assaggiata anche la #grupariata (un pezzettino del giorno prima, perché la produzione odierna andava in forno verso le 13). La grupariata è una focaccia afrodisiaca tipica del luogo.
Vi rimandiamo al seguente approfondimento ==> https://www.calabriamagnifica.it/itinerari-gastronomici/la-leggenda-della-grupariata-di-luzzi-una-focaccia-afrodisiaca/

Fogli di libertà. Stampa e Resistenza, 1943-1945

FOGLI DI LIBERTÀ. STAMPA E RESISTENZA, 1943-1945
Milano - A ottant’anni esatti dagli scioperi del marzo 1943, che agitarono il nord Italia e anticiparono la lotta partigiana iniziata dopo l’8 settembre, Istituto nazionale Ferruccio Parri, in collaborazione con Fondazione ISEC e con il contributo di Fondazione Cariplo, porta alla Casa della Memoria di Milano la mostra Fogli di libertà. Stampa e Resistenza, 1943-1945, curata nel 2015 da Giuseppe Vignati e Alberto De Cristofaro.
Al centro dell’esposizione una selezione di fogli periodici, opuscoli e volantini clandestini pubblicati in Lombardia e Piemonte tra il 1943 e il 1945, per ricordare e celebrare la liberazione dal nazifascismo attraverso una particolare forma di resistenza all’oppressione: la rivendicazione della libertà di parola contro ogni censura e spesso a rischio della stessa vita.
La mostra nasce da un’iniziativa di Fondazione ISEC, che nel 2015 ha voluto ricordare l’importanza del fenomeno della stampa clandestina per la diffusione dei valori di libertà e democrazia e restituire – attraverso questo particolare repertorio di fonti – la molteplicità di soggetti che presero parte alla Resistenza: i partiti e i movimenti politici, le formazioni partigiane, i lavoratori e le lavoratrici e le organizzazioni di settore.
L’esposizione in Casa della Memoria ripropone i materiali della mostra originale e li arricchisce con un approfondimento di documenti, volantini, fogli clandestini legati alle lotte nelle fabbriche contro il fascismo e l’occupante nazista.
Insieme alla mostra fisica, sono a disposizione dei visitatori anche i due repertori digitali che raccolgono le testate prodotte tra il 1943 e il 1945, spesso con una periodicità molto discontinua (non a caso Il Ribelle aveva come sottotitolo “Esce come e quando può”): Stampa e Resistenza a cura di Fondazione ISEC e Stampa clandestina a cura di Istituto Nazionale Ferruccio Parri.
L’inaugurazione è prevista per le 18 del 1° marzo. La mostra sarà visitabile gratuitamente dal 2 al 21 dello stesso mese, con visite guidate prenotabili tenute da studenti e studentesse del Liceo Manzoni di Milano, nell’ambito di un PCTO con l’Istituto nazionale Ferruccio Parri.
Il 14 marzo è inoltre previsto un incontro serale per discutere di alcuni modi differenti di raccontare al pubblico gli scioperi del 1943 e 1944.
Inaugurazione, 1 marzo 2023 ore 18.
Programma
Saluti di:
Tommaso Sacchi (Assessore alla Cultura del Comune di Milano)
Jonathan Chiesa (Delegato all’antifascismo e all’attualizzazione della memoria Municipio 9 del Comune di Milano)
Alberto Martinelli (Presidente Comitato di gestione Casa della Memoria)
Alessandro Pollio Salimbeni (Consigliere delegato Fondazione ISEC)
Marilena Adamo (Vicepresidente Istituto nazionale Ferruccio Parri)

Interventi di:
Alberto De Cristofaro (Fondazione ISEC)
Igor Pizzirusso (Istituto nazionale Ferruccio Parri)
Beniamino Cohen (studente del liceo classico Manzoni di Milano)

Coordina:
Sara Zanisi (Istituto nazionale Ferruccio Parri)

Giorni e orari di apertura:
2-21 marzo 2023
mar-dom, 10-17.30; lun chiuso.
Casa della Memoria
Via Federico Confalonieri 14, Milano M5 Isola – M2 Gioia/Garibaldi
tel. 02 88444102 – mail: c.casadellamemoria@comune.milano.it
Ingresso libero e gratuito

Per prenotare visite guidate scrivere a didattica@insmli.it

IncontrAmiamoci, marcia della Pace con San Francesco di Paola, I edizione domenica 26 febbraio 2023

Condividiamo

PAOLA - Su impulso del Servizio di Pastorale Giovanile, Vocazionale e Missionaria della Provincia Monastica "San Francesco" coordinata da P. Giovanni Tolaro, con il sostegno e l'accompagnamento del P. Provinciale P. Francesco M. Trebisonda e della Comunità del Santuario di Paola, avrà luogo a Paola – Domenica 26 Febbraio p.v. – la I Edizione della Marcia della Pace. La Marcia prenderà il via alle ore 15.00 da Piazza IV Novembre, con la presenza straordinaria di Mons. Domenico Battaglia (Arcivescovo Metropolita di Napoli) e del Dott. Nicola Gratteri (Procuratore della Repubblica di Catanzaro). Un occasione importante per pregare insieme e mobilitare le coscienze, dialogare sui diritti umani in un momento storico drammatico, meditare sulla pace e sulla fraternità seguendo gli insegnamenti della Pace con San Francesco di Paola.

L'iniziativa religiosa rivolta a giovani, famiglie, scuole, associazioni e movimenti di San Francesco di Paola. La Marcia di matrice religiosa che si rivolge in particolare a giovani, famiglie, scuole, associazioni e movimenti, si prefigge tra gli obiettivi principali quello di includere tutti al di là delle ideologie e delle appartenenze politiche, nella consapevolezza del valore unificante della pace. Proprio perché la pace non è di parte ma universale saranno ammessi solo striscioni, bandiere, simboli o frasi che inneggino alla pace.

Per informazioni: e-mail pastoralegiovanilepaola@gmail.com | cell. (+39) 389 166 1387 | Padre Giovanni Tolaro (Coordinatore della Pastorale Giovanile,Vocazionale e Missionaria della Provincia Monastica “San Francesco”)

Il centenario della Marcia su Roma nel nuovo numero della Rivista ICSAIC

Fonte Sito Web ICSAIC
Il numero 2/2022 della «Rivista Calabrese di Storia del ‘900», della nuova serie diretta da Vittorio Cappelli ed edita da Pellegrini, è stato appena pubblicato.
Ci piace segnalare ai nostri lettori, tra gli altri scritti che sono ospitati nel periodico fondato da Giuseppe Masi, gli atti del Convegno ICSAIC “Il fascismo, la Calabria e i suoi tre leader. Bianchi, Lanzillo e Razza a 100 anni dalla Marcia su Roma”, svoltosi a Vibo Valentia, il 4 novembre 2022. Argomenti trattati ed autori: “Renzo De Felice e la Marcia su Roma” (Paolo Palma), “Michele Bianchi. Un “quadrumviro” al governo, tra Mussolini e la Sila” (Vittorio Cappelli), “Agostino Lanzillo. Fascista inquieto e multanime” (Antonino Romeo) e “Luigi Razza. Tra sindacato e corporazione” (Giuseppe Parlato). Ed anche una ricerca dal titolo “I villaggi della Riforma agraria in Sila: uno studio di caso” (Antonella Veltri, Massimo Veltri, Nelide Romeo, Enzo Valente, Sonia Vivona).
La Rivista può essere richiesta alla segreteria dell’ICSAIC (martedì, mercoledì e giovedì, telefonando al numero 0984.496356 dalle 9 alle 12.30) oppure inviando una email all’indirizzo icsaic@icsaicstoria.it.
Come di consueto, prossimamente, il numero sarà consultabile anche nella versione online sul sito dedicato http://s573166820.sito-web-online.it/ e sul sito dell'Istituto.

Ospedale di Castrovillari. Laghi: “Potenziare il Pronto Soccorso e riaprire alle attività di volontariato”

L'Ospedale di Castrovillari continua ad essere oggetto di interesse del lavoro del consigliere regionale Ferdinando Laghi, capogruppo di “De Magistris Presidente”, che, dopo il recente intervento in occasione dell'inaugurazione delle sale operatorie, torna a puntare i riflettori sulla delicata questione del Pronto Soccorso. Il presidio, infatti, malgrado i problemi determinati dalla pandemia, che ha ridotto gli accessi negli ospedali, e pur in assenza di un Centro COVID, continua ad offrire un servizio a oltre 13mila pazienti l'anno, un numero che, spalmato nell'arco dei dodici mesi, significa più di 1000 persone al mese. Un afflusso imponente per il quale il consigliere Laghi sottolinea come sia fondamentale che il Pronto Soccorso (PS) venga reintegrato nel suo personale operativo di medici, infermieri e oss.
«A questo -aggiunge Laghi- si aggiungono problemi strutturali che, trattandosi di un ospedale Spoke, non sono assolutamente accettabili e lo diventano ancor meno, ove si consideri che i progetti relativi all’adeguamento del PS sono pronti da tempo e devono solo essere attuati. Parlo dell'Area di Osservazione Breve Intensiva (OBI), ossia le stanze dove i pazienti in evoluzione devono essere trattenuti per essere compiutamente valutati dal punto di vista clinico. Questo -evidenzia ancora il consigliere Laghi- è una delle attività nodali di un Pronto Soccorso. L'altro aspetto assolutamente prioritario è quello della Camera Calda, cioè quell'area riparata, subito adiacente all'ingresso del Pronto Soccorso, che accoglie il paziente, quando arriva in ambulanza o con mezzi propri, al riparo da eventi atmosferici, senza ulteriori disagi per pazienti che possono essere in condizioni critiche».
Infine, il consigliere Laghi richiama le attenzioni sulle attività di volontariato interrotte a causa della pandemia. «Ho già interessato sia i Vertici dell’ASP che dell’Ospedale di Castrovillari -riferisce- affinché queste attività possano riprendere quanto prima, a Castrovillari come nelle altre sedi di strutture sanitarie dell’ASP. Questo perché i pazienti possano godere, come prima della pandemia, di un supporto e di un sostegno utile e da loro assai gradito. È fondamentale, inoltre, che le associazioni di volontariato possano riprendere pienamente le loro attività prima possibile, anche perché svolgono pure azione di supporto agli operatori, soprattutto in questi tempi di carenza di personale. Mi auguro perciò -conclude Laghi- che anche su questo si possano fare immediatamente dei passi in avanti per contribuire, con un segnale di ritorno alla normalità, alla tutela del diritto alla salute delle nostre popolazioni».

Ufficio stampa

Regolamentazione dei Campi elettromagnetici (CEM). Laghi presenta una proposta di legge regionale

È stata depositata la proposta di legge, d'iniziativa del consigliere regionale Ferdinando Laghi, capogruppo di “De Magistris Presidente”, per una “Disciplina regionale in materia di impianti radioelettrici ai fini di un efficace sviluppo delle reti di telecomunicazioni in osservanza della tutela ambientale e sanitaria della popolazione”.

Si tratta di una proposta per la regolamentazione dei campi elettromagnetici, argomento molto sentito e, da tempo, argomento di dibattito, da parte del consigliere Laghi, in tutta la regione, e non solo. Il tema incrocia il problema dello sviluppo digitale, supportato anche dal PNRR, con quello della tutela della salute e dell’ambiente. 

Nella relazione illustrativa al disegno di legge, il proponente spiega come "soprattutto negli ultimi anni si è assistito a un aumento, sia per numero che per varietà, di sorgenti di campi elettrici e magnetici (CEM) usati per scopi individuali, industriali e commerciali”. Considerate le misure del PNRR in cui trovano rilievo i progetti finalizzati allo sviluppo dei territori, anche attraverso misure di digitalizzazione, Laghi precisa come “Sia necessario tener presente che questo sviluppo può essere realizzato in pieno con metodologie e processi armonizzati con le esigenze territoriali e in un’ottica di sostenibilità che, non penalizzando i servizi e le infrastrutture, puntino al minor impatto possibile per la popolazione e l’ambiente”. 

«Molti studi scientifici – aggiunge Laghi - hanno dimostrato che l'esposizione ai campi elettromagnetici generati da questi dispositivi può avere effetti nocivi per la salute e un discutibile impatto paesaggistico. La proposta di legge – sottolinea il Consigliere - stabilisce le norme idonee a sostenere e promuovere lo sviluppo delle tecnologie digitali, concomitantemente alla prevenzione e alla tutela sanitaria dei lavoratori e delle lavoratrici negli ambienti di vita e di lavoro, nonché alla salvaguardia della collettività e, infine, alla tutela ambientale della nostra regione».

Ufficio stampa

In giro per Rose (Cs)

Rose (Cs) 15 maggio 2022
Album fotografico (Google foto)

I San Giuseppe di Raffaele Aloisio e Francesco Antonio Lupi

In occasione del 19 marzo, data in cui si ricorda San Giuseppe, ci piace postare tre opere che ritraggono il padre putativo di Gesù.
La prima è il San Giuseppe dell’aiellese Raffaele Aloisio, del 1864, e si trova nel Santuario della Madonna della Catena a Laurignano. La seconda è una pala d’altare di Francesco Antonio Lupi, datata 1859 e si trova nella chiesa della Madonna delle Grazie a San Pietro in Amantea; mentre la terza è la statua del santo custodita nella chiesa di S. Maria Maggiore in Aiello Calabro, pure attribuibile a Lupi.
Seguono informazioni più dettagliate.

1 - “San Giuseppe con Gesù e S. Giovannino“.
Olio su tela, misura 150 x 90, sagomato in alto (per la probabile destinazione ad un altare), con cornice barocca probabilmente coeva. Si trova nel Santuario della Madonna della Catena, in Laurignano (Cosenza).
La tela reca, a sinistra in basso, sul gradino, la classica firma di Raffaele Aloisio [monogramma “A” e “R” intrecciate, P. (cioè pinse o pinxit) 1864], e proviene, come le altre, dal vecchio Santuario.
È un’opera della maturità dell’artista e presenta una interessante ricchezza coloristica e compositiva — anche se da quest’ultimo punto di vista soffre di qualche lieve disarmonia.
San Giuseppe è rappresentato seduto, reggente Gesù Bambino con la destra mentre nella mano sinistra tiene la verga fiorita.
In basso a destra — per chi guarda — appare San Giovannino, che leva e congiunge le mani in preghiera, inginocchiato ai piedi di Gesù, che con la mano destra benedice.
Dall’alto si affacciano alcuni putti alati. (Testo di Raffaele Borretti)

2 e 3 - La statua di San Giuseppe, secondo lo storico dell’arte Gianfrancesco Solferino, è da attribuire a Francesco Antonio Lupi, pittore e scultore di San Pietro in Amantea, vissuto dal 1810 al 1894. Nella nota biografica curata dallo storico Ferruccio Policicchio, apprendiamo che Lupi studia a Napoli, “grazie ad una “borsa di studio” concessa dal re Ferdinando II, nell’Istituto delle Belle Arti”. Fu artista talentuoso – sebbene sconosciuto sino al 1997, anno in cui fu oggetto di una tesi di laurea all’Unical -, dal bel tratto, dalle “armoniose tinte che riescono a far vedere ed imitare l’antico, l’espressione dell’ideale umanistico, della bellezza, l’eleganza e le proporzioni dei modelli…”. Le sue opere si trovano in molte chiese calabresi. 

Come si potrà notare confrontando la seconda e la terza immagine, c’è una straordinaria rassomiglianza e la mano non può che essere dello stesso artista sanpietrese.

Auguri a chi porta questo nome e auguri a tutti i papà!

Paterno Calabro e il Santuario di San Francesco di Paola

Paterno Calabro 8 febbraio 2020 (35)

Il territorio di Aiello Calabro. Alcuni toponimi sconosciuti nei documenti d'epoca

C'è sempre qualcosa da imparare! Oggi per esempio abbiamo appreso da documenti notarili di fine 1700 (Notaio Antonio Serra di Aiello) che esistevano nel nostro territorio comunale alcuni toponimi che sono sconosciuti ai più. 
Ve ne elenchiamo alcuni: Sorbicello, Sambuciti, Lauri, Fratia, Ortali, Manca di Sabelluzza, Diminali (che è o dovrebbe essere mutato in Seminali... e chissà perché), Valle della Rovetta ecc. Interessanti anche i soprannomi - come Iusca e Catoio - che si sono pure conservati sino ai nostri giorni.
Nelle settimane scorse, prendendo spunto dal calendario del #23febbraio in cui si ricorda #SanPolicarpo - che significa che dà molti frutti (dal greco) -, abbiamo dell'omonimo toponimo del territorio di #AielloCalabro. Secondo l'Orlandi, dopo che nel 981 Aiello era stata assalita e distrutta dai Saraceni, la popolazione scappando, si rifugiò in alcuni casali intitolati a Santi. Come San Policarpo, San Biagio, S. Barbara, S. Caterina, S. Lucia, S. Anna. C'erano anche altri casali, apprendiamo dallo Schioppa, come S. Agata, S. Nicola, S. Elia, S. Angelo, S. Martino, S. Stefano, S. Giovanni, e ancora: S. Andrea, S. Salvatore, S. Basilio. Diversi di questi toponimi si conservano ancora e conosciamo il territorio così chiamato. Ma per alcuni si è persa traccia, come nel caso di San Policarpo. E di quelli elencati sopra.

21 marzo, giornata mondiale della Poesia. Per celebrare l’appuntamento, qualche poesia di Francesco Della Valle, poeta Aiellese del Seicento

Il 21 marzo è la Giornata Mondiale della Poesia, istituita dalla XXX Sessione della Conferenza Generale UNESCO nel 1999 e celebrata per la prima volta il 21 marzo seguente.
“La data, che segna anche il primo giorno di primavera – è scritto sul sito dell’Unesco -, riconosce all’espressione poetica un ruolo privilegiato nella promozione del dialogo e della comprensione interculturali, della diversità linguistica e culturale, della comunicazione e della pace”.

Per celebrare l’appuntamento, in galleria foto, alcuni componimenti del poeta Francesco Della Valle (Aiello Calabro, 1590 circa – Roma ?, 1627).

Qui di seguito, un articolo che tratta del poeta calabrese.

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Francesco Della Valle, poeta aiellese del ‘600
di Bruno Pino (Il Quotidiano, settembre 2002)

“DI DUO Franceschi abbia la Patria il vanto /tu la spada adoprando ed io le carte /tu col valor del braccio ed io col canto”. I versi che recita Antonio Piromalli, professore emerito di Letteratura Italiana all’Università di Cassino, tra i maggiori critici e storici della letteratura italiana attualmente in circolazione – in occasione della conferenza sul poeta secentesco tenutasi recentemente alla Casa delle Culture della cittadina aiellese – fanno chiarezza sul luogo di nascita del poeta Francesco Della Valle, vissuto tra la fine del 1500 e i primi decenni del 1600. Appartenenti ad un sonetto delle “Rime” che scrisse il poeta, opera forse mai letta in precedenza con la dovuta attenzione, i versi citati da Piromalli sono dedicati all’amico Francesco di Malta, esponente di spicco di una delle famiglie nobili aiellesi, assalito dai turchi in battaglia e salvatosi eroicamente. Se la patria del di Malta era – come era – lo Stato feudale di Aiello, è logico dedurre, che anche Della Valle fosse aiellese. Anche un altro sonetto, sempre delle “Rime” che sono dedicate ad una donna della propria città natale, si rivela chiarificatore. In esso l’autore affida il compito all’amico Muzio Stefanini, aiellese anche lui, di andare a trovare la sua musa in Aiello (Là dove sotto a poco amica stella/ io nacqui e vissi i dì poco sereni/ vanne pur, Muzio, e dica all’empia/ che mia penna ha cara/ che ancor l’adoro/ e alla patria ingrata/ che suo malgrado a nome mio sia chiara.).
Ciononostante, alcuni studiosi reputano Della Valle nativo invece di Cosenza e nipote di Sartorio Quattromani. Questa tesi, trova fondamento nella dicitura riportata sulla copertina di una delle edizioni delle “Rime” (Napoli, 1617), in cui il poeta si qualifica cosentino; e anche nel sonetto che l’autore dedica alla città di Cosenza dove dice: “Nobil città, ch’al chiaro Crati in sponda; …Come presso (sic!) il tuo Seggio ebbi la cuna”. Analizzati con attenzione, gli elementi che sostanziano la tesi della cosentinità, risultano in qualche maniera poco sostenibili. Lo Spiriti, nelle sue “Memorie degli scrittori cosentini”, ci dice, invece, chiaramente, che il Della Valle “… di cui si rinviene il nome avanti la traduzione del IV libro dell’Eneide del Quattromani” visse intorno al 1570, mentre il Nostro “pubblicò le sue poesie il 1618, e dice l’Eritreo, che morì molto giovine (probabilmente nel 1627); onde se questi dovesse riputarsi lo stesso, che il primo, avrebbe dovuto avere nel 1618 almeno li suoi settant’anni; e perciò nò potea dirsi che fosse morto assai giovine”. Parimenti, anche la menzione che il poeta fa di Cosenza nel sonetto dedicato alla Città Bruzia (presso il tuo Seggio ebbi la cuna), trova una plausibile spiegazione nel fatto che potrebbe essere stata dettata unicamente dalla gloria e dalla potenza culturale e politica che la città dei Bruzi ebbe in quell’epoca.
Per l’autorevole storico e critico della letteratura italiana Antonio Piromalli, che con una prosa semplice e gradevole ha tenuto alto e costante l’interesse del numeroso pubblico, non ci sono dubbi. Francesco Della Valle è poeta aiellese, come lo era per Benedetto Croce che nel 1910 lo inserisce nell’antologia dei Lirici marinisti.
Durante l’incontro culturale – curato dall’assessorato alla Cultura del comune, a cui hanno assicurato la partecipazione attiva la professoressa Donatella Laudadio, attivissimo assessore alla Cultura dell’Amministrazione provinciale; il primo cittadino Francesco Iacucci; e Antonio D’Elia, presidente del sodalizio letterario “F. Della Valle” di Cosenza inaugurato alla Casa delle Culture di Cosenza a settembre del 2002 -, il professore Piromalli, ha tracciati con chiarezza il quadro storico in cui il poeta ha vissuto ed un singolare profilo del poeta. Due importantissimi documenti notarili, del 1604 e 1609, reperiti da Antonio D’Elia, che descrivono la donazione da parte del notaio GiovanPaolo Della Valle, padre di Francesco, dello Ius Patronatus dell’altare di San Lorenzo presso la chiesa di San Giuliano in Aiello, al figlio chierico che poi vi rinuncerà, forse per andare a Roma, nel 1609, ci informano che Della Valle dovesse appartenere al mondo ecclesiastico. Forse un sacerdote, diacono o chierico, durante la sua permanenza nella Città Eterna, dove visse lontano “dalla patria ingrata” (in un sonetto delle “Rime” (1618), dedicato a Girolamo Brivo, confessa di essere già da 10 anni a Roma), poteva vantare amicizie tra i più importanti personaggi dell’epoca. Sono suoi amici, il Cavalier Marino, Antonio Bruni, l’Eritreo, con cui condivide le frequentazioni all’Accademia degli Umoristi; il principe Filippo Colonna; Maurizio di Savoia, figlio di Carlo Emanuele I; il Duca Ranuccio Farnese; Roberto degli Ubaldini che sarà il suo mecenate; e, Cinzio e Pietro Aldobrandini, che lo zio, quello che diverrà Papa Clemente VIII, fa poi cardinali. Altro amico del Della Valle è il cardinale Maffeo Barberini, che salito al soglio pontificio nel 1623, col nome di Urbano VIII, si ricorderà del poeta che qualche tempo prima gli aveva dedicato alcuni sonetti, accordandogli nel 1626 – secondo Padre Francesco Russo che lo riporta dal quinto volume dei Regesti Vaticani -, una pensione sul conto del clero di Cosenza, città che Della Valle, desideroso di ritornare all’Accademia dei Costanti, reputa città di cultura.
La conferenza, tuttavia, non ha posto l’attenzione solo sugli aspetti biografici, pure importanti, soprattutto per una comunità, come quella aiellese, che come patria del Della Valle, ne riceve lustro. 
Piromalli ha parlato per più di un’ora della sue poesie, raccolte ne “Le Rime”, pubblicate in due edizioni (Napoli 1617; e Roma 1622); ne “Le lettere delle dame e degli eroi” (Venezia 1622 e 1627 e Ravenna 1630) e in altre sue liriche che si trovano nella “Raccolta di sonetti d’autori diversi et eccellenti dell’età nostra” (Ravenna 1623) e in una Antologia pubblicata a Roma nel 1627, in occasione del Funerale della signora Sitti Maani Gioerida.
Lo stile, i modelli che prendono ispirazione da Petrarca, la rilevanza artistica del poeta, peraltro testimoniata da diversi studiosi come l’Eritreo, D’Amato, Spiriti, Accattatis, Croce, Getto, Tuscano, Procaccioli, lo stesso Piromalli, Crupi ed altri, che ne hanno analizzato lo stile, l’espressione e l’originalità della sua poesia, rendono giustizia ad un poeta che merita di essere studiato. D’altronde, le diverse tesi di laurea sul poeta prodotte all’Università di Salerno e all’Unical, come quelle del giovane Alessandro Citro, che è stato il primo a studiarlo, seguito dal compianto professore Saro Contarino e poi dal professore Ordine (significativa la borsa di studio assegnatagli per la sua tesi dalla Città di Cosenza recentemente); come pure Mariangela Romano di Salerno, Annalisa Montesanti di Lametia e di Antonio D’Elia che ancora continua le ricerche su Della Valle, testimoniano l’interesse del mondo accademico per questo poeta certamente non minore.
Ora, le sue opere, non stampate più da circa 4 secoli, potrebbero essere ripubblicate dal comune di Aiello Calabro con gli auspicabili contributi che regione Calabria e Provincia di Cosenza vorranno mettere a disposizione. Una intenzione ed un impegno preciso, che sono emersi da questo importante approfondimento letterario.

Rodolfo Walsh, il giornalista e scrittore che fu ucciso dalla dittatura argentina

Articolo de Il Quotidiano della Calabria del 26 marzo 2007, pag. 10
Era il 25 marzo del 1977 quando Rodolfo Walsh, il giornalista che ha rovinato i piani della CIA con lo scoop che rivelò, nell’aprile del ’61, l’imminente attacco americano della Baia dei Porci a Cuba, fu ucciso dalla dittatura argentina.
Il giorno prima di cadere vittima di una imboscata di militari, un “grupo de tareas” dell’Esma (La Scuola di Meccanica della Marina militare di Buenos Aires), Walsh aveva firmato e spedito una durissima lettera di condanna del Regime alla stampa (che nessun giornale pubblicò) ed alla Giunta miliare di Videla e Massera, andata al potere proprio il 24 di marzo del ‘76, rovesciando il governo di Isabelita Peròn.
Quel giorno del marzo ’77, Rodolfo Walsh viene ferito mortalmente nel conflitto a fuoco con i militari ed il suo cadavere fu poi portato all’Esma. L’obiettivo, se non si fosse ribellato (con sé portava una pistola) e non avesse ferito uno degli assalitori, era quello di sequestrarlo e torturarlo. Ancora oggi il sequestrato n° 26.001 – per la cui morte furono arrestate 16 persone, tra le quali Alfredo Astiz e Jorge “Tigre” Acosta – risulta un desaparecido ed il suo corpo non è mai stato restituito ai familiari.
Walsh nella lettera (la Carta abierta de un escritor a la junta militar) accusa la dittatura di aver prodotto, in un solo anno di terrore e di violazioni dei diritti umani, 15 mila scomparsi, 10 mila detenuti, 4 mila morti e decine di migliaia di esiliati, di aver portato il Paese al disastro economico e di aver ridotto la popolazione alla fame.
«Queste sono le riflessioni – scriveva il giornalista argentino nella lettera – che nel primo anniversario del vostro infausto governo ho voluto far pervenire a voi, membri della giunta, senza la speranza di essere ascoltato e con la certezza di essere perseguitato, ma fedele all’impegno assunto tempo addietro di prestare testimonianza nei momenti difficili».
Rodolfo Walsh – ammirato da personaggi del calibro di Garcia Marquez e Cortàzar – era nato il 9 gennaio del 1927. Nel 1941 si trasferisce dalla provincia del Rio Negro a Buenos Aires. Nel 1944 comincia a lavorare come correttore di bozze e traduttore; mentre sette anni più tardi inizia la sua brillante carriera di giornalista. È tra i fondatori delle Prensa Latina a Cuba dove nel ’61 sventa, come già detto, l’attacco americano. Nel 1973, al rientro in Argentina, aderisce ai Montoneros, i guerriglieri della sinistra peronista. Durante il Golpe del ’76, dà vita all’Agencia de Noticias Clandestina. È famoso per il libro “Operación masacre” del 1957 (edito in Italia da Sellerio), considerato un manuale di giornalismo investigativo che anticipa di molti anni il libro “A sangue freddo” (1966) di Truman Capote. Nel volume si parla dell’Argentina del dopo Peròn, periodo in cui i militari al potere proibiscono addirittura di pronunciare il nome dell’ex presidente. La storia racconta un episodio accaduto il 9 giugno 1956 quando c’è un tentativo di restaurazione peronista che però fallisce. Quella notte l’esercito avrebbe fucilato senza motivo un gruppo di civili inermi nella periferia di Buenos Aires. Un episodio che Walsh viene a sapere da un superstite e che approfondirà con una inchiesta che farà aprire alcuni processi.
Il suo esempio di giornalista impegnato è stato raccolto da un gruppo di detective indipendenti (tra loro giornalisti, storici, professori, studenti), i quali hanno costituito una agenzia – la Rodolfo Walsh – «che si propone come missione l’investigazione e l’analisi di quei fatti, attuali e storici, che influiscono sulla realtà concreta e quotidiana del popolo e che sono occultati o tergiversati dalle grandi corporazioni di comunicazione».

 

Il Golpe argentino del 24 marzo 1976

Da Il Quotidiano della Calabria, 24 marzo 2006


L’hanno chiamata la notte dell’Argentina. E tale è stata dal quel 24 marzo 1976 in cui avviene il Golpe che rovescia il governo di Isabel Martínez de Perón.
Da allora sono passati poco più di 6 lustri, l’Argentina è ritornata alla democrazia, ma ancora le ferite aperte sono tante e dolorose.
Oggi si parla di 30 mila desaparecidos (il 30% di origine italiana), 2.300 omicidi politici e oltre 10.000 arresti politici che la cosiddetta Guerra Sporca provocò. Ma anche tante - 250 secondo i dati del rapporto Nunca Mas stilato dalla commissione presieduta dallo scrittore Ernesto Sabato - furono le “vite rubate”, ossia tutti quei bambini che furono portati via ai genitori desaparecidos. O forse 500, come affermano le Abuelas de Plaza de Mayo. A tutt’oggi sono solo 72 los Hijos ritrovati. Ma le nonne di Plaza de Mayo, con la costituzione della Banca Nazionale Genetica, sperano di ritrovare anche gli altri.
La situazione argentina precedente al 1976 che aveva generato il Golpe era di forte crisi. Nell’ottobre 1973, Peròn era ritornato al potere dopo che nel ‘55 i militari avevano messo fine al suo governo dando vita ad una lunga dittatura militare, intervallata da governi costituzionali. Tuttavia, i molti conflitti tra le diverse fazioni sostenitrici di destra e di sinistra del regime peronista, e la successiva morte del presidente avvenuta il primo luglio 1974, oltre che la oramai drammatica situazione di un paese sull’orlo di un collasso economico e politico (si pensi per esempio all’inflazione aveva superato il 700% o al terrore della triplice A, l’Alleanza Anticomunista Argentina creata da Lòpez Rega), fanno precipitare il paese in una dittatura che durerà sino al 1983.
Per il generale dell’Esercito Videla e la sua Junta (l’ammiraglio Massera ed il brigadiere dell’Aviazione Agosti) – che deposero Isabelita, vedova di Juan Domingo - l'obiettivo da perseguire era chiaro: la riorganizzazione nazionale. Dovevano salvare l’Argentina da “sovversione e caos comunista”, secondo i principi della Dottrina di sicurezza nazionale “a cui le forze armate sudamericane si ispiravano in quegli anni di convulsioni e guerriglie filocastriste e filoguevariste”. Non sarà un colpo di stato palesemente violento come lo era stato nel ’73 quello in Cile di Pinochet; e nemmeno ebbe all’inizio molta attenzione sulla stampa internazionale ed italiana. La drammaticità del problema desaparecidos, in Italia, venne alla luce pienamente quando nel 1982 il Corriere delle Sera pubblica i nomi degli scomparsi. Così anche il governo italiano prende le distanze e si apre una fase in cui l’Italia apre un contenzioso sugli scomparsi di origine italiana.
Dunque, in Argentina, diversamente dal vicino Cile, si adottò una “strategia rivoluzionaria”. Non arresti di massa o fucilazioni, sebbene fosse subito proclamata la legge marziale, ma sequestri illegali, torture e infine l’eliminazione fisica.
Quando nel 1983 finisce l’incubo e viene eletto presidente Raúl Alfonsín, verrà aperta subito un'inchiesta sulle atrocità dei regimi militari. Purtroppo però, non ci furono le condizioni per andare sino in fondo e assicurare alla giustizia tutti i militari colpevoli di quel genocidio. Per la grave situazione economica del paese che minacciava sempre il ritorno dei militari, Alfonsìn fu costretto a cancellare le atrocità del passato con le leggi conosciute come "obediencia debida" e "punto final", che - di fatto - scagionavano e amnistiavano i militari da ogni crimine commesso. In ogni modo, il Generale Videla fu processato e condannato all'ergastolo. Anche se nel 1990 il Presidente Carlos Menem, sempre su pressione degli apparati militari, gli concesse l'indulto insieme ad altri membri delle giunte militari. Attualmente il generale ottantenne è agli arresti domiciliari con l’accusa di aver sequestrato minori durante la Guerra sporca.
Tra i desaparecidos, come si è detto, c’erano tanti italiani. E tra questi, anche calabresi. Come Angela Aieta, Giovanni Pegoraro e sua figlia Susanna. Per difendere la memoria di questi innocenti, come si ricorderà, la Regione Calabria aveva deciso di costituirsi parte civile nel processo che si è celebrato a Roma e che ha visto sotto accusa alcuni militari argentini golpisti, responsabili della loro morte, poi condannati all’ergastolo.

Le iniziative
Per commemorare quella “notte argentina”, il governo di Buenos Aires ha istituito il 24 marzo come Giorno della Memoria (Día Nacional de la Memoria por la Verdad y la Justicia).
Centinaia sono pure i film, i libri, i dischi, gli spettacoli teatrali che hanno trattato il tema della desaparicion in Argentina. Tra le più recenti iniziative editoriali – nel mentre pure l’Unesco potrebbe dichiarare patrimonio dell’Umanità tutta la documentazione raccolta negli anni della dittatura – che ci sono utili a capire tutti i risvolti di quella tragedia umana e civile segnaliamo: il libro di Carla Tallone e Vera Vigevani Jarach "Il silenzio infranto. Il dramma dei desaparecidos italiani in Argentina" (Silvio Zamorani Editore, 2005); il volume “Trasfigurazione: storia di desaparecidos, accoglienza e solidarietà” di Valentina Cavalletti, che sarà consegnato al presidente del governo argentino Nestor Kirchner, per l’archivio della memoria. E ancora il libro di Italo Moretti “L'Argentina non vuole più piangere. Da Peron a Kirchner: gli anni della dittatura, la crisi economica, i segni del cambiamento di un paese inquieto” (Sperling & Kupfer Editore, 2006). Per i documentari, invece, un inedito di produzione italiana che tratta sul tipo di rapporti che ebbe l’Italia con il golpe militare in Argentina, in particolare le relazioni tra la P2 di Gelli e la Giunta ecc.
Articolo pubblicato su Il Quotidiano della Calabria del 24 marzo 2006