I San Giuseppe di Raffaele Aloisio e Francesco Antonio Lupi

In occasione del 19 marzo, data in cui si ricorda San Giuseppe, ci piace postare tre opere che ritraggono il padre putativo di Gesù.
La prima è il San Giuseppe dell’aiellese Raffaele Aloisio, del 1864, e si trova nel Santuario della Madonna della Catena a Laurignano. La seconda è una pala d’altare di Francesco Antonio Lupi, datata 1859 e si trova nella chiesa della Madonna delle Grazie a San Pietro in Amantea; mentre la terza è la statua del santo custodita nella chiesa di S. Maria Maggiore in Aiello Calabro, pure attribuibile a Lupi.
Seguono informazioni più dettagliate.


1 – “San Giuseppe con Gesù e S. Giovannino“.
Olio su tela, misura 150 x 90, sagomato in alto (per la probabile destinazione ad un altare), con cornice barocca probabilmente coeva. Si trova nel Santuario della Madonna della Catena, in Laurignano (Cosenza).
La tela reca, a sinistra in basso, sul gradino, la classica firma di Raffaele Aloisio [monogramma “A” e “R” intrecciate, P. (cioè pinse o pinxit) 1864], e proviene, come le altre, dal vecchio Santuario.
È un’opera della maturità dell’artista e presenta una interessante ricchezza coloristica e compositiva — anche se da quest’ultimo punto di vista soffre di qualche lieve disarmonia.
San Giuseppe è rappresentato seduto, reggente Gesù Bambino con la destra mentre nella mano sinistra tiene la verga fiorita.
In basso a destra — per chi guarda — appare San Giovannino, che leva e congiunge le mani in preghiera, inginocchiato ai piedi di Gesù, che con la mano destra benedice.
Dall’alto si affacciano alcuni putti alati. (Testo di Raffaele Borretti)

2 e 3 – La statua di San Giuseppe, secondo lo storico dell’arte Gianfrancesco Solferino, è da attribuire a Francesco Antonio Lupi, pittore e scultore di San Pietro in Amantea, vissuto dal 1810 al 1894. Nella nota biografica curata dallo storico Ferruccio Policicchio, apprendiamo che Lupi studia a Napoli, “grazie ad una “borsa di studio” concessa dal re Ferdinando II, nell’Istituto delle Belle Arti”. Fu artista talentuoso – sebbene sconosciuto sino al 1997, anno in cui fu oggetto di una tesi di laurea all’Unical -, dal bel tratto, dalle “armoniose tinte che riescono a far vedere ed imitare l’antico, l’espressione dell’ideale umanistico, della bellezza, l’eleganza e le proporzioni dei modelli…”. Le sue opere si trovano in molte chiese calabresi. 

Come si potrà notare confrontando la seconda e la terza immagine, c’è una straordinaria rassomiglianza e la mano non può che essere dello stesso artista sanpietrese.

Auguri a chi porta questo nome e auguri a tutti i papà!

Pubblicato da

Bruno Pino

Journalist, Blogger & Local History Researcher | Aspiring Photographer | Poetic Environmentalist | Hiking/Trekking & Mtb Lover | Geniale Adacquacerze | Cosenza & Aiello Calabro

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